Esistono realtà concomitanti?

Esistono realtà concomitanti?

Secondo la fisica quantistica, due oggetti possono occupare, contemporaneamente, lo stesso spazio; per contro, la fisica Newtoniana lo ha, da sempre, escluso. E’ inutile dire che la percezione dell’uomo comune è concorde con quanto sostenuto dalla seconda – la cosiddetta fisica classica – e considera i postulati quantistici alla stregua della fantascienza o fantasy.

Facendo riferimento al solo sistema percettivo sensoriale, cioè ai cinque organi di senso, è difficile dare torto alla cosiddetta “esperienza” quotidiana di un qualunque essere umano, secondo la quale una mela e una pera non possono certo occupare lo stesso identico spazio, nello stesso identico tempo. In effetti, questa è l’esperienza di chiunque, ma significa anche che l’esperienza è, per forza, vera? Non potrebbe trattarsi, semplicemente, di un’illusione dei sensi?

E se qualcuno sostenesse o ipotizzasse che possono coesistere, contemporaneamente, almeno due realtà? Che effetto potrebbe farti? Lo escluderesti senza appello o lo accetteresti come possibilità?

E’ noto a tutti che l’essere umano impiega solamente circa il 5% delle proprie potenzialità cerebrali… perché scandalizzarsi, dunque, di fronte all’affermazione che possano esistere contemporaneamente diverse realtà? Chi ci dice che cosa potrebbe “raggiungere” un essere umano in grado di impiegare il 100% delle proprie facoltà? Tu lo sai? Io no.

Come esseri naturali, noi possiamo avere accesso solamente a ciò che “dimora” nella radiazione elettromagnetica, ma, grazie alla nostra creatività, ingegnosità e intuizione, abbiamo costruito una serie di dispositivi tecnologici che possono “scrutare” nel campo di altre radiazioni, quali l’infrarosso o l’ultravioletto eccetera.

Facciamo un esempio. Se guardassimo un paesaggio notturno ad occhio nudo, cosa vedremmo? Ma se lo guardassimo con un visore all’infrarosso, vedremmo le stesse cose o anche altro? Se non lo hai mai sperimentato e se ti fidi, posso garantirti che vedresti moltissimo altro e che le medesime cose che hai osservato ad occhio nudo, si mostrerebbero in modo alquanto differente. Quindi? Una “visione” è reale e l’altra no? Sono ambedue reali? Nessuna delle due è reale? Come risponderesti?

Ma non siamo ancora arrivati al punto essenziale.

Non ci interessa impiegare mezzi tecnologici per indagare se esistano o meno, contemporaneamente, diverse forme di realtà. Ci interessa, forse, indagare Quello che c’è, con i mezzi naturali propri dell’essere umano. Ho semplicemente voluto fare un esempio per avvicinarci al cuore dell’argomento.

Da millenni, l’essere umano è stato addestrato o, se preferisci, condizionato a considerare reale solamente quanto “compare” nel suo apparato sensoriale, sebbene tale apparato gli consenta esclusivamente di percepire ciò che è stato definito col termine “materia”. Nulla di più. Ma, pur restando nell’ambito materiale, dobbiamo anche riconoscere che interi “pezzi” di materia – per le caratteristiche biologiche, chimiche e fisiche degli strumenti sensoriali a nostra disposizione – restano esclusi dalla nostra percezione.

In altre parole, potremmo affermare che da millenni siamo stati addestrati a riconoscere cosa è reale e cosa non lo è, in base, esclusivamente, alle informazioni provenienti dai nostri organi di senso… per altro molto limitati, facilmente ingannabili, condizionabili, nonché prevedibili. E’ il “mondo” che è stato posto davanti ai nostri occhi. Ma è veramente tutto qui?

