Nisargadatta Maharaj: Un colloquio.

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Nisargadatta Maharaj: Domande e risposte.

VISITATORE: Quando un ricercatore della verità pratica i suoi yoga, è assistito dal maestro interno, o è lasciato a se stesso in attesa del risultato?
MAHARAJ: Tutto avviene da sé. Il ricercatore e il maestro non fanno nulla. Le cose avvengono: biasimo e lode subentrano non appena s’instaura la coscienza di essere l’autore dell’azione.

VISITATORE: Strano! Perché l’autore certo preesiste all’azione.
MAHARAJ: Al contrario: l’azione è un fatto, l’autore è un concetto mentale. Il tuo stesso linguaggio mostra che l’azione è certa, l’autore no; spostare la responsabilità è un gioco squisitamente umano. Dato il numero infinito di fattori necessari all’accadere di qualsiasi cosa, si può solo ammettere che tutto sia responsabile di tutto, anche in senso lato. La coscienza di essere l’autore dell’azione è un mito fondato sull’idea illusoria del “me” e del “mio”.

VISITATORE: Perché l’illusione è così forte?
MAHARAJ: Perché è basata sulla realtà.

VISITATORE: Ma quanto c’è di reale in essa?
MAHARAJ: Trovalo, isolando e rifiutando l’irreale.

VISITATORE: Qual è il ruolo del revisore interno nella ricerca spirituale? Chi fa lo sforzo? Il sé esterno o quello interiore?
MAHARAJ: Hai inventato un mucchio di parole: interno, esterno, sforzo, sé, ecc., e t’industri a sovrapporle alla realtà. Le cose sono come sono, ma ci ostiniamo a incasellarle in uno schema linguistico. L’abitudine è così radicata, che tendiamo a negare realtà a tutto ciò che non sia verbalizzabile. Le parole sono simboli convenzionali che designano esperienze vissute.

VISITATORE: Qual è il valore dei libri di ricerca spirituale?
MAHARAJ: Aiutano a dissipare l’ignoranza. All’inizio servono, alla fine ostacolano. Bisogna sapere quando farne a meno.

VISITATORE: Qual è il legame tra l’atman e il sattva, lo spirito che sta in noi e l’armonia universale?
MAHARAJ: Come quello fra il sole e i suoi raggi. L’armonia e la bellezza, l’intelligenza e l’amore esprimono la realtà. Sono realtà in atto, la congiuntura dello spirito nella materia. Il tamas ottenebra, il rajas altera, il sattva esprime, e perfezionandosi elimina i desideri e le paure. Il reale si rispecchia in una mente tersa. La materia è redenta; lo spirito, svelato. Sono visti come un’unità. E sono sempre tutt’uno, ma la mente imperfetta li vede come due. Il compito dell’uomo è perfezionare la mente, perché in essa s’incontrano la materia e lo spirito.

VISITATORE: Mi sento come un uomo davanti a una porta. È aperta, lo so, ma è sorvegliata dai cani del desiderio e della paura. Che posso fare?
MAHARAJ: Obbedisci al maestro e sfidali. Comportati come se non ci fossero. Anche qui, l’obbedienza è la regola aurea. La libertà le è sottomessa. Per evadere dal carcere, è assolutamente necessario obbedire a quelli che si adoperano per la nostra liberazione.

VISITATORE: Le parole del maestro, se ci si limita ad ascoltarle, hanno poco potere. Per applicarle occorre la fede. Che cosa la suscita?
MAHARAJ: Al momento giusto, la fede viene. Tutto viene a tempo. Il maestro è sempre pronto a spartire, mancano i partecipanti.

VISITATORE: Anche Sri Ramana Maharshi diceva: i maestri sono molti, ma dove sono i discepoli?
MAHARAJ: Nel corso del tempo tutto accade e tutto passa, ma nemmeno un’anima andrà perduta.

VISITATORE: Ho paura di scambiare la conoscenza intellettuale per la realizzazione. Della verità, si può parlare senza conoscerla e si può conoscerla senza parlarne. Queste conversazioni saranno pubblicate. Che effetto faranno sul lettore?
MAHARAJ: Nel lettore attento e meditativo matureranno, fioriranno e daranno frutti. Le parole fondate sulla verità, e verificate a fondo, hanno potere.”

Tratto da: Nisargadatta Maharaj – Io sono Quello – Ubaldini, 2001

Fonte del Post: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/vedanta/colloquion.htm

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