Osho: Lo sguardo interno.

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Lo sguardo interno.

Queste tecniche trattano la pratica dell’osservazione.
Prima di affrontare le tecniche, si deve capire qualcosa per ciò che concerne gli occhi, perché queste tecniche hanno qui il loro fondamento.

Innanzitutto, gli occhi sono la parte più incorporea del corpo umano, la parte meno fisica. Se è possibile che la materia diventi immateriale, negli occhi accade. Gli occhi sono materia, ma al tempo stesso sono immateriali. Gli occhi sono il punto in cui tu e il tuo corpo vi incontrate. In nessun altro punto del corpo l’incontro è così profondo.
Il corpo umano è profondamente separato da te. Esiste una profonda distanza, ma negli occhi essi si avvicinano quanto più è loro possibile. Ecco perché gli occhi possono essere usati nel viaggio interiore. Basta tuffarsi dagli occhi per giungere alla fonte.

Dalle mani, dal cuore, da qualsiasi altra parte del corpo non è possibile: da lì dovrai viaggiare a lungo. La distanza è immensa. Ma dagli occhi è sufficiente un solo passo per entrare in te stesso.

Gli occhi sono molto liquidi, in movimento, si muovono in continuazione, e quel movimento ha un suo ritmo, un suo metodo, una sua meccanica. Gli occhi non si muovono a casaccio, in maniera anarchica. Hanno un loro ritmo, che tra l’altro rivela molte cose: se nella tua mente è presente un desiderio sessuale, i tuoi occhi hanno un ritmo particolare.

È sufficiente guardare gli occhi e il loro movimento per stabilire quale pensiero si muove dentro di te: quando hai fame e sei tormentato dal pensiero del cibo, il movimento dei tuoi occhi cambia. Quindi, ricordalo: il movimento degli occhi e il pensiero sono collegati. Ecco perché, se arresti il movimento degli occhi, subito si fermerà anche il processo del pensiero. E viceversa, se arresti il pensiero, automaticamente si fermeranno anche gli occhi.

Inoltre, gli occhi si spostano in continuazione da un oggetto all’altro: da A verso B, da B verso C, sono in continuo movimento. Il movimento è la loro natura. Assomigliano a un fiume in movimento: il movimento è la loro natura! Ed è a causa del movimento che sono così vivi! Il movimento è sinonimo di vita. Puoi cercare di fermare gli occhi in un punto particolare, su un particolare oggetto, imponendo loro di non muoversi; tuttavia, il movimento rimane la loro natura. È impossibile fermare il movimento, sebbene sia possibile arrestare gli occhi: cerca di capire la differenza.

Puoi fermare gli occhi su un punto fisso, un segno sul muro. Puoi fissare quel segno, fermando il movimento degli occhi. In questo modo non passeranno più da un oggetto A a un oggetto B, visto che li hai costretti a fermarsi fissi su A, tuttavia si verificherà un fenomeno stranissimo.

Il movimento sarà inevitabilmente presente; è la natura degli occhi. Per cui, se non permetti loro di passare da A a B, si muoveranno dall’esterno verso l’interno. Essi possono scorrere da A verso B, ma se tu vieti loro questo movimento all’esterno, essi si muoveranno all’interno: muoversi è il loro modo di essere, hanno bisogno di movimento.

Per concludere, esistono due tipi di movimento. Il primo dall’oggetto A all’oggetto B: si tratta di un movimento esteriore, che accade naturalmente. Ma esiste un’altra possibilità, propria al Tantra e allo Yoga, che impedisce il movimento esterno da un oggetto all’altro. In questo modo gli occhi balzano dall’oggetto esterno verso la consapevolezza interiore. Iniziano a muoversi all’interno. Ricordate questi punti: vi sarà facile capire le tecniche. (1)

Vedere all’interno.

Shiva disse:

“A occhi chiusi, guarda nei dettagli il tuo essere interiore. E in questo modo vedi la tua vera natura. “

“Ad occhi chiusi”: chiudi gli occhi. E non basta chiuderli. Una totale chiusura implica, oltre alla chiusura degli occhi, l’arresto del loro movimento. Altrimenti gli occhi continueranno a vedere qualcosa di esterno. Perfino a occhi chiusi vedrai qualcosa, le immagini degli oggetti. Certo, quegli oggetti non saranno presenti, ma le immagini, le idee, i ricordi accumulati, inizieranno a scorrere liberamente. Anche queste sono cose esterne, ragion per cui i tuoi occhi non sono ancora totalmente chiusi: “totalmente” chiusi significa non vedere nulla.

