Il gioco dei ruoli.

Il gioco dei Ruoli.

ruoli

Il percorso che affrontiamo per riprendere contato con l’anima celata dentro di noi, ci porta a spostare la nostra attenzione sull’universo presente al nostro interno, facendo passare in secondo piano quello che accade all’esterno, su quello che noi chiamiamo realtà.

Un universo interno, che si esprime attraverso le emozioni, le sensazioni, i pensieri. Impariamo a conoscerci, a capire come ci comportiamo nelle diverse situazioni, a comprendere quali ruoli interpretiamo.

Diventare consapevoli di non essere i ruoli che ricopriamo nei vari contesti della vita quotidiana è una tappa essenziale. Il ruolo può essere paragonato al vestito che l’anima sceglie di indossare per interagire in un particolare ambiente. Può essere il ruolo di genitore o figlio, all’interno della famiglia, oppure di impiegato nel lavoro, o di giocatore di calcio durante il passatempo preferito.

Forse diventa difficile accorgerci di noi stessi, dei nostri ruoli, ma se osserviamo chi ci circonda mentre interagisce in contesti ambientali diversi, ci rendiamo conto delle varie facce che emergono. Per alcuni soggetti la differenza può essere eclatante, per altri può essere minima, ma sono presenti pur sempre delle differenze.

Altro errore che spesso si commette è quello di focalizzare la nostra attenzione ed i nostri sforzi nel cercare di dover capire qual è il nostro ruolo all’interno della società, mantenendo l’attenzione fissa su tutto quello che accade al di fuori, senza volgere lo sguardo dentro di noi.

Questa visione superficiale dell’esistenza ci ha portato a creare una società moderna, dove si confonde il valore di un essere vivente con il ruolo che ricopre all’interno della società stessa.

Viviamo nella convinzione che la nostra evoluzione è direttamente legata al fatto di migliorare il nostro ruolo nel sistema, perché ciò ci permette di essere in maggior evidenza, di essere riconosciuti, di acquisire valore.

Più sei riconosciuto più vali. Più persone ti sostengono, più vali e sei nel giusto. Se sei un manager sei più importante dello stagista, se sei un cardinale sei più importante di un diacono, lo stesso vale per un generale rispetto alla giovane recluta, o per il titolare nei confronti del panchinaro.

Più saremo immedesimati nei nostri ruoli, più renderemo evidenti queste differenze, che rappresentano l’ossatura egoica del nostro contesto sociale.

Sì, perché una società, se vissuta completamente nei ruoli, diviene una società guidata dall’ego, dove è primario difendere la posizione acquisita nella piramide sociale. Scendere, far dei passi indietro, significa fallire ed è qualcosa di insopportabile. Passare da titolare a riserva, ci fa provar rabbia, gelosia; abbassarsi da imprenditore ad operaio lo troviamo umiliante ……

Facendo emergere l’anima, automaticamente, i ruoli passano in secondo piano, diventano uno strumento al servizio di qualcosa di più grande, non più un fine.

Se mettiamo l’anima come motore trainante della nostra esperienza terrena, vivremo una vita contemplando quanto di grande già siamo; se, al contrario, ci facciamo incantare dai ruoli, continueremo a rincorrere una vita, cercando di sfuggire alla sofferenza che ci circonda.

Alessio Ghirardo

Fonte: https://4passinelnuovomondo.wordpress.com/2014/03/06/il-gioco-dei-ruoli/

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