La scelta è un’illusione.

La menzogna della scelta.

“La scelta è un’illusione posta tra chi ha il potere e chi non ce l’ha”. Frase del Merovingio, spettacolare personaggio del film Matrix.

Per quanto ne posso sapere, è una frase limitatamente valida. Tuttavia, fintanto che si parla di noi esseri umani, non solo è valida, ma ha diverse stratificazioni di esattezza che, se sviscerate, fornirebbero un affresco terrificante di quanto la nostra libertà sia davvero un’illusione.

Ora, che il film delle sorelle Watchowsky (allora fratelli), abbia attinto a piene mani a molta cultura esoterica autentica, non dovrebbe più essere un segreto per nessuno, ma su questo argomento in particolare (ovvero la scelta), hanno proprio centrato la questione.

La questione è proprio l’atto di scegliere. Perché, nell’istante in cui qualcuno ci fornisce una scelta, in quello stesso istante, la nostra libertà rischia di finire letteralmente nel cesso.

Se il Sig. Smith ci propone di scegliere tra A e B, ci ha già messo in gabbia, perché ci costringe a scegliere tra due possibilità che LUI ha deciso. E questa la chiamiamo “libertà di scelta” e, spesso, siamo così idioti da essere grati al Sig. Smith per averci dato la possibilità di scegliere, di averci dato quella che, secondo noi, è “libertà”.

Pensiamo davvero di essere liberi di eleggere i rappresentanti del governo che preferiamo? Niente affatto! Dobbiamo scegliere nella rosa dei “candidati” che, spesso e volentieri, non abbiamo deciso noi. Dipende dal sistema elettorale, naturalmente, ma alla fine la storia è sempre quella: dovunque si voti per un governo, si è chiamati a scegliere dei candidati che ci vengono proposti e che, solo in teoria, abbiamo scelto noi.

Ma quali “noi”? Pensiamoci. Vince la maggioranza, il che significa metà votanti più uno. Ma questo significa che metà votanti (meno uno) si vedrà governata da qualcuno che non aveva scelto. E’ la democrazia, ma la scelta non esiste.

Possiamo scegliere di vivere 1.000 anni? No, perché diverse leggi universali, più tutta una serie di eventi naturali e non, ci impediscono di scegliere quanto e quando vivere. E le leggi umane, spesso, non ci permettono neppure di decidere quando morire. Per non parlare della religione (ad esempio quella cattolica), per la quale non dovremmo manco fare sesso, se non per procreare e solo sotto il vincolo (ancora un limite) del matrimonio.

Ora, se cominciamo a pensare davvero a che cosa, realmente, siamo liberi di scegliere, se usiamo davvero il cervello, arriveremo presto ad una sola conclusione: cioè che, in realtà, non siamo affatto liberi di scegliere, perché in ogni scelta le possibilità sono limitate e, spesso, anche pilotate. Per noi sono una scelta, per chi le propone sono un risultato univoco: il cosiddetto win-win. E noi conserviamo l’illusione di avere scelto.

Ma se anche tutto ciò non fosse vero, alla fine, la domanda fondamentale è: chi sceglie? Io? Ma quale “io”? Quello che ieri voleva andare in vacanza al mare o quello che oggi vuole andare in montagna? Quello che oggi decide di mettersi a dieta o quello che domani non può mancare all’aperitivo aziendale, perché se no ha paura di venire visto come un asociale?

Non esiste un solo “io” nell’essere umano “di base”. Ne esistono tanti quante sono le pulsioni, i bisogni, le traenze e i condizionamenti… più qualche altro e, fintanto che non ne rimane solo uno, nessuna scelta può essere fatta, perché c’è troppa gente a decidere.

L’unica via che conduce alla scelta è quella che porta allo sviluppo dell’individuo. Da lì in poi è possibile, almeno parzialmente, scegliere. Ma fintanto che non si arriva lì, almeno, impariamo a pensare fuori dagli schemi.

Quando il Sig. Smith ci propone la scelta tra A e B, scegliamo… quel cazzo di altro che ci pare! E si fotta Smith con tutti i Farisei! La nostra individualità può essere costruita a furia di “no”. Come si dice nello Zen: “non questo, non quello”.

Usciamo dalla mania della scelta ed entriamo in quella dell’individuo che pensa davvero, non quello che altri gli impongono. Impariamo a pensare veramente, con lucidità, al di fuori degli schemi creati dai nostri condizionamenti.

Per farlo, occorre cominciare a realizzare che quei condizionamenti, a meno che non facciamo qualcosa, sono le uniche motivazioni che ci spingono ogni giorno a fare quello che facciamo, in quella che noi chiamiamo “piena libertà”.

Una volta capito questo, inizia la vera crescita, il vero cambiamento. All’inizio è perfida, molto pesante, perché non si vede altro che bruttura. Ma se abbiamo la forza di andare oltre, di andare avanti comunque e in barba alla difficoltà, una per volta tutte le brutture cesseranno di esistere, per cedere il posto alla realtà. E per ogni bruttura che cede, la bellezza è un passo più vicina.

Ma fintanto che continuiamo a illuderci di essere liberi di scegliere, la frase del Merovingio, per quanto profondamente falsa, resta una verità incontrovertibile!

Ci si vede in giro!

Francesco Franz Amato

Fonte: http://www.francescoamato.com/blog/2019/06/03/la-menzogna-della-scelta/

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