Osho: L’ Amore è l’unico Miracolo.

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Che cosa è l’amore?

L’amore è l’unico miracolo che esista. L’amore è la scala dall’inferno al paradiso. Avrai compreso tutto, quando apprenderai a perfezione l’amore; sfuggendo l’amore ti lascerai sfuggire la vita intera.

Coloro che chiedono di Dio, in realtà non stanno chiedendo di Dio; in realtà non chiedono, stanno solo dichiarando di non aver conosciuto l’amore. Chi conosce l’amore ha conosciuto l’Amato: l’amore è l’intuizione nell’Amato. Chi chiede che cosa sia la luce, afferma semplicemente di essere cieco. Chi chiede che cosa sia Dio, afferma semplicemente che il suo cuore non è ancora sbocciato nell’amore.

Non chiedere mai di Dio. Se non riesci a vederlo, significa semplicemente che non hai occhi per vedere. Se non riesci ad ascoltarlo, significa semplicemente che sei sordo. Se non riesci a toccarlo, significa semplicemente che sei privo di mani, sei privo di qualsiasi sensibilità.

Il problema non è Dio, Dio non può essere il problema. Dio non è lontano, Dio è qui e ora. Tutto ciò che è, è in Dio ed è Dio… ebbene, come può Dio essere il problema? Dio non va cercato: dove lo cercherai? Egli è ovunque: devi solo imparare ad aprire gli occhi del
tuo amore. Quando l’amore ha penetrato il tuo cuore, Dio è lì. L’Amato è nel fremito dell’amore: nella visione dell’amore dimora la visione di Dio.

Dunque, Dio è l’unica vera alchimia interiore: trasforma la tua vita materiale nel divino. Dico che è l’unica alchimia perché trasforma il metallo vile in oro. La vita senza amore è un avvenimento spento, grigio; privo di colori, senza canzoni, senza celebrazioni. Ci si può trascinare e sperare soltanto nella morte: la morte verrà e ti libererà da questa lunga e monotona situazione.

L’amore trasforma l’intera atmosfera del tuo essere interiore, e con questo cambiamento l’intera esistenza cambia. Niente è mutato all’esterno, ma quando sei colmo d’amore hai accesso a un’esistenza totalmente diversa.

Dio e il mondo non sono due cose separate, sono un’unica esistenza. C’è solo un’esistenza: guardata senza amore, sembra materiale; osservato senza amore, Dio appare come il mondo, samsara. Visto con amore, il mondo si trasforma, è trasfigurato… e il mondo in sé diventa divino.

Il cuore, pulsando in amore, diventa un flauto sulle labbra di Dio… e nasce una canzone. Quella canzone è religione.

La religione non ha niente a che fare con le chiese, i templi e i rituali: la religione nasce solo quando qualcuno pulsa con amore. ogni individuo deve far nascere una religione, e fino a quando non hai fatto nascere una religione dentro di te, non sei religioso; non puoi
unirti a un’organizzazione e diventare religioso, ricorda: la religione non è una organizzazione alla quale appartenere.

Per essere religioso devi far nascere la religione nel tuo centro interiore, nel tuo intimo: quando la religione nasce in quel luogo, solo allora si diventa religiosi. Non diventando un cristiano ma diventando un Cristo, non diventando un buddhista ma diventando un Buddha, la religione nasce solo in questo modo.

Quando nasci nell’amore, la religione nasce in te; e a quel punto tutta la tua vita è una melodia, una canzone meravigliosa. Allora sarai sorpreso vedendo che nulla è fuori posto: tutto è in armonia. In questo momento, nulla è in armonia; adesso sei un gran caos, adesso sei un’anarchia. Adesso sei solo rumore di traffico: corri in ogni direzione, vai in pezzi, ti disintegri. Per il momento non sei altro che angoscia, agonia. Quando nasce l’amore hai un centro; quando nasce l’amore sei centrato, e tutto entra in sintonia con il centro.

Diventi un’orchestra, un’armonia meravigliosa, ora nascosta in te; l’hai portata nel mondo ma ancora non si è manifestata: manifestala! Lascia che il tuo amore si manifesti. In quella manifestazione sarà la tua preghiera.

