Mauro Bergonzi: Il mare, le onde e l’acqua.

Il mare, le onde e l’acqua.

D.: = Domanda

D.: Passiamo la vita intera a sforzarci in tutti modi possibili nel tentativo di marcare sempre di più quest’idea di essere un individuo, qualcuno di separato, un po’ come quando da bambini sì ricalcava con diversi pennarelli colorati il bordo di un disegno, così da renderlo  sempre più marcato, più evidente: e più quel disegno si faceva marcato, più ci dava un senso di sicurezza, di esistenza.

E’ come se nel mare, a un certo punto, ci fossero tante forme fatte d’acqua, anche differenti le une dalle altre e, alle volte, si scontrano e, alle volte, si uniscono, ma queste forme apparentemente differenti e separate sono fatte tutte d’acqua! Analogamente, ogni cosa è fatta di una forza misteriosa, di energia, di vuoto, di consapevolezza, non so più come chiamarla!

Mauro: La tua metafora dei bambini che marcano i bordi del loro disegno per affermare la propria esistenza è illuminante. I ‘bordi’ intorno a qualsiasi oggetto percepito (per es. una mela) sono solo nella mente, stabiliti dal nome: in realtà, la mela non è altro che una escrescenza del ramo, che a sua volta non è altro che una escrescenza dell’albero e così via, in un unico processo senza separazioni.

Marcare i bordi di ‘mela’ significa accentuare talmente il suo nome, nella nostra mente, da convincerci che veramente ‘là fuori’ ci sia qualcosa di solido, permanente e separato.

Anche la metafora del mare è molto istruttiva: il mare è la coscienza in cui appaiono le onde (esperienze conosciute). Le onde-esperienze sono molteplici, una diversa dall’altra e vanno e vengono.

Il mare-coscienza è uno solo e non va da nessuna parte. Le onde non possono esistere separatamente dal mare, perché sono solo una sua attività: sono il mare che ‘ondeggia’, proprio come la coscienza vibra e si modula nelle esperienze che conosce. Poi c’è l’acqua (l’Assoluto inconoscibile), che è l’essenza sia del mare sia delle onde.

Nisargadatta ha detto: “Io vedo il mondo (le onde) apparire nella coscienza (il mare), che è la totalità del conosciuto nell’immensità dell’Ignoto (l’acqua)”.

Però non si tratta di tre distinti ‘livelli’ di realtà. E’ solo a causa dei limiti intrinseci al pensiero che siamo costretti a dividere in tre aspetti diversi ciò che, in essenza, è un’unica realtà non-duale: l’acqua, il mare e le onde sono contemporaneamente sempre la stessa cosa.

L’acqua (l’Assoluto) è ciò che resta quando i concetti di ‘mare’ e ‘onde’ collassano nell’Ignoto.

Mauro Bergonzi

Fonte: https://sites.google.com/site/ilsorrisodellessere/dialoghi-1

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