Come osservare la propria mente.
Addestrandoci nella presenza mentale impariamo a essere consapevoli dei nostri stati mentali, senza lasciarcene intrappolare. Questa capacità di riflessione su se stessi è la chiave della psicologia buddhista.
Il Buddha chiede: « In che modo un praticante dimora nell’osservazione degli stati mentali, negli stati mentali? » e insegna: « Il praticante prende consapevolezza di quando la mente è tesa e quando la mente è rilassata; (…) il praticante prende consapevolezza di quando la mente contiene odio e di quando la mente contiene amore; (…) il praticante prende consapevolezza di quando la mente contiene preoccupazione e di quando la mente è tranquilla ».
Osservando la nostra stessa mente possiamo notare gli stati mentali che vi predominano, come se notassimo il tempo che fa. Una tempesta può portare pioggia, vento e freddo; analogamente possiamo osservare i grappoli di stati mentali non salutari che ci si presentano nelle giornate difficili: potremo trovare risentimento, paura, rabbia, preoccupazione, dubbio, invidia, agitazione.
Possiamo anche notare gli stati salutari nei periodi in cui ci sentiamo più liberi e aperti: possiamo notare come siano spontanei in noi l’amore, la generosità, la flessibilità, l’agio e la semplicità. Sono stati importanti da notare, perché ci danno fiducia nella nostra bontà originaria, nella nostra « buddhità » innata.
Tratto da: “il Cuore Saggio”, di Jack Kornfield
Fonte: https://zeninthecity.org/letture/autori-vari/jack-kornfield-osservare-la-propria-mente/