Jean Klein: Voi siete perfetti.

Voi siete perfetti.

Fondamentalmente, ci sono due modi per avvicinarsi alla verità: quello graduale e quello diretto.

Nell’approccio diretto, la premessa è che noi siamo verità, non c’è niente da ottenere e ogni passo fatto per raggiungere qualcosa è un allontanamento da quest’ultima. La “Via” che in realtà non è una via, è un semplice dare il benvenuto, essere aperti alla verità: l’Io Sono.

Quando avrete intravisto la vostra vera natura, essa vi solleciterà; non c’è più niente da fare, dovete essere sensibili ogni volta che accade. In questo porsi in sintonia, non c’è un solo elemento di volontà; non è la mente che si sintonizza con l’Io Sono, ma è l’Io Sono che assorbe la mente.

Nell’approccio graduale siete condizionati dalla mente, essa si illude che, mutando i suoi stati, o fermandosi, verrà riassorbita in ciò che sta oltre. Questo malinteso porta colui che cerca la verità nel più tragico degli stati: egli si è impigliato nella propria tela, una tela fatta della più sottile dualità.

Domanda: Se sono perfetto e non c’è niente da fare, perché sono qui, perché questa esistenza sulla Terra?

Jean Klein: E’ solo per essere consapevole di questa perfezione.

D.: La mia mancanza di consapevolezza appartiene però all’imperfezione, come posso dunque essere perfetto?

J.K.: Quando lei parla di perfezione e imperfezione, questi sono solo concetti, opposti interdipendenti. La verità, che è la nostra natura fondamentale più vicina, è oltre la complementarietà. Nell’assenza di perfezione e imperfezione voi vivete nella vostra presenza, nella vostra pienezza. Siate questo!

D.: La sua risposta sembra soddisfacente per la signora che le ha fatto la domanda, ma io non la capisco. Può scendere al mio livello di comprensione?

J.K.: Lei ha la capacità di essere consapevole, lo sia dunque nei momenti in cui sente questa imperfezione, incompletezza, noia, insoddisfazione e, quando dico sia consapevole, non intendo chiamarli per nome per poi passare ad un altro; quello che intendo è invece dedicare tutta l’attenzione alla percezione (…) Esplorando la noia e l’insoddisfazione, si accorgerà di non perdersi più in esse perché metterà l’accento più sull’esplorazione che sull’oggetto.

D.: Come posso liberarmi dal continuo flusso agitato dei miei pensieri?

J.K.: Osservi semplicemente il loro andirivieni, non li rifiuti ne’ li incoraggi e non cerchi di dirigerli; rimanga impersonale, vigilante. Presto vedrà che i pensieri, le sensazioni, le emozioni appaiono in questa vigilanza senza direzione, nella sua apertura; essi esistono perché voi esistete, manifestandosi ci indicano la loro vera dimora, la nostra vera natura.

All’inizio vi accorgerete di interferire con i vostri pensieri, sopprimendoli o essendone rapiti; questo è dovuto all’insicurezza di un ego che sta per morire, un ego isolato, ma quando siete liberi dalle abitudini mentali di attività e passività, vi ritrovate nella vostra tranquilla dimensione.

D.: Quando mi sento sovraccaricato di impegni per il domani, problemi familiari, fantasie, pensieri… devo semplicemente spostare l’attenzione, dai pensieri alla loro osservazione? In tal caso si dissolveranno?

J.K.: Si

D.: Non dovremmo fare qualche sforzo per migliorarci?

J.K.: Che cosa vuole migliorare? Voi siete perfetti: svelate la persona che si sente insoddisfatta e ciò che rimane è perfezione (…)

Tratto da: “Io Sono”, di Jean Klein 

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=NC5PZlHH7_Y

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