La mente pensante e Ciò che è.

La mente pensante e Ciò che è.

Ciao, come stai?
È da un po’ di tempo che non ci troviamo su queste pagine…

Allora… ben trovato, Essere Umano che stai leggendo… o potrei dire Ciò che è e sei?

Converrai che “Essere Umano” è semplicemente una definizione, che la parola “Essere Umano” non è certamente ciò che sei…

Non siamo parole, non siamo definizioni, non siamo cose… per quanto possa essere destabilizzante per la mente pensante. Quella mente che – conoscendo termini linguistici, sostantivi, aggettivi, verbi, fatta di memoria, cioè di passato, con le “sue” esperienze, conoscenze, interpretazioni, valutazioni e giudizi – ritiene di conoscere un albero, un gatto o l’universo, semplicemente perché afferma di conoscere il significato delle parole albero, gatto o universo. No, non funziona affatto così.

Spiacente per la mente, ma la parola “Essere Umano” non ci dice proprio nulla riguardo ciò che è un Essere Umano. La domanda quindi è: La mente potrebbe fare a meno delle definizioni? O anche… cosa sono le definizioni e che impatto hanno sulla psiche?

Non sto affermando che le definizioni vanno eliminate, che bisogna sforzarsi di non definire questo o quello… no di certo. Se devo sostituire gli pneumatici dell’auto, è necessario che il gommista ed io ci intendiamo su cosa significhi “sostituire”, “pneumatici”, “auto” … per cui, in assenza di definizioni, memoria, esperienza, come si potrebbero portare a termine le varie operazioni necessarie allo scopo? Non si potrebbe, oppure dovremmo ricominciare a spiegarci a gesti come nella preistoria e rassegnarci a non avere professionisti esperti, in grado di svolgere le varie mansioni.

Ma se si ritiene di conoscere paura, rabbia, invidia, sofferenza, gioia, realtà per la sola ragione che se ne conosce il significato linguistico… beh… siamo veramente fuori strada, cioè assenti. Assenti come Esseri Viventi, “presenti” come mente pensante. Ma noi… siamo la mente, siamo la memoria? Non risponderò al posto tuo.

Quando necessarie, nelle numerose pratiche quotidiane, la mente pensante, la memoria, l’esperienza sono indispensabili per una buona riuscita di ciò che stiamo o dobbiamo portare a temine… come potremmo, altrimenti, guidare un’auto da casa al lavoro? Come potremmo utilizzare un computer o sostituire una lampadina fulminata?

Ma vale lo stesso di fronte alle cosiddette “sfide” psicologiche che incontriamo nella relazione? Nelle relazioni col prossimo, con gli eventi, con gli stati d’animo, con le emozioni, nella relazione con noi stessi… il passato, la memoria, cioè il nostro “condizionamento tipico”, a cosa potranno mai servire? E, soprattutto, questo passato – che si mantiene nel presente e si muove creando un futuro immaginario – fa di noi degli esseri liberi? È compatibile con la Libertà? E, in mancanza di Libertà, non c’è forse schiavitù? Non risponderò per te nemmeno questa volta.

E, allora, utilizzare le definizioni non ci dà, forse, una sensazione di sicurezza, di controllo su ciò che accade? È per questa ragione che non possiamo farne a meno? È attaccamento? È paura? È possibile osservare tutto ciò senza giudicare o commentare? Chi ti darà le risposte?

Avrai sentito citare infinite volte l’espressione “siamo ciò che siamo”, ma che significa? Hai notato che la mente va istantaneamente alla ricerca di una risposta nella sua banca dati? E la banca dati della mente non è che la memoria, il passato. La mente pensante, di fronte ad una tale affermazione, non riesce proprio a stare “ferma”, bensì cerca di escogitare una risposta.

Per essa, l’espressione “siamo ciò che siamo” è una istigazione a definire ciò che siamo… in quanto trasforma l’affermazione in una domanda: “cosa siamo?” Ma questa diventa la domanda più inutile dell’universo, dal momento che ciò che siamo non è definibile a parole. E non cambia di una virgola quando si viene a trovare di fronte ad un’altra espressione citata e stra citata: “Ciò che è”. Istantaneamente, anche in questo caso, trasforma l’affermazione in una domanda: che cos’è ciò che è? E via che corre alla ricerca delle risposte più diverse e inverosimili.

No… le risposte sono il terreno della mente pensante, della memoria, del passato, del condizionamento, della società, dei costumi, delle tradizioni, delle ideologie e via di questo passo. Le risposte sono definizioni, parole. Nulla a che vedere con la Libertà, con il Presente, con la Realtà, con la Verità. Nulla di tutto ciò.

Io Sono ciò che Sono e, intorno a me, c’è Ciò che E’. La senti la Libertà che ti accarezza attraverso questa frase? È senza limiti, senza tempo… senza confronti, senza divisioni, senza conflitti, senza paura, senza sofferenza… ma se solamente entra in campo il tentativo mentale di trasformarla in una domanda, in una ricerca, per poi tentare di darne una definizione, beh, allora sai benissimo come va a finire… ciò che sono e ciò che è diventano parole vuote. L’Essere e Ciò che è spariscono dall’orizzonte.

Ma cosa accade ad un Essere che si allontana dalla Sua Fonte, dalla Sua Essenza, da Ciò che è? Vuoi saperlo?

Prendi una splendida pianta che hai posto in un vaso, rinchiudila in un ripostiglio buio; lasciala lì per un mese o un anno o una vita intera, senza annaffiarla, poi vai a vedere cosa è successo… Ecco… adesso hai la risposta.

Io sono quello che sono… e quello che vedo, che sento, che tocco è ciò che è; io e ciò che accade siamo tutto ciò che è. Non c’è un osservatore, non c’è cosa osservata, non c’è divisione, non c’è frammentazione, non c’è tempo psicologico, non c’è condizionamento… assapora questa Libertà, questa Verità, questa Realtà, questa Passione… e scopri che quando non c’è passato non c’è paura e che dove non c’è paura ci sono Amore e Silenzio.

Ecco… ora ci siamo ritrovati, dopo un’estate di “lontananza” … mi fa molto piacere essere di nuovo insieme.

Con affetto, Sid… Love*