Lascia che le cose accadano.

Terra x Blog + Nero 2015

Impara a lasciare che le cose accadano.

Dobbiamo imparare a lasciarci andare, perché ogni cosa avviene a suo tempo.  Non hai bisogno di ulteriori motivazioni. Non hai bisogno di essere ispirato ad agire. Non hai bisogno di leggere nessun’altra lista o post che ti ricordi che non stai facendo abbastanza.

Ci comportiamo come se, leggendo abbastanza articoli e citazioni di Pinterest, improvvisamente un piccolo interruttore nel nostro cervello ci mettesse in moto. Ma, onestamente, ecco una cosa di cui nessuno parla mai in fatto di successo, motivazione, forza di volontà, obiettivi, produttività e tutte quelle parolone che negli ultimi tempi sono diventate popolari: sei come sei, fino a quando non lo sei più.

Cambi quando vuoi cambiare. Metti in pratica le tue idee nel momento migliore. È proprio così che succede. E ciò di cui ritengo tutti noi abbiamo bisogno, più di qualsiasi altra cosa, è questo: il permesso di essere in ogni momento quel che siamo.

Non sei un robot. Non puoi semplicemente tirare fuori dal cilindro la motivazione quando non ce l’hai. Qualche volta attraversi un periodo particolare. Qualche volta la vita si è manifestata. Vita! Te ne ricordi? Certo, ti insegna delle cose e qualche volta ti fa percorrere la strada più difficile affinché tu possa apprendere le lezioni più importanti. Ma non puoi avere il controllo su tutto. Puoi svegliarti ogni giorno alle 5 del mattino fino a quando non sarai stanco ed esaurito, ma se le parole o il disegno o le idee non hanno intenzione di concretizzarsi, non lo faranno. Puoi iniziare ogni nuovo giorno con le migliori intenzioni, ma se non è il momento giusto, non è il momento giusto e basta.

Devi concederti il permesso di essere un essere umano. Qualche volta il racconto non è pronto per essere scritto perché non hai ancora avuto l’ispirazione per il tuo personaggio principale. Qualche volta hai bisogno di due anni di esperienza in più prima di poter trasformare il tuo capolavoro in qualcosa che agli altri sembrerà reale, vero e concreto. Qualche volta non ti innamori perché qualsiasi cosa tu debba apprendere riguardo a te stesso può essere imparata solamente attraverso la solitudine. Qualche volta non hai ancora incontrato il collaboratore decisivo. Qual­che volta la tri­stez­za sem­bra av­vol­ger­ti per­ché, un gior­no, di­ven­te­rà la base sulla quale co­strui­re la tua vita.

Lo sap­pia­mo tutti: la no­stra espe­rien­za non potrà mai es­se­re ma­ni­po­la­ta. Ep­pu­re non ci com­por­tia­mo come se co­no­sces­si­mo que­sta ve­ri­tà. Siamo così du­ra­men­te im­pe­gna­ti nel ten­ta­re di ma­ni­po­la­re e con­trol­la­re le no­stre vite, da far di­ven­ta­re la crea­ti­vi­tà un gioco a cui è ob­bli­ga­to­rio vin­ce­re, da cer­ca­re una scor­cia­to­ia per il suc­ces­so per­ché gli altri l’han­no fatto, e da me­ta­bo­liz­za­re le emo­zio­ni e le in­cer­tez­ze come se que­ste fos­se­ro dei per­cor­si li­nea­ri.

Non puoi go­ver­na­re il si­ste­ma della tua vita. Sem­pli­ce­men­te non puoi. Non puoi riu­sci­re a con­trol­la­re ogni pos­si­bi­le esito o aspet­to in modo da non ce­de­re mai al­l’in­cer­tez­za e al­l’im­pre­ve­di­bi­li­tà le­ga­te a qual­co­sa che esula dalla tua com­pren­sio­ne. È il fon­da­men­to della pre­sen­za: mo­strar­ti come sei in que­sto mo­men­to, e fare in modo di ac­con­ten­tar­te­ne. Tut­ta­via non ci com­por­tia­mo in un modo che sup­por­ti que­sto stile di vita.

Riem­pia­mo ogni no­stro mi­nu­to con stru­men­ti per la pro­dut­ti­vi­tà e leg­gia­mo liste dei 30 mo­ti­vi per cui è me­glio esclu­de­re i na­tu­ra­li im­pul­si umani. Spes­so ci di­men­ti­chia­mo che siamo come siamo, fin­ché non lo siamo più. Ri­ma­nia­mo ugua­li fino a quan­do non cam­bia­mo. Pos­sia­mo com­pie­re pic­co­li passi in avan­ti adot­tan­do abi­tu­di­ni sa­lu­ta­ri e at­teg­gia­men­ti di vita che in­co­rag­gi­no la cre­sci­ta, ma non pos­sia­mo ba­ra­re sulle tem­pi­sti­che. Il tempo è una cosa alla quale spes­so di­men­ti­chia­mo di ras­se­gnar­ci.

