Psicologia Quantistica: La ricerca della felicità.

La ricerca della felicità e il campo magnetico di background.

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La ricerca della felicità vista da un punto di vista diverso: troviamo l’equilibrio dentro di noi e intorno a noi. Come raggiungiamo la vera felicità?

Cosa spinge un individuo a ricercare la felicità? Chi di noi non vorrebbe scoprirne la risposta, così da saziarsi di questa magica sensazione.

Se il raggiungimento di questo stato interiore si continuerà a decodificare esclusivamente attraverso molecole, ormoni, profitto o realizzazione, non si giungerà mai ad una soluzione esaustiva, in quanto essa è il sensazionale risultato di emozioni che si ritrovano da uno stato di caos in equilibrio, in periodi diversi della nostra esistenza. Questa, infatti, non è tanto il punto di arrivo, ma di partenza di un viaggio che dura tutta la vita, di cui il segreto è contenuto non tanto nella ricerca di questo stato in sé, ma di un equilibrato campo di background, ovvero una tela adatta a noi, su cui dipingere le nostre emozioni realizzando un capolavoro.

Per “Campo di background” o “Gravitazionale” s’intende un complesso di forze e campi elettromagnetici che fanno da sfondo al nostro procedere giornaliero.

Messa così, si potrebbe dedurre che la sperimentazione di diversi campi di background, finché non si trova quello adatto a noi, ci potrebbe condurre e far assaporare questo stato di appagamento vibratorio ed interiore. Ma in realtà, nel misterioso ed elegante mondo dell’informazione quantica, le cose non funzionano proprio così, in quanto non esiste un unico campo esterno stabile che, una volta trovato, rimane invariato perennemente.

Al contrario, siamo noi che, di volta in volta, siamo chiamati ad adattarci ai vari campi di forza a cui siamo sottoposti.

Ognuno è sottoposto a onde energeticamente informate, provenienti dagli ambienti in cui viviamo. Esse sono generate in primis dalla natura, che è l’unica ad essere in sintonia con il suo campo di background, ossia la terra, che è molto più dinamica e ricettiva di quanto si possa credere.

Essa risponde accuratamente ad ogni segnale ed impulso che la sfiora, inviando, allo stesso tempo, frequenze vibratorie all’intero universo.

In presenza di luoghi altamente naturali, le vibrazioni della terra non dovrebbero variare, in quanto risuonano alla stessa frequenza del cosmo, ma, come oggi possiamo notare guardandoci intorno, la natura è scarsamente presente nei luoghi in cui viviamo.

Nelle nostre città le onde di background sono generate da altri fattori, che risuonano a frequenze molto più disarmoniche rispetto a quelle terrestri, modificando il campo di energia, che diviene confuso e non lineare.

Pensiamo, per esempio, alle onde elettromagnetiche prodotte dalle attuali tecnologie, fino ad arrivare a quelle che noi stessi produciamo ed emaniamo, le quali, a loro volta, si rapportano con il campo gravitazionale, alterandolo.

Sorge quindi la necessità di chiedersi come fare a sintonizzarci sulla stessa frequenza del campo di informazione primordiale, se ogni qual volta proviamo a trovare un equilibrio, questo campo si modifica.

La risposta potrebbe snodarsi prendendo come esempio l’arte del “ Tai Chi Chuan” , antica disciplina psicofisica cinese, basata sui principi della filosofia taoista dello Ying-Yang, l’eterna alleanza degli opposti.

Nata come sistema di autodifesa, Tai Chi Chuan significa letteralmente “suprema arte di combattimento” e si basa sul controllo e la difesa dalla forza, ovvero, opporsi alla potenza meccanica, ma non usando altra forza, ma, al contrario, la fluidità, la morbidezza, l’impermeabilità, centrandosi sulle proprie radici, nonostante l’energia del mondo si muova continuamente.

Proprio prendendo spunto da questa antica arte, possiamo capire che, sebbene tutto si muove intorno a noi, la nostra energia può rimanere ferma e centrata. Dove? Su sentimenti, valori e convinzioni positive, aspetti che sono funzionali all’evoluzione e alla crescita, malgrado intorno a noi la realtà veicoli messaggi negativi.

Seppure la forza della società ci colpisce costantemente, sta a noi avere la capacità di rimanere immobili, con le nostre strutture fondanti ben piantate a terra.

L’immobilità nel Tai chi, come nella vita, è solo una conseguenza di un’azione di fluidità e di morbidezza in risposta agli stimoli esterni. Difatti, si potrebbero “evitare i flussi di energia caotica che impattano quotidianamente su di noi” essendo fluidi piuttosto che contratti.

Per esempio, quando arriva un’onda di energia elettro-magnetica molto forte, poiché è impossibile sfuggirla, impariamo a percepirla e conoscerla, la facciamo scivolare su di noi, lasciandola scorrere. Se induciamo forza resistiva, essa impatta violentemente e, a seconda dell’intensità, arreca danni inevitabili sul nostro campo elettromagnetico vitale e, di rimbalzo, sul corpo denso.

Carmen Di Muro

Fonte: https://www.amadeux.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=21479

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