L’assoluta inutilità delle parole.

L’assoluta inutilità delle parole.

Leggendo il titolo di questo post, potresti aver pensato “Ah, ma che significa che le parole sono inutili?” …

La prima risposta che potrebbe giungerti potrebbe essere: Se, mentre stavi leggendo, ti è sorta una domanda… allora non stavi veramente leggendo, ma stavi ascoltando la tua mente.

La seconda risposta, sicuramente meno “scortese” della precedente, potrebbe essere: l’utilità o meno delle parole dipende dall’ambito in cui sono impiegate e dallo scopo per cui sono utilizzate.

Se ci dovessimo accordare per uscire insieme questa sera, senza le parole potremmo avere una qualche difficoltà per riuscire ad incontrarci, non credi? Se ti dovessi spiegare come andare da casa tua a Tokio, senza l’impiego delle parole, ugualmente, potresti avere una qualche difficoltà nella pianificazione del viaggio… mi pare evidente, no?

Ma potresti mai conoscere chi sono veramente attraverso le parole? Le parole potrebbero mai dipingere esattamente chi sei tu o chi sono io? Lo sai, vero, che le parole non saranno mai la “cosa” che descrivono? Ovvero, la parola “uomo” è un uomo? La parola vita è la Vita? Devo andare avanti? Credo di no.

Ma, premesso tutto ciò… le parole che usiamo, i concetti, le convinzioni, le idee, le credenze – che sono tutti elementi costituiti da pensiero-parole, cioè mente – sono farina del nostro sacco o provengono da sacchi altrui?

Sarebbe molto interessante ed istruttivo intraprendere una rigorosa disamina al riguardo, al fine di determinare, possibilmente con onestà intellettuale, la provenienza di quanto ci portiamo dietro, nello zaino della memoria… eh, sì, la memoria… perché, domando, quali parole potremmo mai utilizzare se fossimo sprovvisti di memoria?

E, altra domandona… che cosa sarà mai la memoria? Forse il ricordo del passato? Ma allora, sta a vedere che parola, memoria e passato hanno così tanto in comune, al punto che si possono assimilare ad un’unica “entità”… cioè: mente… la dimora preferita del passato.

E il futuro? Non preoccupiamoci del futuro, perché non è altro che il passato, spostato in avanti nel “tempo”, che, in questo caso, non può che essere “tempo psicologico”.

Eppure… nonostante quanto detto sopra, si continuano a cercare spiegazioni, interpretazioni, risposte… Pare proprio che la mente non riesca ad astenersi dal porre domande e dal ricercare risposte alle domande poste… in un circolo vizioso, sena sosta.

Non per nulla, atteggiamenti quali “devo trovare, devo capire, devo riuscire, devo scoprire”, eccetera, sono quanto di più consueto passi attraverso la mente dell’essere umano comune. Credo tu possa riscontrarlo anche in te.

La senti, sotto sotto, la vocina nella testa che ti mormora “senza di me non puoi fare nulla”? La senti quando afferma “se non comprendi da dove vengono i tuoi problemi continuerai a soffrire”? Ti accorgi di come non faccia altro che sciorinarti teorie, supposizioni, credenze e convinzioni, doveri e divieti che ti vende come Verità assolute, frutto del “tuo” pensiero critico o della “tua” esperienza? Sì? No?

Non sono, forse, tutte parole? Intelligenti, stupide, profonde, superficiali… mettila come ti pare, ma restano sempre e solo parole.

Hai mai fatto caso al fatto che quella che, qualche anno fa, ti era sembrata la soluzione perfetta ad un problema, oggi la ritieni nulla di più che una bufala, un abbaglio, una interpretazione sbagliata? E domani? Sarà esattamente lo stesso per la “soluzione” o “risposta” che hai adottato oggi… puoi esserne certo!

Lasciamo dunque perdere ogni tentativo di capire, ogni strategia da adottare, ogni credenza di cui cercare di convincersi… sono parole, parole, parole… nulla più.

La mente funziona esattamente così… e se non pensa, non teorizza, non suppone, non analizza, si sente morire… e, come te, del resto, di morire non ne vuole nemmeno sentire parlare. Questo non ti fa sorgere almeno un sospetto? Il sospetto che la mente e “Tu” siate la stessa identica cosa?

Ma chi si identifica in chi? Ovvero: sei tu che ti identifichi con la mente o, piuttosto, è la mente che si identifica in “Te”, che sei il Vivente?

Non ti chiedo di rifletterci su… ti chiedo, se possibile, di osservare… nulla di più… in Silenzio.

Questo osservare ti porterà una risposta? Spero proprio di no… altrimenti saremmo sempre lì, nel labirinto della mente. Non stiamo cercando nessuna risposta, pertanto, osserviamo e basta.

Ma come si fa a trovare una soluzione… osservando e basta?

Se ti fosse mai venuta in mente una simile domanda… credimi… non ti servirà a nulla aggiungere un oceano di parole…

Con affetto, Sid… Love*

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