Nel Talmud si racconta una storia incredibilmente bella. Un pagano andò da Hillel, un grande mistico ebreo, e gli chiese cinicamente: “Insegnami la Torah mentre sto su un piede”.

Questa persona cinica e scettica disse a Hillel: “Se hai capito la Torah ripetimi la sostanza, il sunto, l’essenziale. Mentre sto su un piede, raccontami tutto ciò che è contenuto nella Torah”.

Lo scettico era stato anche da altri mistici, ma costoro non dovevano essere veri mistici; erano grandi teologi, filosofi, pensatori, pandit, studiosi. Tutti si rifiutarono, dicendo: “È impossibile! La Torah necessita di anni di studio, lo studio di una vita. La Torah non può essere sintetizzata in poche frasi, sarebbe sacrilego. Non è possibile”. Ma Hillel accettò e rispose immediatamente: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Questa è tutta la Torah, il resto sono commenti”.

L’amore è tutta la Torah, il resto sono commenti. E che cos’è l’amore? Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Questo è il criterio dell’amore: fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te. Qualsiasi cosa chiedi per te stesso concedila anche agli altri.
Qualsiasi cosa non vuoi che ti accada, non farla agli altri.

Pensa a te stesso come al centro dell’esistenza. In realtà, non pensare agli altri come “altro da te”: esisti solo tu, e anche negli altri esiste la stessa vita, la stessa canzone che aspetta di essere espressa, lo stesso impulso a elevarsi verso il divino, la stessa
ricerca, la stessa indagine, lo stesso cuore che anela, la stessa agonia, la stessa estasi…

Questo amore è in attesa, dentro di te. Non esiste alcuna necessità, può aspettare e tu puoi morire. La nascita è alle tue spalle. Sei già nato: nessuno te l’ha chiesto, il tuo permesso non è stato preso minimamente in considerazione, neppure ti è stato domandato dove volevi nascere e che cosa volevi diventare. Ti sei sempre ritrovato
nel mezzo della vita; sei già qui. La nascita non è una scelta per te… e neppure la morte.

All’improvviso, un giorno, arriverà la morte; senza neppure darti il minimo avvertimento; né aspetterà un solo istante. La nascita ti accade, la morte ti accade: sono al di là di te, non puoi farci nulla. Tra la vita e la morte c’è solo una cosa che puoi fare, che puoi agire, ed è l’amore.

Questi sono i tre grandi eventi dell’esistenza: vita, amore, morte. La vita è già accaduta. La morte accadrà inevitabilmente, è una certezza. In un certo senso, nascendo, hai già fatto un passo verso la tomba. Il giorno in cui nasci hai completato metà del viaggio; la metà restante richiederà un po’ di tempo… o un po’ di più! Con la vita è entrata in te anche la morte: ora resta solo una cosa da fare, che tu puoi fare, qualcosa che dipende da te, ed è l’amore. E poiché dipende da te, è più che probabile che tu possa lasciarti sfuggire questa occasione. Questa è l’agonia dell’amore: puoi mancarlo. se non fai qualcosa, se non stai attento, se non ti muovi verso l’amore coscientemente, deliberatamente, corri il rischio di lasciartelo sfuggire.

È possibilissimo che tu possa non essere in grado di svilupparlo; da qui la paura, il tremore, l’angoscia, l’ansia: ci riuscirò? Sarò in grado di addentrarmi nell’amore? Riuscirò a fluire nell’amore? Tuttavia, accanto a questa agonia c’è un’estasi: l’estasi della
libertà.

La paura esiste a causa della libertà. Se anche l’amore fosse predestinato, così come lo sono la vita e la morte, allora non ci sarebbe alcun timore, ma in quel caso non ci sarebbe neppure alcuna estasi, perché l’estasi è possibile solo quando tu raggiungi qualcosa,
quando coscientemente scegli qualcosa, quando deliberatamente tu arrivi da qualche parte, quando è un tuo viaggio e non vi sei stato trascinato a forza.

Questa è la bellezza dell’amore ed è anche il pericolo.

Tratto dal libro: “Quell’oscuro intervallo che è l’amore”, di Osho.

Fonte del Post: http://www.amadeux.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=16959

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