Pierre Lévy: Sogni e pensieri.

Terra x Blog + Nero 2015

“Sogni e pensieri sono tessuti della stessa stoffa”.

“Ogni pensiero, ogni emozione, ogni parola, ogni azione, contribuisce a modellare il paesaggio della nostra esistenza e quello degli altri; prepara anche il territorio per altri pensieri, altre parole, altre azioni. […] Le nostre scelte, le nostre parole, i nostri atti, quindi il mondo nel quale viviamo, dipendono dai nostri pensieri. Tutto si decide nella mente. Dal momento che ogni tua scelta dipende dai tuoi pensieri, il tuo pensiero crea la tua vita, il tuo mondo. Presta attenzione a come i sentimenti e le idee che ti attraversano la mente finiscono per produrre la tua esistenza. […]

Ora, non vi è nulla di più difficile che accedere alla libertà del pensare, che sottrarsi all’automatismo inconscio delle rappresentazioni e delle emozioni. […] Il pensiero automatico o pensiero parassita, quello che noi subiamo, ci impedisce di vivere nell’attimo, di percepire il momento e di vivere felici. Questo pensiero ci impedisce di vivere la nostra vita. Per questo è così importante conquistare la libertà nel pensare. […]

Osserva come l’abituale gioco dei tuoi pensieri oscilla in maniera impercettibile nella deriva onirica nel momento in cui ti addormenti. Farai così l’esperienza diretta che sogni e pensieri sono tessuti della stessa stoffa d’illusione. I pensieri hanno quasi la stessa natura dei sogni: sono automatici, si concatenano senza che noi possiamo realmente controllarli e, generalmente, non corrispondono a niente di reale. I pensieri ci «prendono», ci travolgono, proprio come le immagini di un sogno. […]

Le cose che pretendiamo essere «reali» sono costantemente definite, categorizzate, soggette a valori, prodotte e riprodotte dai meccanismi inconsci delle nostre associazioni mentali. Così come noi li percepiamo, i nostri oggetti di desiderio, di avversione, di gelosia, di invidia, di paura o di risentimento sono generati dalla nostra mente. […] Per quanto i nostri sentimenti siano ben reali, è nell’illusione che proviamo desiderio e avversione, speranza e paura. […]

Mangiando uno yogurt (realtà) mi dico: «Loro hanno quello che io non ho» (pensiero). Soffro. Non mi godo lo yogurt, né la luce del giorno, né la fortuna di essere al mondo. Sono prigioniero di un incubo. Ma posso tornare al momento presente, liberarmi dal sogno, risvegliarmi. Così come posso risvegliarmi dai miei concetti, dai miei pregiudizi, dalle mie abitudini, dallo scenario generale della mia vita.

Cos’è dunque l’«io», se non un certo concatenamento di pensieri, un modo speciale di far sorgere emozioni e discorsi interiori, una specie di generatore di sogni, dotato di particolari scenari emotivi e discorsivi? L’«io» è un fabbricante d’illusioni, un venditore di sogni. Il risveglio ci sottrae al torpore e al fascino dell’«io». Smettiamo di essere prigionieri dei nostri pensieri. Osserviamo senza tregua la loro natura arbitraria, illusoria, ingannevole. […]

Quando i pensieri vengono riconosciuti, con chiarezza e distintamente come sogni, nel momento stesso in cui sorgono, rimane la vivacità delle percezioni. Al posto degli oggetti, vibra un campo immenso di percezioni mutevoli e variate. Non cose, non concetti, non giudizi, non io e il mio corpo, ma un flusso ininterrotto e fremente d’immagini, di suoni, di sensazioni, senza un soggetto che percepisce né qualità percepite, lo scintillio senza fine del piano di esistenza” (pp. 20-26).

Brano tratto da: “Il fuoco liberatore”, di Pierre Levy.

Fonte del Post: http://www.lameditazionecomevia.it/levy1.htm

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