Non possiamo poi dimenticare che, oltretutto, affermiamo che questo “mondo” è sorretto da “regole” … che abbiamo scritto noi e di cui andiamo molto orgogliosi. Ma tu credi che possiamo considerarci infallibili? E se siamo fallibili noi, come saranno le regole che abbiamo noi stessi stabilito? Fallibili o infallibili? Non dovrebbe essere difficile rispondere, no?

Ci stiamo comunque avvicinando.

Noi – intesi come umanità – captiamo “forme” distinte, definite, limitate da estensione, confini, superfici e volumi, attribuiamo qualità e peculiarità a tali forme, le percepiamo nel tempo, un tempo lineare, che si muove dallo ieri all’oggi, al domani e siamo così certi che tutto ciò appartenga alla realtà, da escludere che possa esserci altro… dopodiché, molti di noi fanno un esercizio di fede, volendo credere che, in effetti, altro ci sia, ma non ne hanno mai fatto esperienza; credono semplicemente a quanto è stato detto loro.

Ti sembra un atteggiamento logico? O sarebbe ben più logico ammettere di non sapere e, quindi, indagare con una mente aperta?

Ma un essere finito, cioè limitato, come può indagare su ciò che potrebbe essere infinito, quindi senza un inizio e senza una fine? Senza estensioni, limiti e confini, senza ieri, oggi e domani, senza divisioni e senza regole… come si può? E, soprattutto… davvero si può?

Non chiederlo a me, né a nessun altro, perché sei tu il sovrano del tuo Regno. Tu sei l’artefice delle tue credenze e convinzioni o, almeno, potresti esserlo. Perché dovresti consentire ad altri di “infarcirti” di nozioni che non ti appartengono, senza indagare, senza nemmeno dubitare della loro veridicità?

Ti pongo allora un’altra domanda: se osservi l’alba… cosa vedi?

Un “oggetto” chiamato “sole”, con una “forma” che chiami “sfera”, di un “colore” che definisci “rosso”, che si staglia da una “linea” a cui dai il nome di “orizzonte”, che “sale” verso l’ “alto”, in una “zona” di un altro “colore”, “azzurro”, detto anche “cielo”, in un “intensificarsi” di “luce”… è questa la realtà che vedi? O quelle sono solamente parole, definizioni, concetti, memoria, mente?

Corrisponde alla realtà affermare che il sole è una sfera, che l’orizzonte è piatto, che il cielo è azzurro, che la luce è bianca? Sì? No?

Se ci riflettiamo un attimo, possiamo renderci conto che questa “visione” – che la maggior parte di noi considera realtà – è il frutto di uno “spezzatino” di Quello che c’è. In altre parole, è prendere Quello che c’è, sminuzzarlo in tanti frammenti, attribuire ad ogni frammento un nome, delle qualità, dei significati arbitrari – ovviamente secondo l’intelletto umano – e affermare che solo ciò che è stato così “trattato” possa essere considerato reale, dimenticando o ignorando presuntuosamente che c’è tanto altro che i nostri sensi non riescono a “captare” o che captano parzialmente.

Quindi, ti voglio ricordare che è possibile osservare l’alba e vedere unicamente Vita… o meglio… che nessuno guarda nessuna cosa. Il sole è Vita, l’orizzonte è Vita, il cielo è Vita, l’osservatore stesso è Vita e la Vita non ha alcuna necessità di dare un nome al sole, al cielo, all’alba, all’orizzonte, né tanto meno al cosiddetto osservatore o a Se stessa… per la semplice ragione che la Vita è Una e indivisa. Sono i nostri sensi e l’intelletto che la fanno a pezzi… che la smembrano!

Ma se non attribuiamo nomi… se non facciamo tutto a pezzettini, l’intero smette di essere reale? O è proprio da lì che inizia la realtà? E questa benedetta “realtà”, appunto, è solo una o ce ne sono altre?

Come sempre, lascio a te la facoltà di dare una risposta, ovviamente se vorrai.

Con affetto, Sid… Love*

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