Ramesh Balsekar: Pensieri.

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Pensieri di Ramesh Balsekar.

I conflitti dell’uomo e la sua infelicità derivano dalla sua ossessiva preoccupazione per la sicurezza e la sopravvivenza, basate su due fondamentali concetti sbagliati. Primo, che è separato e distinto dal resto della creazione; secondo, che egli ha un indipendente libero arbitrio nella scelta delle azioni per determinare i risultati degli eventi all’interno della creazione.

Questo tremendo equivoco costituisce la caduta dell’uomo dalla grazia divina, che nella favola Biblica di Adamo ed Eva veniva chiamata la conoscenza del bene e del male.

– Tradotto da: A net of jewels (Una rete di gioielli), di Ramesh Balsekar – Edited by Wayne Liquorman – Daily Meditations for Seekers of Truth.

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Egli (l’uomo) non può considerare la possibilità che “ciò” che è sempre stato eternamente presente, non ha bisogno di una forma – visibile o invisibile, materiale o immateriale – per esser presente – poiché egli non può rinunciare ad un “io”, all’idea cioè di un entità separata.

Il suo istinto di eterna presenza è giusto, ma il suo intelletto non può lasciar perdere il riflesso condizionato di personalizzare questo principio eterno. Il risultato è che egli vede il principio eterno come un “io”, che lascia il corpo esistente al momento della morte, ma che continua la sua esistenza fenomenica altrove.

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Domanda: Come faccio a sapere se sto progredendo?

Ramesh.: Chi progredisce e verso cosa? Non c’è “nessuno” a fare alcun progresso. Il più sicuro segno di progresso è la totale mancanza di preoccupazione a riguardo del progresso stesso e circa la “liberazione”, un abbandono non-volitivo a qualunque cosa possa accadere.

La resa perfetta, totale e assoluta, è quella che accetta la possibilità che l’illuminazione possa non avvenire in questo organismo corpo-mente. Accettare questa possibilità è la resa perfetta.

Tu non puoi cercare Dio. Al momento giusto, nel luogo giusto, Dio cercherà te.

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L’amore per come lo intendo io, è compassione. E’ qualcosa che non possiamo creare noi. L’amore, la compassione, nascono dalla comprensione.

Quando svanisce il senso di agente personale, amore e compassione sorgono automaticamente. Quando comprendi che le azioni che avvengono attraverso il tuo organismo corpo-mente non sono le tue azioni, e che le azioni che avvengono attraverso gli altri organismi corpo-mente non sono le loro azioni, anche se sembrano influire su di “te”, sorge la profonda comprensione che ciò che esiste in tutti gli organismi, ciò che genera ogni azione, è quest’unica Coscienza.

La compassione si manifesta in assenza di giudizi e condanne. E’ la comprensione che produce l’amore, la compassione, la generosità, o comunque tu voglia chiamarlo.

Non puoi esigere che in te sia creato l’amore. Non puoi rivolgerti a Dio finchè non ti sei staccato da “te”. Prima avviene il distacco da sè, e poi il rivolgersi a Dio, alla realtà, chiamala come vuoi. Per questo continuo a dire che si tratta di Grazia. Quando sorgono amore e compassione, si tratta di Grazia.

Tratto da: “La Coscienza parla”, di Ramesh S. Balsekar.

*Direttore di banca in pensione, giocatore di golf, padre di famiglia, l’autore certo non si può dire che rappresenti lo stereotipo del guru. Eppure, la sua educazione spirituale avvenuta nell’alveo della tradizione Vedanta di Ramana Maharshi, la sua cultura e la sua saggezza si combinano tutte con un’insolita capacità di introspezione: Ramesh S. Balsekar diventa così il maestro che può fare da collegamento ideale tra Oriente e Occidente, tra realtà materiale e dimensione spirituale.

Fonte del Post: http://www.meditare.net/wp/maestri/pensieri-di-ramesh-balsekar/

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