Nisargadatta Maharaj: Ciò che non sei.

Scopri ciò che non sei.

Un breve dialogo di Nisargadatta Maharaj con un suo benemerito interlocutore.

“Pensa con chiarezza e profondità, penetra nella struttura dei desideri e delle loro ramificazioni. [ … ] tu sei la pura consapevolezza che illumina la coscienza e il suo infinito appagamento. Perciò vivi in conformità.” Nisargadatta Maharaj

 

I.: = Interlocutore
M.: = Maharaj

I.: Sono pieno di desideri e ci tengo a soddisfarli. Come posso ottenere ciò che voglio?
M.: Sei certo di meritarlo? In un modo o nell’altro devi impegnarti per appagare i tuoi desideri. Mettici energia e attendi i risultati.

I.: Da dove prendo l’energia?
M.: Il desiderio stesso è energia.

I.: E perché ci sono dei desideri inappagati?
M.: Forse perché non sono stati abbastanza forti e tenaci.

I.: Sì, questo è il mio problema. Voglio le cose, ma sono pigro.
M.: Se il desiderio non è limpido e forte, non può prendere forma. [ … ]

I.: Eppure le persone comuni ottengono ciò che vogliono.
M.: Ma dopo aver desiderato molto e molto a lungo. E anche le loro conquiste sono limitate.

I.: E i desideri non egoistici?
M.: Quando desideri il bene comune, tutto il mondo vuole con te. Fa’ tuo il desiderio dell’umanità e agisci per esso. Lì non puoi fallire.

I.: L’umanità è opera di Dio, non mia. Io bado a me. Non ho il diritto di soddisfare i miei desideri? Posso garantire che non feriranno nessuno: sono legittimi. Sono giusti; perché non si avverano?
M.: I desideri sono giusti o sbagliati a seconda delle circostanze. Dipende da come li valuti. La distinzione tra giusto e ingiusto è solo umana.

I.: Con quali criteri si distingue? Come faccio a sapere quale dei miei desideri è giusto e quale no?
M.: Nel tuo caso, i desideri che portano al dolore sono sbagliati e quelli che portano alla felicità, giusti. Ma non devi dimenticare il tuo prossimo. Il dolore e la felicità degli altri, contano.

I.: I risultati sono nel futuro. Come posso sapere come saranno?
M.: Usa la mente. Ricorda. Osserva. Non sei diverso dagli altri. La maggior parte delle loro esperienze sono anche le tue. Pensa con chiarezza e profondità, penetra nella struttura dei desideri e delle loro ramificazioni. Sono la parte più importante del tuo sistema mentale ed emotivo e influenzano profondamente i tuoi atti. Non puoi abbandonare ciò che non conosci. Per superarti, devi conoscerti.

I.: Che significa conoscere se stessi? Che cosa esattamente vengo a conoscere?
M.: Tutto ciò che non sei.

I.: E non quello che sono?
M.: Ciò che sei, lo sei già. Conoscendo ciò che non sei, te ne liberi e rimani nel tuo stato naturale. Tutto accade spontaneamente e senza sforzo.

I.: E che cosa scopro?
M.: Che non c’è niente da scoprire. Sei ciò che sei e questo è tutto.

I.: Ma infine chi sono?
M.: L’ultima negazione di tutto ciò che non sei.

I.: Non capisco!
M.: È la tua idea fissa, di dover essere questo o quello, che ti acceca.

I.: Come me ne libero?
M.: Se hai fiducia in me, credimi: tu sei la pura consapevolezza che illumina la coscienza e il suo infinito appagamento. Perciò vivi in conformità. Oppure, se non mi credi, scava dentro di te con la domanda “Chi sono?”, oppure concentra la mente sull’”io sono”, che è essere puro e semplice.

I.: Da che dipende la mia fiducia in voi?
M.: Dal tuo scrutare nel cuore degli altri. Se non sai leggere nel mio, guarda nel tuo.

I.: Non mi riesce.
M.: Purìficati con una vita equilibrata e fruttuosa. Osserva i tuoi pensieri, sentimenti, parole e azioni. La tua visione si schiarirà.

I.: Non devo rinunciare subito a tutto e fare il randagio?
M.: Non puoi rinunciare. Puoi materialmente abbandonare la tua casa e mettere in difficoltà la famiglia, ma gli attaccamenti sono nella mente e non ti lasceranno fin quando non conoscerai la tua mente dentro e fuori. Per prima cosa conosci te stesso, tutto il resto seguirà.

I.: Ma se sono la realtà suprema – come dite – non ho già l’autoconoscenza?
M.: Certo che lo sei! Ma che parte di essa? Ogni granello di sabbia è Dio; saperlo è importante, ma è solo l’inizio.

I.: Vi credo: sono la realtà suprema. E poi?
M.: Te l’ho già detto. Scopri tutto ciò che non sei. Corpo, sentimenti, pensieri, idee, tempo, spazio, essere e non-essere “questo” o “quello” – niente di concreto o astratto che tu possa indicare – è te. Asserirlo, non serve. Puoi ripeterlo all’infinito, senza che accada nulla. Invece, osserva senza intermissione, soprattutto la mente – momento per momento – senza che nulla ti sfugga. Questa testimonianza è essenziale per separare il sé dal non-sé.

I.: La testimonianza, non è la mia vera natura?
M.: La testimonianza implica un testimone. Ancora in due!

I.: E che significa testimoniare il testimone: la consapevolezza della consapevolezza?
M.: Accostare parole non porta lontano. Va’ dentro e scopri ciò che non sei. Il resto non conta.

Tratto da: “Io Sono Quello“, di Sri Nisargadatta Maharaj

Fonte: https://www.meditare.net/wp/consapevolezza/scopri-cio-che-non-sei-nisargadatta-maharaj/

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