La vita non è “i ricordi”.

La vita non è “i ricordi”, né la storia personale.

Se si chiedesse ad un comune essere umano che cosa sia la vita, con ogni probabilità ci si potrebbe sentire rispondere che la vita è nascere, invecchiare e, infine, morire. La gioventù è bella, la vecchiaia è brutta, la morte è una sciagura.

Se poi gli chiedessimo di raccontarci la sua vita, senza ombra di dubbio, ne risulterebbe un riassunto di esperienze ed accadimenti di ogni genere; successi, insuccessi, speranze, desideri esauditi o traditi, sogni realizzati o infranti, lavoro, mogli o mariti, figli, ricchezza, miseria… cioè tanto passato, tanti ricordi, tanta storia personale.

Che a rispondere sia un giovane essere umano od uno anziano cambia poco; parleranno, o meglio, racconteranno comunque una storia fatta di passato… l’anziano, ovviamente, indulgerà in questo un po’ di più.

“Quando ero un bambino credevo, pensavo, desideravo questo e quello, ma giocavo tanto, mi divertivo ed ero contento”. “Quando sono diventato adulto credevo, pensavo, desideravo questo e quello, non giocavo più e mi divertivo meno, perché avevo impegni e responsabilità maggiori”. “Ora che sono anziano credo, penso, desidero questo e quello, non gioco e non mi diverto praticamente più, perché alla mia età c’è poco da divertirsi”.

Queste sono espressioni che ho sentito più e più volte e immagino le abbia sentite anche tu. Ma la domanda è: possibile che la vita possa essere solo questo? Possibile che tutto, ma dico proprio tutto non sia altro che una “lista” più o meno lunga di ricordi?

Se poi volessimo guardare un po’ più attentamente, potremmo notare anche che in queste storie, come in un film, c’è sempre il personaggio centrale, quello principale del film, attorno al quale tutto ruota. Oltre a ciò, potremmo pure notare che quanto ci viene raccontato è una nutrita schiera di esperienze e accadimenti che si sono verificati “esternamente”, o di contorno, al medesimo personaggio, che riguardano persone, luoghi, attività, eventi.

In parole diverse, questi racconti hanno in comune alcuni aspetti: dipingono un passato, riguardano un personaggio principale a cui tutto gira intorno, narrano di eventi accaduti “esternamente”, in un ambiente o contesto in cui il personaggio si è venuto a trovare immerso fin dalla nascita.

Se a prima vista un simile racconto può apparire come un comunissimo racconto, narrato da un comunissimo essere umano, con nulla di speciale, osservando con più cura, potremmo notare che in tale narrazione manca qualcosa… e, forse, qualcosa di fondamentale. E, se così fosse… cosa manca?

Manca proprio la Vita, perché la Vita non può essere passato, non può essere memoria e, già che ci siamo, non può essere nemmeno futuro. La Vita è Ora, non ieri, né domani.

Ma mi spingerei anche un po’ oltre… La Vita è Tutto Ciò che E’; non può essere divisa in un personaggio, in un contesto in cui il personaggio si troverebbe immerso, facendo distinzione, di fatto, tra un “dentro” e un “fuori”.

E il sentimento? O, se preferisci, il sentire che ci accompagna ad ogni istante dove lo mettiamo? Che posto ha nella storia? Se ci fai caso, perché nessuno ne parla mai, o quasi, nei suoi ricordi? Non sarà perché la vita, per la maggioranza degli esseri umani, è una “cosa”, come lo sono un frigorifero o una sedia?

E il paradosso è che persino il personaggio principale si percepisce come una cosa, con qualità, difetti, mancanze, pregi, ambizioni, desideri e via di questo passo.

Ma è mai possibile? Sì, lo è. Basta che indaghi, basta farci caso e lo puoi vedere da te, tutto intorno a te… e, forse, anche in te.

L’Essere non può certo possedere qualità, pregi o difetti… l’Essere è Essere, punto e basta. Tutto ciò che possiede delle qualità, qualsiasi esse possano essere, è semplicemente un oggetto. Ma sono pochi coloro che se ne rendono conto.

Ti ho “raccontato” qualcosa sulla percezione della Vita, ma non posso certo raccontarti cosa sia la Vita… non è che non voglio… proprio non sono in grado… e, forse, nessuno lo è. Quello che si può dire, eventualmente, è ciò che di sicuro la Vita non è.

La Vita non è una cosa, non è il passato, non è il futuro, non è un ricordo, non è divisibile in un dentro e un fuori o in un qua e un là, non accade a te o a me, ma accade e basta. E in questo “non essere” che fine fa il personaggio centrale della storia?

Oramai dovrebbe essere chiaro… scompare… perché non esiste alcun personaggio, ma solo Vita… che assume ogni forma le aggrada.

Detto questo, ti lascio alle tue riflessioni in merito, ovviamente, se per te ne vale la pena.

Con affetto, Sid… Love*

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