Osho: Cosa significa “Identificazione”?

Cosa significa “Identificazione”?

Tutto ciò che dico è: osservare è giusto, non osservare è sbagliato.

Lo rendo davvero semplice: Osserva.

Non è cosa che ti riguardi – se sta passando l’avidità, lasciala passare; se sta passando la rabbia, lasciala passare.

Chi sei tu per interferire?

Perché ti metti a pensare: “Sono avido… sono arrabbiato”? C’è solo un pensiero di rabbia che sta passando. Lascialo passare; tu osserva.

Un’antica storia….

Un uomo, che era andato fuori città, torna e trova che la sua casa sta andando a fuoco. Era una delle case più belle della città e l’uomo l’amava veramente. Tante persone erano pronte a dargli anche il doppio del prezzo della casa, ma lui non aveva mai acconsentito per nessun prezzo e ora la casa sta bruciando davanti ai suoi occhi. Si sono radunate migliaia di persone, ma non c’è nulla da fare …

Il fuoco ormai si è esteso al punto che, anche spegnendolo, non si può più salvare nulla. Quindi l’uomo si sente molto triste.

Ma poi arriva di corsa suo figlio e gli sussurra all’orecchio: “Non ti preoccupare. L’avevo venduta ieri, e a un ottimo prezzo – tre volte il valore… L’offerta era così buona che non potevo aspettare il tuo ritorno. Perdonami”.

E il padre dice: “Hai fatto benissimo, se l’hai venduta a tre volte il suo prezzo originale”. Ora il padre è diventato anche lui un osservatore, in mezzo ad altri osservatori. Un attimo prima non era un osservatore, era identificato. È la stessa casa, lo stesso incendio, tutto è lo stesso – ma ora non lo riguarda più. Si gode lo spettacolo insieme a tutti gli altri.

Poi il secondo figlio arriva di corsa e dice al padre: “Ma cosa fai? Stai sorridendo – mentre la casa va a fuoco?” Il padre dice: “Non sai, tuo fratello l’ha venduta”. Ma quello replica: “Si è parlato di venderla, ma niente era ancora concluso e l’uomo ora non la comprerà più”.

Di nuovo, cambia tutto. Le lacrime, che erano scomparse, ritornano negli occhi del padre, il sorriso non c’è più, il cuore gli batte forte. L’osservatore se ne è andato. È di nuovo identificato.

Poi arriva il terzo figlio e dice: “Quell’uomo è un uomo di parola. Vengo adesso da lui. Ha detto: ‘Non importa se la casa è bruciata, è mia. E pagherò il prezzo che avevo stabilito. Tu non lo sapevi, come non lo sapevo io, che la casa si sarebbe incendiata’”. Il padre diventa di nuovo un osservatore.

L’identità non esiste più. In realtà, nulla è cambiato; tutta la differenza nasce dall’idea: “Sono il proprietario, sono identificato con questa casa”.

Il momento successivo pensa: “Non sono identificato. Qualcun altro l’ha acquistata; non ho nulla a che fare con essa, lascia pure che bruci”.

Questo semplice metodo di osservare la mente, di non avere nulla a che fare con essa… La maggior parte dei pensieri non sono tuoi, ma appartengono ai tuoi genitori, agli amici, ai libri, ai film, alla televisione, ai giornali.

Prova a contare quanti pensieri appartengono a te e ti sorprenderà vedere come nemmeno uno sia tuo. Arrivano tutti da altre fonti, sono presi a prestito – sono stati scaricati su di te da altri, oppure li hai stupidamente tu stesso scaricati su di te, ma nulla è tuo.

La mente c’è e funziona come un computer. È letteralmente un bio–computer. Non puoi identificarti con un computer. Se il computer si scalda, non ti scaldi anche tu. Se il computer si arrabbia e inizia a dare segnali espressi in imprecazioni oscene, non devi preoccuparti.

Puoi vedere cos’è che non va, dov’è che qualcosa è andato storto. Ma rimani distaccato. È solo un piccolo trucco… Non posso nemmeno chiamarlo un metodo, perché diventa una parola troppo impegnativa; lo chiamo un trucco.

Continui a farlo e un giorno, di colpo, diventi capace di farlo. Fallirai molte volte; non c’è nulla da preoccuparsi… non hai perso nulla, è una cosa naturale. Ma, semplicemente praticandolo, un giorno accade. Quando è accaduto, quando anche per un solo istante sei diventato l’osservatore, ora sai come diventare l’osservatore – l’osservatore sulla collina, molto distante. La mente è tutta laggiù, nell’oscurità della valle e tu non devi fare nulla.

La cosa più strana della mente è che, se diventi un osservatore, inizia a dissolversi. Proprio come la luce disperde l’oscurità, osservare dissolve la mente, i pensieri, l’intero apparato.

La meditazione è semplicemente osservazione, consapevolezza. È una rivelazione – non ha nulla a che fare con l’inventare. Non inventa nulla; scopre solo ciò che c’è già.

E cosa c’è? Quando entri, scopri un vuoto infinito, che ha una bellezza straordinaria, è silenzioso, colmo di luce, fragrante – sei entrato nel ‘regno di Dio’; nei miei termini, sei entrato nel divino.

Dopo aver fatto esperienza di questo stato, in questo spazio, ne emergi come una persona completamente nuova, un uomo nuovo. Ora possiedi il tuo volto originale. Le maschere sono scomparse.

Vivrai nello stesso mondo, ma non allo stesso modo. Ti troverai in mezzo alle stesse persone, ma non con lo stesso atteggiamento o lo stesso approccio. Vivrai come un loto nell’acqua: immerso nell’acqua, ma senza che l’acqua ti sfiori.

Tratto da: Unconsciousness to Consciousness, #20, di Osho

Fonte: www.osho.com

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