Nisargadatta Maharaj: La Gita del non-nato.

La Gita del non-nato.

La sadhana di Nisargadatta Maharaj.

  1. La canzone del Non-nato non è mai stata cantata, eppure quello che è nato apparentemente si è preso cura di farlo, per annullarsi e essere ciò che è veramente.
  2. Cos’ero prima di nascere, prima che apparisse questa forma, prima che questo concetto temporaneo sorgesse e sparisse? Il Non-nato.
  3. Il mio corpo è un invitato, sono il padrone di casa. Cosa sarò quando l’invitato se ne andrà? Il Non-nato.
  4. All’apparire dell’”io-sono” illusorio, ho cominciato a “sapere” che io-sono, ma non prima. Rendendomi conto dell’errore, ho realizzato che il Non-nato è sempre lì, “senza saperlo”.
  5. Essendo il Non-nato, l’apparenza del nato è trascesa, ma è disponibile: posso apparire di usarla o no.
  6. Come Non-nato quale “sapere” può essere manifestato? Tutto quello che succede ed è sperimentato, è un’illusione misurata nella forma del tempo.
  7. Il mio stato vero di Non-nato è completo, indifferenziato, aldilà dell’esperienza, della nascita e della morte, è sempre presente, non è arrivato né andato altrove: è la gioia di non sperimentare questo corpo, poiché sono al di là, libero dall’illusione.
  8. Nulla mi è utile e una volta stabilito nel mio vero non-stato, non sono più innamorato di questo senso di essere: il corpo può venire o andare, ma come Non-nato sono sempre lì, senza spazio, senza tempo e senza attributi.
  9. Non medito più, poiché non posso più dimenticare che non sono mai nato. Rinuncio alle memorie che mi attaccano a un “io” nato e apparente. Quando recito: – Sono il Non-nato -, non c’è né nome né forma.
  10. Non sapere nulla è la perfezione! Quello che so è apparente e non ho nulla di cui ricordarmi o dimenticarmi. Il Non-nato non muore mai. Sono prima di tutto, prima dell’apparizione dell’infanzia, sono eternamente (ora).
  11. La mia nascita è falsa, il mondo e la mente sono irreali, sono stati proiettati su di me senza saperlo.
  12. Il Non-nato non sa che è vivo: non appena sembro (appaio) sapere che “io-sono”, la dualità si manifesta. Se non so che “io-sono”, sono perfetto. Se nello stato in cui sono sveglio, torno allo stato di Non-nato e del non-sapere, tutti gli stati spariscono.
  13. Non esiste la questione di entrare nello stato del Non-nato, sono sempre nel Supremo, prima dell’apparire del corpo-coscienza.
  14. Per realizzare pienamente il Non-nato, il nato apparente deve rimanere nella sorgente. Non so che sono il Non-nato, allora che conoscenza potrei avere? Questo non è un insegnamento, ma l’affermazione del mio essere vero, naturale: tutto ciò non posso raccontarlo a tutti quanti, ossia che sono sempre il Non-nato, uno stato di non-conoscenza. Ogni conoscenza dev’essere liquidata.
  15. Se la coscienza scompare, il Non-nato prevale sempre, prima della mente: la meditazione si deve fondere in Quello.
  16. Il Non-nato è prima della memoria, allora come può vedermi la memoria? Non ha dimenticato, ma la memoria si è dimenticata lei stessa. La storia non è mai potuta succedere. Prima della coscienza nello stato Non-nato, con quale strumento si può essere coscienti?
  17. L’apparente nato, con il suo sapere, è imperfetto. Il Non-nato, senza il sapere, è totale, completo, perfetto e la nostra vera identità: non si può descriverlo, solo esserlo, viverlo.
  18. La nascita, la vita e la morte fanno solo parte del tempo, della durata. Come Non-nato non conosco nessuno di quegli stati, poiché sono prima dell’apparire dell’”io-sono”, quindi prima del corpo-mente e anche quando questo sparisce. Non mi concerne quanto avviene nella coscienza.
