Le fatiche quotidiane.

Terra x Blog + Nero 2015

La dissoluzione delle mille fatiche del quotidiano.

Nel libro “Sri Aurobindo – L’avventura della Coscienza” di Satprem, a pagina 86 si legge:

[…] “Ci sintonizziamo sempre sulla stessa lunghezza d’onda, ci lasciamo invadere da tutti i contagi. Ad esempio, ci troviamo in compagnia di Tizio o di Caio, in noi c’è silenzio e immobilità (il che non ci impedisce di parlare e di agire normalmente), e di colpo ecco che in questa trasparenza sentiamo qualcosa che ci tira, o che cerca di entrarci dentro, come una pressione o una vibrazione intorno a noi che può anche tradursi in un indefinibile malessere. Se la vibrazione ce la fa ad entrare, in pochi minuti ci ritroviamo a lottare con una depressione o un desiderio, con un’agitazione o una febbre: siamo stati contagiati. A volte non sono soltanto semplici vibrazioni che ci piombano addosso, ma vere ondate. Non occorre necessariamente stare insieme a qualcuno perché succeda: possiamo isolarci in cima all’Himalaya e ricevere lo stesso le vibrazioni del mondo. Da dove viene allora la nostra agitazione, il nostro desiderio, se non dall’abitudine di farci agganciare di continuo dagli stessi impulsi? Ma il ricercatore che ha coltivato il silenzio [serenità, distacco, pace interiore] non si lascia più intrappolare da questa falsa identificazione che invade il Circumcosciente”. […]

Cos’è il Circumcosciente? Esso può definirsi la Coscienza Circostante. Possiamo immaginarlo come una distesa di neve che ci circonda; questa neve è fatta per riflettere la luce del sole, per risplendere forte e sicura intorno a noi e connetterci con le più alte vibrazioni e frequenze dell’Uno. Il problema è che questa neve può sporcarsi facilmente, oscurarsi e corrompersi, disintegrarsi, a seconda del nostro stato interiore. E’ una specie di atmosfera individuale, circostante a noi e che funge da protezione esterna. Essa è abbastanza sensibile da percepire le oscillazioni del campo energetico intorno a noi, captarle, assorbirle e comprenderle, oppure rifletterle e restare trasparente.

La buona notizia è che la maggior parte delle “mille fatiche del quotidiano” sono superflue! Poiché, in realtà, non dipendono davvero da noi. O meglio, non nascono da una scelta cosciente. Non intendo dire che non abbiamo problemi da risolvere, situazioni da gestire, rapporti da costruire e impegni da mantenere. Sto affermando che tutto dipende dallo “stato interiore” con cui noi affrontiamo quel quotidiano che ogni giorno si pone davanti a noi, ricco di sfide e opportunità. Uno stato interiore che è continuamente perturbato da influenze esterne! E non parlo solo di persone con cui interagiamo, parlo di onde, vibrazioni e frequenze. Parlo di pensieri e forme pensiero che circolano attorno al nostro campo energetico.

Noi siamo letteralmente contagiati dalle perturbazioni atmosferiche dei pensieri e delle emozioni che fanno parte della matrice del mondo. Se non controlliamo e non impariamo a gestire questo processo, ci ritroviamo, senza preavviso, ondate di maltempo interiori, piogge, grandinate, tempeste, gelate e brutto tempo. Non sarà un caso che anche “là fuori” il tempo sta diventando imprevedibile e ingestibile?

La maggior parte delle forme pensiero negative e pesanti, che una volta entrate dentro di noi stimolano la produzione di emozioni che viaggiano su quella stessa frequenza (depressione, apatia, inquietudine, nervosismo, ansia, paura, angoscia, ecc.) scorrazzano libere nell’aria, in cerca di una cassa di risonanza. Ognuno di noi è una cassa di risonanza perfetta. Siamo come delle radio; una volta accese possiamo captare una serie considerevole di frequenze e far suonare la musica di ognuna.

