Il vero viandante non si lamenta mai.

Il vero viandante non si lamenta mai.

Il vero viandante non si lamenta mai e, anzi, esulta, qualsiasi cosa gli capiti.

E questo vale anche e soprattutto quando gli capita qualcosa di “brutto”, che la sua personalità-ego classifica come brutto, ovviamente, ma che il suo già presente collegamento con l’anima gli dice non essere affatto brutto in modo oggettivo, ma anzi – tutto il contrario – essere quanto di più prezioso gli possa capitare… e che, tra l’altro, si è scelta la stessa anima con fini evolutivi, quindi non c’è proprio nulla di cui lamentarsi e nessuno con cui prendersela.

E faccio notare che qua si parla di cose anche pesanti, quelle per cui l’uomo comune, l’uomo ordinario, per l’appunto, si lamenta… ed egli è ordinario proprio per questo motivo: perché non vede in tali cose né bellezza, né possibilità evolutive, ma vi vede solo la sua emozione bassa, che sia paura, o rabbia, o gelosia (d’altronde, ognuno vede le cose in ragione della sua realizzazione interiore già conquistata).

Invece, il vero Viandante (ossia colui che è davvero in cammino, ossia in un cammino consapevole), il vero Mago (ossia l’uomo che ha cominciato il percorso tarotico di elevazione), il vero Alchimista (ossia colui che si è preso carico delle sue energie interiori allo scopo di trasmutarle), quando si trova davanti una delle sue energie basse – sarebbe a dire uno qualsiasi dei suoi figli non ancora riconosciuti e riportati a casa – non solo non si lamenta di quanto gli è successo – le cose che l’uomo ordinario ritiene infantilmente essergli successe per mero caso – ma piuttosto esulta, perché gli è stato offerto dell’altro piombo da trasformare in oro.

O, se volete metterla su un piano più prosaico, gli è stato fatto notare dove deve intervenire e cosa deve fare. E il cosa occorre fare è sempre lo stesso: elevare-sacrificare-santificare le proprie emozioni-energie basse, portandole al loro livello superiore. E il tutto, riconducendolo ai minimi termini, si riduce nell’elevazione dalla paura (di morire di fame, di essere abbandonati, di essere soli, di non essere all’altezza, etc) all’amore (per l’esistenza intera).

Questo è il grande passaggio che siamo chiamati a fare e che, nel loro piccolo, i vari eventi difficili ci incoraggiano a fare… giacché non abbiamo avuto il buon senso di compiere tale passaggio prima, per conto nostro.

È un po’ come dire che non siamo andati volontari all’interrogazione e che l’insegnante ci ha chiamati lui, a un certo punto. Quando voleva lui e non quando volevamo noi, come personalità refrattarie all’interrogazione stessa.

Siamo pronti? Non siamo pronti? Siamo pronti nella misura in cui riusciamo ad effettuare un certo passaggio-trasmutazione in modo indolore e non siamo pronti invece quando soffriamo… giacché, occorre ricordare anche questo: la sofferenza è sempre nostra, ce la mette sempre il nostro ego; è l’ego a creare qualsiasi dramma dell’esistenza, a non accettare “ciò che è” e ad agitarsi per cambiarlo in “ciò che dovrebbe essere, secondo lui”. Con tutti i giudizi e i drammi che ne seguono, per l’appunto.

Quando gli “capita” qualcosa di “brutto”, dunque, l’ego si lamenta, sbraita e sbatte le mani sull’acqua, anziché arrendersi alla forza della corrente-esistenza e lasciarsi trasportare da essa.

E quando il mago si rende conto di ciò, perlomeno concettualmente, se non ancora come realizzazione interiore, smette di lamentarsi e inizia ad esultare alle prime avvisaglie di gelosia, di paura, di solitudine, etc.

Il passaggio dall’uomo comune-egoico al mago-alchimista è il passaggio più importante tra tutti, perché ci trasforma in viandanti… o comunque in viandanti consapevoli, visto che tutti sono chiamati a questo viaggio, che già lo sappiano o che ancora non lo sappiano.

E se sai che stai compiendo un viaggio, beh, è molto più facile e anche piacevole compierlo.

Fosco Del Nero

Fonte: http://www.bellezza-amore-gioia.com/il-vero-viandante-non-si-lamenta-mai/#

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