  19. Date tutta la vostra attenzione allo stato prima che qualunque esperienza sia cominciata e sparirete come Non-nato.
  20. Chiudo gli occhi, mi dimentico ed eccomi come sono sempre: Non-nato.
  21. Come Non-nato non appartengo a nessun culto o credo; sono piuttosto stati creati da me stesso. Tutto quello che succede, non è il Non-nato, quello che È e non si manifesta, è il Non-nato. Tutte le credenze sono false: sono il Non-nato e non quello che è percepito o visto. Tutti gli avvenimenti e le attività sono falsi.
  22. Ciò che mi dà la possibilità della comprensione, diventa così sottile e fino che scompare e resto – il Non-nato. Realmente sono il Non-nato, quando non lo so. L’ultima conoscenza è la non-conoscenza.
  23. Il corpo sembra venire e partire, ma sono quello che sono, vivendo apparentemente con l’identità del Non-nato, che è prima dell’apparizione del corpo. La sola schiavitù dell’apparente-nato è la memoria costante che è un corpo. – Sono nato e morirò – è pura immaginazione dell’apparente-nato. Mi occupo bene del corpo, ma non sono quello.
  24. Sono stato posseduto dal fantasma dei cinque elementi, ma stabilizzandomi nel Non-nato, so quello che è e ne sono libero. Sonno profondo, sogno, veglia e la loro base, il “quarto stato” (turiya), sono stati temporanei apparsi su di me, ma io, il Non-nato, non sono nessuno di essi: non possono conoscere ciò che li precede. Il Non-nato lo sa, ma non appartiene al conosciuto.
  25. Tutto appare automaticamente e come apparente-nato, ho lasciato l’idea: ”Ho fatto” ed eccomi! … Non-nato. Così, sono prima dei cosiddetti antenati. Non ho genitori: sono e non sono e… né l’uno né l’altro. Ho realizzato l’”io-sono” pieno di concetti.
  26. Il mio mantra è: – Sono il Non-nato, senza far finta di esserlo – mai smettere questa pratica! Il Non-nato non è mai toccato dal mondo: l’apparente-nato deve essere convinto della propria irrealtà, che sia buono o cattivo, non ha importanza.
  27. Poiché non sono mai nato, la nascita è falsa, allora nessun’esperienza è vera: ho passato quindi la vita a raccontare menzogne! Tutte le molteplicità spariscono.
  28. La vita fuggirà, il corpo sembrerà morire, ma questo non toccherà per nulla il Non-nato, poiché il reale non muore mai e il non-reale non ha mai vissuto. Sentire l’”io-sono” è come un incidente: è il colpevole, che arriva all’improvviso e attiva la memoria e tutti gli stati che vi sono legati.
  29. Il Non-nato è indistruttibile, invisibile e sembra soltanto vedere ciò che è visibile e corruttibile. Le immaginazioni dell’apparente-nato non arrivano al Non-nato, poiché ha la convinzione che la nascita è falsa. Finché troverò interessante la mia maniera di vivere attuale, non realizzerò il Non-nato.
  30. Il Non-nato c’è prima del senso di presenza, prima del pensiero e dello spazio-tempo, non è né un’esperienza né un evento. I soggetti-oggetti appaiono, ma non siamo né l’uno né l’altro, ma qui-ora. Non è necessario raggiungere quello che si è già: non possiamo mai dimenticarlo. Il transitorio dell’apparente-nato è la prova della sua irrealtà.
  31. Comprendi cos’è la schiavitù durante 24 ore: non appena realizzi che non puoi essere un corpo-mente, sei il Non-nato naturalmente. Nessun bisogno di andare aldilà: il senso di essere apparente è annullato. Quando sradichi e rifiuti tutti i concetti, anche l’”io-sono”, che crea questo ciclo concettuale e, se sei maturo, ecco che ci sei: sono il Non-nato. A questo punto l’individuo è condannato a morte, ma anche la morte… è morta!
  32. Continua a restare nel testimone dell’”io-sono”, finché sparisce. L’”io-sono” crea lo stato di veglia, sogno, sonno profondo e poi di nuovo veglia: se questo scompare, solo il Non-nato resta, la tua vera proprietà.