Le cose ap­pa­io­no oscu­re fino a quan­do non lo sono più. La mag­gior parte della no­stra in­fe­li­ci­tà de­ri­va dalla con­vin­zio­ne che le no­stre vite do­vreb­be­ro es­se­re di­ver­se da ciò che sono. Cre­dia­mo di avere il con­trol­lo – e l’av­ver­sio­ne e il di­sprez­zo che pro­via­mo per noi stes­si sca­tu­ri­sco­no dal­l’i­dea che do­vrem­mo es­se­re in grado di cam­bia­re la si­tua­zio­ne, che do­vrem­mo es­se­re più ric­chi o più at­traen­ti o mi­glio­ri o più fe­li­ci. Anche se l’au­to­re­spon­sa­bi­liz­zar­si per­met­te di cre­sce­re per­so­nal­men­te, spes­so può por­ta­re a que­sto scon­ten­to e ama­rez­za che nes­su­no di noi ha bi­so­gno di por­ta­re con sé. Dob­bia­mo im­pe­gnar­ci al mas­si­mo e poi con­ce­der­ci il per­mes­so di la­scia­re che ac­ca­da quel che ac­ca­da – senza sen­tir­ci le­ga­ti tanto di­ret­ta­men­te e vul­ne­ra­bil­men­te ai ri­sul­ta­ti. Le op­por­tu­ni­tà spes­so non si pre­sen­ta­no nei modi che ipo­tiz­zia­mo.

Non hai bi­so­gno di ul­te­rio­ri mo­ti­va­zio­ni o ispi­ra­zio­ni per crea­re la vita che vuoi. Hai bi­so­gno di pro­va­re meno ver­go­gna per l’i­dea che non stai fa­cen­do del tuo me­glio. Devi smet­te­re di ascol­ta­re per­so­ne che si tro­va­no in cir­co­stan­ze e mo­men­ti della vita com­ple­ta­men­te di­ver­si dai tuoi, e che ti di­co­no che sem­pli­ce­men­te non stai fa­cen­do ab­ba­stan­za o che non sei ab­ba­stan­za. Devi la­scia­re che il tempo fac­cia il suo do­ve­re. Devi con­si­de­ra­re le bar­rie­re come delle le­zio­ni. Devi com­pren­de­re che ciò hai ora potrà di­ven­ta­re ispi­ra­zio­ne poi. Devi ren­der­ti conto che chiun­que tu sia ades­so di­ver­rà la tua iden­ti­tà in fu­tu­ro.

Qual­che volta non siamo an­co­ra le per­so­ne che avrem­mo bi­so­gno di es­se­re per riu­sci­re a con­te­ne­re tutti i no­stri de­si­de­ri. Qual­che volta dob­bia­mo la­sciar­ci evol­ve­re fino a quan­do non riu­sci­re­mo a far emer­ge­re ciò che vo­glia­mo. Di­cia­mo che qua­lun­que sia la cosa che de­si­de­ri, la vuoi ab­ba­stan­za. Così tanto da di­strug­ger­ti per riu­sci­re a ot­te­ner­la. Che ne dici di darti una cal­ma­ta? Forse il pro­ble­ma non è la mo­ti­va­zio­ne, ma sem­pli­ce­men­te il fatto che con­ti­nui a cer­ca­re di far ro­to­la­re un masso su per una mon­ta­gna che più spin­gi e più di­ven­ta alta.

Den­tro di noi c’è qual­co­sa di ma­gi­co che la­vo­ra in modi che non riu­scia­mo a com­pren­de­re. E che non riu­scia­mo a ma­ni­po­la­re. Le liste non ser­vo­no a nien­te. Non ne ab­bia­mo il con­trol­lo. Dob­bia­mo sem­pli­ce­men­te la­scia­re che le cose fac­cia­no il loro corso, fare un mo­men­ta­neo passo in­die­tro, smet­te­re di mal­trat­tar­ci sino ad an­nul­lar­ci, e la­scia­re in­ve­ce che gli in­gra­nag­gi gi­ri­no, per­ché lo fa­ran­no. Un gior­no o l’al­tro, que­sto mo­men­to avrà un senso. Abbi fede in que­sto. Con­ce­di­ti il per­mes­so di aver­ne fede.

Fonte del Post: Insider Pro

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