Omraam Mikhaël Aïvanhov: Io sono Lui.

Io sono Lui: Quintessenza.

Uno dei fini precipui degli esercizi meditativi è quello di rinvenire il proprio volto originale, la peculiarità primeva, la quintessenza universale, la singolarità divina implicita. Per raggiungere siffatta realizzazione è indispensabile – secondo Aivanhov – servirsi del grimaldello del pensiero.

La concentrazione, mirata a bypassare la sfera sensoriale, è il primo passo di ogni pratica. Anche se eviteremo accuratamente di identificarci con i singoli pensieri, tuttavia la strada per conquistare l’empireo virtuale della super-coscienza è pur sempre la mente…

Discutere, se non arzigogolare sulla quintessenza potrebbe sembrare pleonastico. Tuttavia, centrarsi – su se stessi, come sull’universo a-temporale di cui siamo parte integrante – equivale a riconoscere la propria inalienabile origine.

Tutto il processo della contemplazione e della meditazione percorre e ripercorre la falsariga di questo binario esistenziale.

«Tramite la meditazione e la contemplazione, il discepolo cerca di fondersi con la Divinità. Gli Iniziati dell’India hanno condensato questo esercizio di fusione nella formula: «Io sono Lui» (Aham Soham. nota di Sid), ovvero solo Lui esiste, io sono solo un riflesso, una ripetizione, un’ombra; esisto solo nella misura in cui sono in grado di fondermi in Lui.

In realtà, noi non esistiamo in quanto creature separate dal Signore: facciamo parte di Lui. Ecco perché la Scienza iniziatica insegna all’uomo i metodi da utilizzare per staccarsi dalle immagini illusorie che ha di se stesso. Quando diciamo «Io sono Lui», comprendiamo che non esistiamo esternamente al Signore e ci leghiamo a Lui, ci avviciniamo a Lui fino a diventare un giorno come Lui.»

«La quintessenza è quanto di più perfetto si possa trovare in tutto ciò che esiste. È un profumo, è qualcosa di prezioso che si diffonde e irradia senza fine. Un solo grammo di quella materia preziosa, ed ecco che particelle e particelle se ne vanno nello spazio, senza che essa possa diminuire. La quintessenza dell’uomo è il suo spirito.

E ricordatevi che quella quintessenza si ottiene solo tramite il pensiero. Ad esempio, quando incontrate delle difficoltà, quando siete infelici, quando avete perduto ciò che possedevate, vi rimane sempre il pensiero. Allora, lavorate col pensiero, concentratelo, dirigetelo verso il Cielo per entrare in comunicazione con le entità superiori, e ci sarà sempre un miglioramento.

Tramite la preghiera e la meditazione si può ritrovare tutto. Certi esseri erano così infelici che volevano scomparire, suicidarsi, ma hanno pregato, pregato… col pensiero sono entrati in comunicazione con mondi straordinari e hanno compreso che, in realtà, non avevano perduto nulla e non avevano subito alcun male. Di nuovo si sentivano ricchi e felici. Ecco cosa significa possedere la quintessenza.»

Tratto da: “I frutti dell’albero della vita, Opera Omnia vol. 32”, di Omraam Mikhaël Aïvanhov

Fonte: https://www.meditare.it/wp/risorse/io-sono-lui-quintessenza-aivanhov/

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