  33. Recitare costantemente “sono il Non-nato” è una sfida alla mente fluttuante, la tiene al guinzaglio e la focalizza sull’obbiettivo. Questo significa che sono sempre qui, ma è la coscienza che viene e va. Se perdo interesse verso tutto quello che percepisco, è il modo più rapido per realizzare il Non-nato; le difficoltà e gli ostacoli diminuiranno, ma se lo faccio per averne un vantaggio, apparirà che non lo realizzi mai.
  34. La meditazione non può generare il Non-nato, poiché esso è già là, essa conduce l’apparente-nato ad avvicinarcisi ulteriormente, purifica la mente, fino alla sparizione dell’”io-sono”.
  35. Poiché non sei mai nato, non sei il corpo, allora perché ti preoccupi di tutti quegli stati che sembrano durare migliaia di anni? L’apparente-nato deve retrocedere prima dei pensieri (tornare a casa) e l’”io-sono” sparirà anch’esso e prevarrà solo il Non-nato: significa che ”sono sempre qui”. Tutto ciò che cambia appartiene alla mente. Il mondo non è mai esistito veramente, non è mai stato creato, è un sogno! Lo realizzo, ecco tutto.
  36. L’apparente-nato deve investigare la causa della sua nascita – l’”io-sono”, il primo suono e vedere in quello la causa di tutti i problemi e le miserie del mondo: con questa devozione si realizza il Non-nato. In realtà, l’essere, il corpo-mente e la nascita sembrano accadere, ma in realtà nulla di tutto questo ti ha mai toccato. “Cos’ero prima della nascita?” non c’è risposta, poiché la domanda diventa impossibile: la mente si ferma e il Non-nato prevale.
  37. Colui che sembra capire che chi è nato è irreale, è l’eterno Non-nato. Come Non-nato sei il testimone degli eventi della vita, ma non vi partecipi mai. È il posto in cui tutte le speranze, attese e desideri della vita dell’apparente-nato sono sciolti e annientati: anche la spiritualità ti sembrerà irreale. Allora, se tutto è irreale, sono anch’io irreale. Il Non-nato è talmente vicino, che non c’è affatto posto per il bisogno di intraprendere un cammino per arrivarci.
  38. Chi parla, chi cammina, chi è seduto? Sono espressioni dell’”io-sono”, il Non-nato non è l’”io-sono” che è sembrato sorgere su di te. Essere presente a questa frase, ci pone al limite tra sapere e non-sapere e permette di vivere il Non-nato: questo può succedere in questo preciso istante.
  39. La convinzione del Non-nato dev’essere tale che nessuna domanda possa sorgere a questo proposito. Come qualcuno che è morto e cremato, ci sono forse domande a proposito? Come Non-nato sei sempre in uno stato prima delle parole: ogni percezione, ogni espressione, ogni azione appartiene all’apparente-nato e non è reale. Per colui che ha realizzato il Non-nato, l’”io-sono” apparente è presente, ma non vi dà molta importanza. Sembra servirsene quando è necessario, ma non è guidato dall’”io-sono”.
  40. Il corpo è scomparso, anche la coscienza, né forma né individuo, nemmeno il nulla, sono il Non-nato. Sono senza il sapere, perché non è più necessario. Non è una questione di tempo, è sufficiente percepirlo profondamente. Si verifica che non si può creare qualcosa dal nulla. Se fai un’inchiesta sul principio di nascita, realizzi che l’”io-sono” mantiene se stesso, ma tu non lo sei, poiché non sei mai nato! – ma sento questo “io-sono” soltanto a causa di quell’incidente della cosiddetta nascita.
  41. La Gita del Non-nato è un distruttore della comprensione spirituale, non bisogna solo leggerla, ma applicarla nel quotidiano. Più siamo convinti di questo, più tutto apparirà come illusorio. Non si cadrà più in tutte quelle affermazioni spirituali o logiche esposte da altri: sono solo pesi, che aumentano la nostra miseria; il Non-nato rifiuta tutto il cumulo pesante degli insegnamenti religiosi. Qual’è la tua identità? Qual’è la tua convinzione a proposito di quello che sei? La sola risposta valida è: – Sono il Non-nato -. È solo sorto il senso di presenza, ma nessun’identità o individualità.
