Gangaji: Porre fine alla sofferenza.

Porre fine ai nostri pattern di sofferenza non necessaria.

Parte 1: Guida per la sopravvivenza.

Come è possibile porre fine ai nostri schemi di sofferenza? È possibile solamente se si ha la volontà di attivare il potere dell’osservazione. Esso viene attivato dal tuo stesso desiderio di verità, dalla tua volontà di indagare sulla ragione per cui soffri e dalla tua capacità di discernere quando quella sofferenza non è necessaria.

La parola “non necessaria” è importante, perché nel mondo c’è sicuramente sofferenza. Nel mondo c’è dolore, per tutte le forme di vita. L’osservazione personale non concerne il fatto di riuscire ad ottenere qualcosa di buono, in modo da poter essere liberi dalla sofferenza. Quella libertà sarebbe condizionata.

La libertà che ti sto indicando è la libertà che è già viva in te, in questo stesso istante, indipendentemente da ogni tipo di condizione. La libertà interiore non dipende dal fatto che tu faccia qualcosa. È la verità intrinseca di chi sei.

I nostri corpi, così come tutte le forme di vita, sono strutturati per sopravvivere. Le nostre menti hanno la capacità di velare la verità su chi siamo veramente, una coscienza vasta e senza limiti. Parte di quella capacità di velare la verità viene da una spinta primaria alla sopravvivenza, per mantenere in vita il corpo. Questo è il nodo centrale dell’identità.

Senza un corpo non abbiamo bisogno di un ego. Non abbiamo bisogno di una storia del “me”. Tuttavia, poiché ci siamo oggettivati come un corpo nello spazio e nel tempo, un corpo che porta con sé una narrativa, la forza motivante – il motore della trama – diventa la sopravvivenza del corpo.

Sappiamo comunque che, dopo un certo tempo, i nostri corpi moriranno, eppure questa pulsione di sopravvivenza è così forte, il suo potere è così convincente che neghiamo perfino la fine certa del corpo.

Trascorriamo le nostre vite preoccupandoci di quella morte, temendola e negandola. Con una simile forma di negazione, la stessa sopravvivenza diventa un veleno per la verità della nostra libertà intrinseca. La morte diventa l’evento da evitare a tutti i costi, anche a costo della nostra integrità.

Ti invito ad osservare la tua vita in questo momento, per vedere se hai venduto la tua integrità per qualche nozione riguardo la sopravvivenza del corpo.

Quali sono le strategie che impieghi per la sopravvivenza? Desideri essere ricco, intelligente, potente o utile, in modo che nessuno ti ferisca, così che ti possa adattare e il tuo corpo possa avere una maggiore probabilità di sopravvivere? La stessa cosa si può dire sul voler essere attraenti o sul cercare di essere una “brava persona”. Desideri essere qualcuna di queste cose perché pensi che questo sia ciò che ti dà valore e, se hai valore, sopravviverai.

Hai l’opportunità, in questo momento, di osservare da te l’ossessione di evitare la perdita o di cercare di proteggerti dalla perdita; dove ti sei fissato allo scopo di continuare. Porta la tua attenzione più a fondo dei tuoi pensieri, lì dove la paura viene trattenuta nel tuo corpo.

La tua consapevolezza ha la capacità di penetrare dentro quella paura, lasciando dietro di sé tutte le storie – “Se faccio abbastanza, se potessi avere abbastanza, se potessi ottenere di più, allora sarei al sicuro”.

Mentre ti siedi qui, da solo con te stesso, sii disposto a non essere al sicuro e fai un tuffo interiore verso l’ignoto. Lì è possibile scoprire ciò che è libero sia dalla nascita che dalla morte e che, quindi, non può essere perso. Ciò che non è soggetto a perdita è sempre qui.

Vi invito a porvi quelle domande che sono davvero il cuore e il nucleo di ogni vera auto-indagine. Cosa muore quando muore il corpo? Chi è che muore? Chi sta facendo queste domande? Indaga profondamente in te stesso. Guarda sempre più da vicino.

Sei consapevole della paura di essere nulla, di cessare di esistere? In questo momento, lascia che la tua coscienza sprofondi nel centro di quella paura. Concediti di essere nulla, proprio in questo momento. E’ tutto finito. Tutto è giunto al termine. Cos’è andato perso? Cosa rimane quando tutto è finito? Tu chi sei?

Gangaji

Fonte: https://gangaji.org/blog
Tradotto da: UnicaCoscienza

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