Jon Kabat-Zinn: Pratica non significa ripetizione.

Pratica non significa ripetizione.

Noi usiamo il termine « pratica » per descrivere come coltivare la consapevolezza, ma non nell’abituale accezione di prove ripetitive per migliorare il più possibile una prestazione o per un’eventuale competizione.

Esercitarsi alla consapevolezza significa impegnarsi in ogni momento a essere presenti a se stessi.

Non esiste una «prestazione», ma solo quel momento. Non cerchiamo di migliorare o di raggiungere alcunché. Non rincorriamo nemmeno conoscenze o visioni particolari, né ci sforziamo di essere acritici, calmi o rilassati. E certamente non sviluppiamo l’autocoscienza, né ci abbandoniamo a preoccupazioni d’ordine personale. Semplicemente invitiamo piuttosto noi stessi a immedesimarci in quel momento in piena lucidità, con l’intenzione di assimilare nel miglior modo possibile un orientamento calmo, consapevole ed equanime.

Naturalmente, con la pratica continua e il tipo appropriato di sforzo fermo e lieve nel contempo, calma, consapevolezza ed equanimità si sviluppano e si approfondiscono autonomamente, grazie alla determinazione di rimanere tranquilli e di osservare senza reagire e giudicare. Ne conseguono percezioni e intuizioni, esperienze profonde di tranquillità e di gioia. Ma sarebbe erroneo dire che ci applichiamo perché queste esperienze si materializzino, o che sia più utile viverne molte che poche.

Lo spirito della consapevolezza è la pratica fine a se stessa, prendere ogni momento come viene, piacevole o spiacevole, buono, cattivo o brutto e poi lavorare su quello, perché e’ quanto abbiamo a disposizione in quel momento. Con questo atteggiamento la vita stessa diventa pratica.

Dunque, invece di parlare del « fare pratica », sarebbe meglio dire che è la pratica a plasmarvi, o che la stessa vita diventa per voi una guida e un maestro per aiutarvi a meditare.

Jon Kabat Zinn

Fonte: http://www.amadeux.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=20060

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