  42. Il sentimento di aver compreso ”sono il Non-nato” è anch’esso illusorio, perché l’apparente-nato che credo di essere ancora, ha trovato qualcosa che può essere divulgato ad altri, ma non ci sono ”altri”. Il Non-nato ingoia l’intero universo. Senza coscienza non c’è mondo, anche se questo appare importante: come Non-nato ne sono distante. Se sei Non-nato, non importa se il corpo resta o sparisce.
  43. Sono Non-nato, allora, prima del concepimento, chi mi ha spinto in una matrice? Mio padre, mia madre? Sarebbe possibile solo se avessi già una forma qualunque prima del concepimento, allora questo essere e questo mondo sono irreali. Sono sempre in questo stato perfetto, che l’essere sia presente o assente. Poiché non sono né il corpo né il senso di presenza, né il tempo, perché dovrei inquietarmi della loro partenza? Prevalgo sempre prima, dopo, senza soggetto o oggetto: non lo si comprenderà mai! Tutto quello che si capisce, non è il Non-nato.
  44. La creazione del mondo appare sorgere da me stesso – ma il Non-nato, la mia vera natura, ne è distante: non è un cammino e non vi è direzione, è una dissoluzione istantanea di ogni illusione. L’”io-sono” e l’”io-non-sono” sono dimenticati e questo apparirà come un gran sentimento di riposo. Non c’è destinazione: un suono ha forse uno scopo? Tutto quello che si esprime qui è, in fondo, falso, poiché tutte le parole provengono dall’”io-sono”. Come Non-nato non posso dire nulla, poiché è aldilà di ogni espressione. La coscienza si annulla gradualmente, distaccandomi dalle attività mondane, poiché sono convinto di non farne parte: il Non-nato non può esserne toccato. Anche il momento presente è irreale.
  45. I dispiaceri accadono e come tutte le conoscenze acquisite, mi rinchiudono, se dimentico il mio vero stato di Non-nato: allora ci si preoccupa di un cadavere ambulante, invece di tornare indietro al luogo dell’immaginaria nascita, per la conferma se eravamo veramente nati, in realtà senza mai trovare nulla. I desideri appaiono, credo di esaudirli, eppure non ho identità, sono il Non-nato. Nessuna delle mie apparenti identità è rimasta: infanzia, adolescenza, maturità, vecchiaia, non sono mai state oneste con me, sono false e un giorno spariranno tutte.
  46. Come l’acqua mescolata all’acqua è sempre acqua, se sono Non-nato, tutto è Non-nato ed è tutto quello che È: i nomi e le forme sono tutti irreali, non provo a chiarire con l’intelletto il Non-nato, ma l’accetto tale e quale. Divento senza nascita e senza morte. Questo diventa la mia meditazione costante e la mia passione.
  47. Essendo il Non-nato, appaio accettare che non c’è né dio, né devozione – salvo la devozione al guru Non-nato o sat-guru (esterno-interno) – non sono né un santo, né un guru colto, non vivo qui per sempre, allora perché inquietarsi dei beni o di ammassarne? Lo scopo di questa Gita è di far esplodere tutti i concetti e di stabilirmi nello stato del Non-nato. Allora perché perdere del tempo in altre cose? Tuttavia, non significa eseguire male i doveri quotidiani, al contrario, saranno eseguiti meglio e in modo imparziale.
  48. Non ho apparenza, immagine o colore, non ho bisogno di libertà, poiché sono aldilà della libertà. Non sono né nello spazio, né nel tempo. Tutto quello che proviene dalla memoria o immaginazione instabile, il Non-nato è prima della memoria e dell’immaginazione, quindi stabile. Quello che nasce deve avere qualcosa da ricordare, discriminare, allora che c’è di meglio che il ricordo di: ”Sono il Non-nato”? Il mondo oggettivo non è la mia vera dimora, ecco perché sento questa tristezza.
