Jiddu Krishnamurti: Un tentativo vano.

Un tentativo vano.

Finché penseremo in termini di tempo, ci sarà, inevitabilmente, la paura della morte.

Mi sono impegnato, ma non ho scoperto la verità suprema e devo scoprirla prima di morire; tutt’al più, se non la scoprirò in questa vita, spero di scoprirla in quella successiva. Ogni nostro modo di pensare si basa sul tempo, si basa su quello che conosciamo; è il risultato di quello che conosciamo.

Il processo del tempo genera il conosciuto e con una mente legata al conosciuto cerchiamo di scoprire quello che è eterno, immortale. Ma è un tentativo vano, senza senso, che può interessare soltanto i filosofi, i teorici e tutti quelli che si dilettano di speculazioni intellettuali.

Se voglio scoprire davvero la verità, non domani, ma ora, immediatamente, quell’io che sta sempre cercando di ottenere qualcosa, di accumulare qualcosa e che pretende di costruire la propria continuità basandosi sulla memoria, non dovrebbe farsi completamente da parte?

È possibile che l’io muoia mentre siamo in vita? Ma non perché abbiamo perso la memoria; questa non sarebbe altro che un’amnesia. Si tratta invece di smettere di accumulare ricordi, che danno continuità all’io. È possibile vivere in questo mondo, che appartiene al tempo, senza che nella mente si crei la divisione tra lo sperimentatore e l’esperienza?

Finché esisteranno lo sperimentatore, l’osservatore, il pensatore, dovrà esserci la paura di finire e quindi la paura della morte… Ora, è possibile che la mente si renda pienamente conto di tutto questo, senza limitarsi a dire: “Sì, è semplice”?

Se la mente si rende conto di tutto quel processo che è la coscienza e comprende la sua continuità nel tempo, se si rende conto dell’inutilità di cercare nel tempo quello che trascende il tempo, allora, forse, potrà esserci una morte che è un momento creativo, appartenente all’eternità.

Jiddu Krishnamurti

Fonte: https://www.meditare.net/wp/consapevolezza/un-tentativo-vano-j-krishnamurti/

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