Cerca di capire la differenza. È facile chiudere gli occhi. Tutti, in ogni momento, li chiudono. La notte anche tu li chiudi, ma non per questo ti viene rivelata la tua natura interiore.

Chiudi gli occhi in modo che non rimanga nulla da osservare: nessun oggetto esteriore, nessuna immagine interiore di oggetti all’esterno, una semplice oscurità vuota, simile a un’improvvisa cecità; è una cecità non solo per ciò che concerne la realtà, ma anche il sogno della realtà. Devi fare una lunga pratica; non può accadere all’improvviso. Dovrai seguire un lungo addestramento.

Chiudi gli occhi: quando senti di poterlo fare senza problemi, quando hai tempo di farlo, chiudi gli occhi e poi, all’interno, arresta ogni loro movimento. Non permettere loro il benché minimo movimento.

Percepisci ciò che accade! Blocca ogni movimento, non permettere agli occhi di muoversi. Percepiscili come di pietra, e rimani in quello stato d’animo, con gli occhi pietrificati. Non fare nulla, resta semplicemente così. E un giorno, all’improvviso, diventerai consapevole di stare guardando dentro di te. Tu hai visto il tuo corpo solo dall’esterno. Hai visto il tuo corpo in uno specchio, oppure hai guardato le tue mani all’esterno.

Ma non sai cosa sia l’interno del corpo.
Non sei mai entrato in te stesso: non sei mai entrato al centro del tuo corpo e del tuo essere per dare uno sguardo a ciò che esiste, dall’interno.

Chiudi gli occhi, osserva il tuo essere interiore nei dettagli e spostati da un punto all’altro. Limitati a raggiungere le dita dei piedi, scorda il corpo intero: spostati nelle dita dei piedi. Restaci, e osserva. Quindi spostati nelle gambe, sali verso l’alto, arto dopo arto. E in questo modo accadranno molte cose!

Il tuo corpo diventa un veicolo così sensibile, come mai te lo sei immaginato. Quindi, se toccherai qualcuno, potrai spostarti totalmente nella tua mano, e quel tocco sarà trasformante. Ecco cosa si intende con “il tocco di un Maestro”: egli è in grado di spostarsi totalmente in qualsiasi parte del corpo e di concentrarsi li.
Se riesci a spostarti totalmente in una parte qualsiasi del tuo corpo, quella parte diventerà viva, al punto che non puoi concepire ciò che potrà diventare.

A quel punto potrai spostarti totalmente negli occhi. E se riesci a farlo, e poi guardi un’altra persona negli occhi, penetrerai in lei, arriverai nelle profondità del suo essere.
Chiudi gli occhi; guarda il tuo essere interiore nei dettagli. Come prima cosa, guarda il tuo corpo dall’interno, dal tuo centro interiore. Fermati lì e osserva: verrai separato dal corpo, perché colui che osserva non è mai la cosa osservata. Chi osserva è diverso dall’oggetto osservato. Se riesci a vedere il tuo corpo nella sua totalità, dall’interno, non cadrai mai più nell’illusione di essere il corpo. In questo caso rimarrai una cosa separata, totalmente scissa: dentro il corpo ma senza essere il corpo.

Questo è il primo passo. Da qui puoi andare oltre; a questo punto sei libero di muoverti: una volta libero dal corpo, libero dall’identità, sei libero di andare oltre. Puoi passare alla mente, scendere in profondità. Questa è la cavità interiore della mente.
Se riesci a entrarci, verrai separato anche dalla mente. A quel punto vedrai anche la mente come un oggetto che puoi guardare, e di nuovo, ciò che scorre nella mente ti appare come separato, diverso da te.

Questo entrare nella mente è ciò che si intende con “l’essere interiore nei dettagli”.
Si dovrebbe entrare e guardare dall’interno sia il corpo che la mente. A quel punto tu sei un semplice testimone, e questo testimone non può essere penetrato.

E quella è la tua essenza più intima: tu sei quello. Ciò che può essere penetrato, ciò che può essere visto, non sei tu.

Allorché hai raggiunto ciò che non può essere penetrato, ciò che non può essere osservato, l’elemento in cui non puoi entrare, solo allora sei arrivato al tuo Sé reale. Ricorda: non puoi essere testimone della fonte che è testimone, è una cosa assurda.