  49. Sono il Non-nato, allora che bisogno c’è di rinunciare al mondo, basta comprenderne l’irrealtà, poiché non sono questo principio di nascita. Il guru Non-nato (sat-guru) non ha bisogno di un uditorio immenso, né fama, né monasteri o ashram. Ricorda solo che nessuno è mai nato. Colui che ignora la sua vera natura dirà che “il destino è inevitabile”, il sat-guru Non-nato dirà che “il Non-nato è inevitabile”. Se il sentimento che non sono mai nato è stabile, non c’è null’altro da fare: realizzo che non sono mai stato limitato, allora che senso ha la libertà? Ho dimenticato di essere Non-nato, allora credo di avere desideri e bisogni che sono solo imaginari. È follia andare a cercare la verità del mio essere che è Non-nato.
  50. In quest’attenzione costante al Non-nato, investigando che cosa, quando e dove sono in questo corpo, appare che rifiuti tutte le parole e anche le parole ”non sono mai nato”. Tutte le differenze spariscono, la persona sparisce, la presenza si allarga ovunque e evapora lasciandomi come Non-nato, senza che lo sappia. Provando un sentimento di devozione, di fede e speranza nelle parole ”sono il Non-nato “ del guru Non-nato, ricordandomelo costantemente, distruggo l’illusione e resto nel Sé Non-nato.
  51. Osservo il film nel teatro dell’”io-sono”, considerandolo distruttibile e impermanente, così lo trascendo nel Non-nato e mi libero dallo strangolamento dell’irrealtà. Ricordando costantemente “non sono mai nato”, mi purifico talmente dalla mia immagine, che tutto sparisce e il Non-nato rimane, senza saperlo: esso mi fa uscire dal mondo mentale dei vantaggi e svantaggi: tutto quello che sapevo diventa ignoranza.
  52. Non posso apparire di trascendere l’attività finché non ho realizzato che sono il Non-nato, che il fatto che io esista è un’illusione, la cui natura è di dividere e far apparire l’unità come molteplicità. L’”io-sono” che appare sul Non-nato è il seme dell’illusione, i miei genitori, la nascita e la morte fanno parte dell’ignoranza di quel granello di “io-sono”. Dire “sono nato” è già improprio, appena lo pronuncio ho già corrotto la realtà, poiché nessun nome o forma può esserle dato.
  53. Nello stato di sonno profondo, prima della nascita o dopo la morte non sono presente all’”io-sono”: CHI non è presente? Il Non-nato. Immagino di provare sensazioni di bene o di male, che faccio questo o quello, ma non faccio nulla, tutto è un’illusione. Tutte le pratiche e le austerità si rivelano allora ricreazioni della mente: la devozione al Non-nato è l’unica valida. È lo sfondo immutabile sul quale appaiono il mondo e il resto.
  54. La mente del Non-nato non ha memoria e agisce con pertinenza. L’apparente-nato possiede la memoria e quindi non agisce, ma reagisce. Tutte le ansietà e le paure appartengono al mondo e non sono mai le mie. Non ho bisogno di diventare saggio, poiché sono Non-nato. Non c’è domani, né spazio-tempo, né corpo, né intelletto, né mente: sono solo idee che spariranno come il concetto “io-sono”.

Non sono quello che osservo, sconfesso totalmente quelle cose, sono totalmente Non-nato. Quello che sembro fare o pensare, è per vivere la vita, ma una volta terminato, ritorno al richiamo della verità che “non sono mai nato”.

Dal mio punto di vista del Non-nato, il mondo e l’universo non sono mai stati creati, nessun Pandit o insegnante spirituale potrà accettare quello che non può essere espresso a parole. Sono il Non-nato e l’esistenza è immaginaria, anche per l’immaginario-nato che sembra leggere la Gita del Non-nato: nulla è mai successo. Se dopo aver espresso tutto questo, si cerca ancora un consiglio spirituale o un’istruzione, significa che non si è capito nulla. La Gita del Non-nato non ha inizio né fine: l’inizio è la fine e la fine l’inizio

La sadhana di Nisargadatta Maharaj, frasi tratte dal testo di Pradeep Apte.

Fonte: http://www.isabelladisoragna.com

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