La cattiva notizia è che queste perturbazioni e “fatiche” si sono così abituate ad entrare dentro di noi, come a casa propria, per affinità, che noi non le sentiamo neanche più arrivare. Abbiamo perso quella sensibilità propria del “circumcosciente”. Il meccanismo attraverso cui ce ne appropriamo e ci identifichiamo con loro scatta immediatamente. Nel “Reality Transurfing” di Vadim Zeland, queste entità vengono chiamate “Pendoli”. Un altro termine che le definisce, nel campo dello studio del sottile è “Egregora”.

Questi “Pendoli”, ovvero ammassi di energia stagnante collegata a certe frequenze e forme pensiero del campo energetico terrestre, hanno l’unico desiderio di agganciarci. Queste vibrazioni aspettano la prima occasione per precipitarsi dentro di noi. Con lo sviluppo della propria sensibilità e sensitività possiamo arrivare al punto di sentire con chiarezza la collera, il desiderio, la depressione che ci girano attorno! In nostro aiuto arrivano il silenzio interiore, l’auto-osservazione, l’ironia, il distacco, la sdrammatizzazione, il senso dello humor e la gratitudine costante (che sono solo alcuni degli strumenti più nobili del ricercatore moderno) che producono quella trasparenza che è in grado di vederle arrivare, prima che si aggancino.

I Terapeuti Esseni partivano dal principio che il campo energetico dell’aura umana interagisce costantemente con il nostro universo, interagisce con l’immenso magazzino dei pensieri viventi, un colossale serbatoio a sua volta composto da un gran numero di scomparti, in ciascuno dei quali andavano a finire tutte le forme pensiero della stessa vibrazione. Esiste uno scomparto con la somma di tutti i nostri pensieri di collera, un altro con tutti i nostri pensieri d’amore, i nostri odi e così via, fino ad esaurire la gamma di ciò che l’essere umano è capace di “emettere”…

Con un linguaggio più moderno, potremmo chiamarlo “campo morfogenetico”. Una sorta di rice-trasmettitore, con cui l’essere umano si mette in risonanza, quando alimenta dentro di sé un certo stato di pensiero e di focalizzazione di coscienza! Per questo gli antichi dicevano: «Alimenta la collera e berrai collera, genera amore e sarai nutrito dall’amore. Se dunque alimenti il conflitto, il conflitto scenderà dentro di te, ma se semini Dolcezza, la tua strada finirà per essere lastricata di pace e unione».

La seconda buonissima notizia è che queste oscillazioni energetiche le possiamo “respingere” e non farci adescare. A forza di essere respinte perdono vigore, finché un bel giorno decidono di lasciarci in pace. Possiamo sentire la loro ondata fermarsi, fino a diminuire drasticamente la loro presenza e, in alcuni casi, scomparire letteralmente (dopo un lungo lavoro su di sé). Questo collegamento costante (cordone ombelicale della sofferenza) si può interrompere; un bel giorno, con nostra sorpresa, costateremo che certe vibrazioni, che ci sembravano invincibili, non ci toccano più. Ci passano davanti come su uno schermo cinematografico, svuotate di qualsiasi potere. Possiamo osservare il loro “gioco”, e decidere di giocare con le nostre regole!

Non lasciatevi assorbire da tutte le pesantezze e le fatiche del quotidiano. Se ne creeranno sempre di più e vi porteranno in spirali di dolore sempre più pesanti. Tantissimi pensieri, emozioni, e modificazioni dell’umore sono “tentativi di agganciarci”. Sia quando siamo soli, sia quando sono gli altri a produrli. Impariamo ad osservare con distacco, a provare a respingere e iniziare a Scegliere Noi quali emozioni e pensieri produrre. Iniziamo a Scegliere le Frequenze di Gioia e Leggerezza con cui connetterci! Si può fare!

Andrea Zurlini

Fonte del Post: http://www.andreazurlini.it/blog22.html

WooshDe7Torna Su