Se qualcuno dicesse: “Sono stato testimone del mio testimone”, direbbe una cosa assurda. Come mai? Perché in quel caso il Sé testimone non sarebbe tale. Ciò di cui sei stato testimone sarebbe il testimone. Ma ciò che può essere visto, non sei tu; tu non sei ciò che si può osservare; tu non sei la cosa di cui puoi essere consapevole. (2)

Osservare in quanto totalità.

Shiva disse:

“Osserva una ciotola, senza vederne i lati o la sostanza che le da forma. In pochi istanti diventa consapevole. “

Guarda un oggetto qualsiasi. Una ciotola o un qualsiasi altro oggetto andrà benissimo, ma osservalo con una qualità di sguardo diverso: “Guarda una ciotola senza vederne i lati o la sostanza che le da forma”. Osserva qualsiasi oggetto, ma a queste due condizioni. Non guardarne i contorni: guarda quell’oggetto in quanto totalità. Di solito guardiamo solo le parti che compongono un oggetto. Forse non ne siamo coscienti, ma guardiamo i contorni, le forme. Se ti guardo, come prima cosa vedo il tuo volto, quindi il tronco e poi l’intero corpo.

Osserva un oggetto in quanto totalità, non dividerlo in parti. Come mai? Perché quando spezzi un oggetto in parti, gli occhi possono muoversi dall’una all’altra. Guarda un oggetto in quanto totalità. Lo puoi fare.
Provaci. Innanzitutto osserva un oggetto passando da una parte all’altra. Poi, all’improvviso, guardalo in quanto totalità, non dividerlo. Quando osservi un oggetto in quanto totalità, gli occhi non hanno bisogno di muoversi.
È la sola condizione per non dare agli occhi l’opportunità di muoversi: guarda un oggetto con totalità, preso nel suo insieme; e in secondo luogo, senza vedere la sostanza che gli da forma. Se la ciotola è fatta di legno, non guardare il legno: osserva la ciotola; guarda la forma, non la sostanza.

La ciotola può essere fatta d’oro o d’argento. Osservala. Non guardare la sostanza di cui è fatta, limitati a osservare la forma. Come prima cosa, osservala in quanto insieme. Poi, guardala in quanto forma, non come sostanza. Come mai? Perché la sostanza è la parte materiale, la forma è la parte spirituale, e tu devi spostarti da ciò che è materiale all’immateriale. Ti sarà molto utile.

Provaci. Puoi provare con una persona qualsiasi. Un uomo o una donna sono fermi vicino a te: guardali come totalità, assorbili totalmente nel tuo sguardo, sii totale. Avrai una sensazione strana all’inizio, perché non sei abituato, ma alla fine sarà una sensazione molto bella. E da quel momento in poi non penserai più al corpo in quanto bello o brutto, bianco o nero, uomo o donna.
Non pensare: limitati a osservare la forma. Dimentica la sostanza e osserva semplicemente la forma. In pochi istanti diventane consapevole. E continua a osservare la forma in quanto totalità. Non permettere agli occhi movimento alcuno.

Non iniziare a pensare a “ciò che è materiale”. E cosa accadrà? All’improvviso diventerai consapevole del tuo Sé.

Guardando un oggetto, diventerai consapevole del tuo Sé, come mai? Perché gli occhi non avranno la possibilità di muoversi all’esterno. La forma è stata assunta in quanto totalità, per cui gli occhi non si possono spostare sulle singole parti. La parte materiale è stata abbandonata: hai assunto la forma allo stato puro. Per cui, non puoi pensare all’oro, al legno, all’argento, e così via.

Resta sulla totalità e sulla forma, e all’improvviso diventerai consapevole di te stesso, perché ora gli occhi non possono più muoversi. Ed essi hanno bisogno di muoversi, quella è la loro natura: quindi, il tuo sguardo si sposterà verso di te. Tornerà indietro, tornerà a casa, e all’improvviso diventerai consapevole di te stesso.

Questo diventare consapevoli del proprio Sé, è uno dei momenti più estatici che esistano. Quando per la prima volta diventi consapevole del tuo Sé, quel momento è di una bellezza e di una beatitudine senza paragone con ciò che hai conosciuto fino a quel momento. (3)

Il cerchio interno.

Lu Tsu disse:

“Allorché la luce viene fatta muovere in cerchio, tutte le energie del cielo e della terra, della luce e dell’oscurità, vengono cristallizzate.”

La tua consapevolezza scorre verso l’esterno: è un fatto, non c’è nulla da credere! Quando guardi un oggetto, la tua consapevolezza scorre verso di esso.

