Jon Kabat-Zinn: Meditazione e pensiero positivo.

Meditazione: da non confondersi col pensiero positivo.

Decidere di pensare positivamente può essere utile, ma non è meditazione. Sono soltanto altri pensieri. È possibile lasciarsi catturare, tanto dal cosiddetto pensiero positivo, quanto da quello negativo.  Jon Kabat-Zinn

“La nostra modalità di pensiero differenzia la specie umana da tutte le altre, senza possibilità di confronto. Ma se non prestiamo attenzione, il nostro pensiero può facilmente sopprimere altre preziose e miracolose sfaccettature della personalità. Spesso con immediato svantaggio della consapevolezza. La consapevolezza non è uguale al pensiero.

È una qualità che lo supera, sebbene ne faccia uso, rispettandone la validità e la forza. Può essere considerata come un recipiente che trattiene e incorpora il pensiero, aiutandoci a vedere e a conoscere i nostri pensieri come tali, impedendoci di considerarli una realtà.

A volte, la mente pensante può trovarsi seriamente frammentata; di fatto, lo è quasi sempre. Questa è la natura del pensiero, mentre la consapevolezza, sollecitata intenzionalmente in ciascun momento, può aiutarci a percepire che, malgrado questa frammentazione, la nostra natura fondamentale è già integrata e completa.

Non solo non è limitata dalla miscellanea della mente pensante, ma è il contenitore che raccoglie tutti i frammenti, come una pentola che contiene i vari ortaggi spezzettati, consentendo che cuociano formando un tutto, il minestrone appunto. Ma si tratta di una pentola magica, perchè cuoce senza che si debba far nulla, nemmeno accendere il fuoco.

È la consapevolezza stessa che cuoce, a condizione di mantenerla attiva. Non si deve fare altro che rimescolare i frammenti, rimanendone consapevoli. Qualsiasi cosa si presenti alla mente o al corpo viene versata nella pentola, diventando un ingrediente della minestra.

Un altro modo per definire la meditazione è considerare il processo stesso del pensiero come una cascata perenne. Coltivando la consapevolezza, ci collochiamo al di là o al di qua del nostro pensiero, allo stesso modo in cui si cercherebbe riparo in una grotta o in una rientranza dietro una cascata. Continuiamo a vedere e udire l’acqua, ma ci troviamo discosti dalla corrente.

Con questo tipo di pratica i nostri schemi mentali cambiano automaticamente in modi che favoriscono integrazione, comprensione e compassione, ma non perchè tentiamo di cambiarli, sostituendo un pensiero a un altro che riteniamo più puro. Si tratta piuttosto di capire la natura dei nostri pensieri come tali e i nostri rapporti con essi, in modo da utilizzarli a nostro vantaggio e non viceversa.

Decidere di pensare positivamente può essere utile, ma non è meditazione. Sono soltanto altri pensieri. È possibile lasciarsi catturare tanto dal cosiddetto pensiero positivo quanto da quello negativo. Anche questo può essere circoscritto, frammentato, impreciso, illusorio, fine a se stesso ed erroneo. Occorre un elemento del tutto diverso per indurre una trasformazione nella nostra vita e portarci oltre i limiti del pensiero”.

Tratto da: “Dovunque tu vada, ci sei già. Una guida alla meditazione”, di Jon Kabat-Zinn

Fonte del Post: http://www.lameditazionecomevia.it/positivo.htm

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