Jiddu Krishnamurti: L’eterno.

L’eterno.

Ti sei mai chiesto, seppur casualmente, perché mai dovremmo provare, tentare di conoscere noi stessi? Qual è il nesso che accomuna l’interiorità e la spiritualità?

Per quando possa sorprenderti, non si può investigare direttamente. Le conoscenze pregresse, ogni sorta di nozioni, competenze, concezioni, lasciano il tempo che trovano. Solo una mente calma può sbirciare tra le pieghe della realtà e predisporsi a ricevere un barlume d’infinito, di “eterno”. Segue, a tal proposito, una concisa riflessione di Jiddu Krishnamurti.

«L’eterno non può affiorare là dove non c’è conoscenza di sé. Se non conosciamo noi stessi, l’eterno diventa una parola vuota, un simbolo, una speculazione intellettuale, un dogma, una fede, un’illusione in cui la mente trova rifugio.

Quando cominceremo a capire quello che siamo – che si manifesta in tutte le nostre attività quotidiane – e lo capiremo senza alcuno sforzo, apriremo la porta all’eterno. E, tuttavia, l’eterno non sarà una ricompensa alla conoscenza di noi stessi.

Non si può cercare quello che è eterno; la mente non può afferrarlo. Ma viene quando la mente è calma e la mente può essere calma solo quando è semplice, quando smette di accumulare, di condannare, di giudicare, di valutare.

Solo la mente semplice può capire la realtà; una mente piena di parole, di conoscenze, di informazioni, non saprà mai che cos’è la realtà. La mente che analizza e calcola non conosce la semplicità.»

Tratto da: “Il libro della vita. Meditazioni quotidiane”, di Jiddu Krishnamurti

Fonte: https://www.meditare.it/wp/risorse/eterno-jiddu-krishnamurti/

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