Ad esempio, mi stai guardando. In questo modo ti dimentichi di te stesso, ti focalizzi su di me. Le tue energie scorrono verso di me, e i tuoi occhi sono puntati su di me.
Questa è estroversione. Vedi un fiore e ne sei incantato, per cui ti fissi sul fiore. Ti dimentichi di te stesso, la tua attenzione è tutta diretta verso la bellezza del fiore.

È una cosa che conosciamo, accade continuamente. Una donna splendida ti passa di fianco, e all’improvviso la tua energia inizia a scorrere verso di lei: tutti conosciamo questo fluire esteriore della luce. Ma questa è solo una metà della storia: ogni volta che la luce scorre all’esterno, tu cadi in secondo piano, diventi dimentico di te stesso.
La luce deve rifluire indietro per permetterti di essere al tempo stesso il soggetto e l’oggetto, in questo modo puoi vedere te stesso. In questo modo si sprigiona la conoscenza del Sé.

Ma di solito viviamo nella prima metà: metà vivi e metà morti, questa è la situazione. E pian piano la luce continua a fluire all’esterno senza più tornare indietro. E tu diventi sempre più vuoto dentro di te, una cavità: diventi un buco nero.
L’esperienza taoista rivela come questa energia che tu sprechi nell’estroversione, possa essere sempre più cristallizzata, anziché essere sprecata, se si impara la scienza segreta di rivolgerla all’interno. E possibile; e questa è la scienza di tutti i metodi di concentrazione.

Quando ti trovi di fronte a uno specchio, prova un piccolo esperimento, almeno una volta. Guarda nello specchio il tuo volto, i tuoi occhi. Questa è estroversione: tu guardi il volto riflesso; certo, è il tuo volto, ma si tratta di un oggetto esterno a te.
Quindi, per un istante, ribalta l’intero processo. Inizia a sentire di essere guardato dal riflesso nello specchio — non sei tu a guardare il riflesso, ma è il riflesso che guarda te — e ti ritroverai in uno spazio stranissimo. Provaci per qualche minuto: ti sentirai molto vivo, e in te inizierà a entrare qualcosa il cui potere è immenso. Potrai perfino averne paura, perché non ne sei mai venuto a conoscenza prima; non hai mai visto il ciclo completo dell’energia.

Sebbene non sia menzionato nei testi sacri taoisti, questo mi sembra l’esperimento più semplice che chiunque può fare. Devi semplicemente metterti ritto in piedi di fronte allo specchio del tuo bagno, e come prima cosa guarda il tuo riflesso: tu osservi e il tuo riflesso è l’oggetto osservato. Quindi, cambia totalmente la situazione, ribalta il processo. Inizia a sentire di essere il riflesso, e che il riflesso ti sta guardando. Immediatamente vedrai verificarsi un cambiamento, un’energia fortissima si sposterà verso di te.

All’inizio ti potrà spaventare, perché non l’hai mai fatto e non l’hai mai conosciuta: sembrerà follia. Ti sentirai tremare, potrai sentirti disorientato, in quanto il tuo orientamento finora è stato estroverso. L’introversione va appresa pian piano. Ma il cerchio è completo: se pratichi questo esercizio per qualche giorno, ti stupirà vedere quanto ti sentirai vivo per tutta la giornata.

Bastano cinque minuti al giorno passati davanti allo specchio, permettendo all’energia di tornare a te, in modo tale da completare il cerchio. E ogni volta che il cerchio è completo, si ha un profondo silenzio. Un cerchio incompleto crea inquietudine, quando il cerchio è completo si ha quiete. Questo ti rende centrato, ed essere centrato significa essere potente: il potere è nelle tue mani.

Si tratta di un semplice esperimento: puoi praticarlo in molte forme. Mentre guardi una rosa, come prima cosa osservala per qualche istante, per qualche minuto, e poi inizia il processo inverso: è la rosa che ti guarda. Sarai sorpreso di vedere quanta energia ti può dare la rosa. E la stessa cosa può essere fatta con gli alberi e con le stelle e con la gente.

La cosa migliore è fare questo esercizio con la donna o l’uomo che si ama. Guardatevi semplicemente negli occhi. Iniziate guardando l’altro e poi percepite l’altro che vi ridona l’energia; il dono torna alla fonte. Entrambi vi sentirete ricolmi, vi sentirete inondare, immersi in una nuova forma di energia. Ne uscirete ringiovaniti, rivitalizzati. (4)

Tratto dal libro: Meditazione, la prima e ultima libertà, di Osho.

Fonte del Post: http://oshoite.blogspot.it/2014/08/lo-sguardo-interno.html

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