Trovare la pace.
Visitatore: Mi sento irrequieto. Come posso trovar pace?
Maharaj: A che ti serve la pace?
V.: A essere felice.
M.: Non sei felice adesso?
V.: No.
M.: Cosa ti rende infelice?
V.: Ho ciò che non voglio e voglio ciò che non ho.
M.: Perché non fai il contrario? Tieni a ciò che hai e non curarti di ciò che non hai.
V.: Io voglio il piacere e non il dolore.
M.: Come fai a sapere ciò che è piacevole e ciò che non lo è?
V.: Dalle mie esperienze passate, chiaramente.
M.: Guidato dalla memoria, hai tentato di inseguire il piacere e di evitare il dolore. Ci sei riuscito?
V.: No, affatto. Il piacere non dura e il dolore ritorna.
M.: Quale dolore?
V.: Il desiderio del piacere e la paura del dolore sono entrambi stati che provocano tormento. Non esiste uno stato di piacere inalterabile?
M.: Ogni piacere, fisico o mentale, ha bisogno di un mezzo. Sia i mezzi fisici che quelli mentali sono materiali, si logorano e si esauriscono. Il piacere che arrecano è necessariamente limitato quanto a intensità e durata. Il dolore sta alla base di tutti i tuoi piaceri e tu li desideri perché soffri. D’altra parte, la ricerca stessa del piacere è fonte di dolore. È un circolo vizioso.
V.: Riesco a vedere il meccanismo della mia confusione, ma non vedo vie d’uscita.
M.: Il fatto stesso di esaminare il meccanismo ti mostra la via d’uscita. Dopotutto, la confusione è solo nella tua mente, che finora non si è mai ribellata alla confusione e non l’ha mai tenuta in pugno. Si è ribellata soltanto al dolore.
V.: Quindi non posso far altro che rimanere confuso?
M.: Sii attento. Mettiti in questione, osserva, indaga, impara tutto ciò che puoi sulla confusione, studiane i meccanismi e guarda che effetti ha su di te e sugli altri. Quando hai ben chiaro cos’è la confusione, te ne sei liberato.
Tratto da: “Io sono quello”, di Nisargadatta Maharaj