Riflessioni: Amore o eroma?

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Amore o Eroma?

“Se si pongono delle condizioni – cioè dei limiti, delle preclusioni, dei preconcetti – all’Amore, come potrà mai essere possibile vivere con pienezza l’Amore?”  Sid

Quante volte abbiamo sentito parlare o abbiamo parlato di Amore? Ma siamo proprio sicuri di conoscere Amore e di poterne parlare a ragion veduta? Che cosa è, o come è Amore? E per quale ragione scrivere Amore senza l’articolo?

Ci si è mai chiesti, onestamente e sinceramente, che cosa intendiamo con la parola Amore?

Di certo, Amore non è la parola che usiamo per descriverlo, non è il concetto mentale che ne abbiamo, non è un mero ricordo, conservato sottovuoto nella memoria, non è qualcosa che siamo in grado di determinare con la nostra volontà, non è un’attività in cui possiamo cimentarci a piacimento, non è un “bene” che abbonda intorno a noi – ne’, ugualmente, in noi – non è una “cosa” che si può comprare o che si può vendere a qualcuno…

Sinceramente, credo sia molto più facile parlare di ciò che Amore non è, piuttosto che definire ciò che Amore è. Questo perché Amore è uno stato dell’Essere e, proprio come Essere, a cui è identico e da cui è indissolubile, non è possibile descriverlo, né definirlo a parole. Essere e Amore sono la stessa, identica, cosa. Ma attenzione; non sto per niente parlando di quell’amore, con la a minuscola, quello di cui solitamente si disquisisce durante le conversazioni mondane, quelle, per intenderci, con consapevolezza uguale a zero, ma intrise di frasi fatte e stereotipate. Quell’amore, con la a minuscola, preferisco chiamarlo “eroma”, cioè Amore al contrario, perché, in effetti, proprio di quello si tratta.

Per proseguire, quindi, direi che è essenziale e imprescindibile spogliarsi di tutte le convinzioni, le conoscenze, le supposizioni, le idealizzazioni, le certezze e persino di tutte le esperienze riguardanti l’amore umanamente percepito e definibile.

Siamo in grado di fare tutto ciò? O, al contrario, vogliamo continuare ad indulgere nella necessità di farci guidare dal “nostro” tutor personale, dalla nostra “autorità” per eccellenza, altrimenti chiamata mente, pensiero o memoria? Il ragionamento a sostegno dell’emancipazione dalla mente è che non è possibile scoprire qualcosa di nuovo, di assolutamente e irrefutabilmente nuovo, cioè di ignoto, se ci ostiniamo a partire dal conosciuto, cioè dal passato, dalla memoria… non è incontrovertibilmente logico? Non è forse evidente che il passato, con tutto il suo carico di esperienze, credenze, vissuti psicologici, stati d’animo, ferite, illusioni disilluse, sogni infranti, conclusioni, giudizi, valutazioni… ci condiziona pesantemente nel presente? E come può ciò che è condizionato scoprire cosa sia la Libertà? E cosa potrà mai esistere di più libero, fresco, nuovo, se non l’ignoto?

Ma l’essere umano, di norma, cerca sicurezza, non certo la libertà, né tanto meno l’ignoto, che, anzi, vede come fumo negli occhi, come un pericolo da scongiurare a tutti i costi, in quanto mina ogni definizione, ogni conclusione, ogni valutazione, ogni possibilità di progettare un futuro… in definitiva mina ogni certezza, che è esattamente ciò che l’essere umano non vuole che accada e che teme maggiormente. Forse Dio, ammesso che esista un Dio come l’uomo lo ha immaginato, avrebbe fatto meglio a metterci al mondo con un bel salvagente attorno al collo, visto quanto temiamo ciò che non possiamo controllare e prevedere… non si sa mai; poteva effettivamente essere molto utile… il salvagente. Che derivi da questa imperfezione genetica – la mancanza del salvagente – la nostra continua richiesta di un salvatore? Mah?! E la nostra responsabilità, o dignità, o “potenza”… dove vanno a finire? Forse in una traccia sulla carta igienica del salvatore di turno? Forse sì…

Ma tutto questo cosa ha a che fare con Amore? Non si vede il nesso?

Amore e Libertà non possono che andare a braccetto; la Libertà, per essere veramente tale, non può presentare alcun vincolo, di nessun tipo, altrimenti, più che di Libertà dovremmo parlare di libertà condizionata, cioè di limiti imposti alla Libertà, con la risultante che la Libertà verrebbe completamente distrutta. La Libertà o è totale, quindi insindacabile e incondizionata… o non è più Libertà. Sottomettere la Libertà ad un qualsiasi concetto mentale – quali potrebbero essere una determinata moralità, o la sicurezza, la giustizia, un qualsiasi dogma religioso o i cosiddetti ideali politici, eccetera – equivale a snaturare completamente il messaggio contenuto nella parola Libertà. Sarebbe un inganno linguistico, lessicale, ma ancor di più… un inganno avverso alla Vita.

Non è possibile essere un po’ liberi e un po’ no… o c’è Libertà o non c’è, punto. Il resto è subdola menzogna. Diffidiamo dunque di chiunque ci proponga, per il nostro bene, per la sicurezza della nostra vita, un maggior controllo, pur a spese di una qualche libertà in meno; questo è un inganno bello e buono, oltre che un attentato grave alla nostra Essenza più vera e profonda.

Se hai letto fino a qui con attenzione, potresti sostituire tutto ciò che è stato detto sulla Libertà e riportarlo all’Amore. E’ perfettamente evidente, allora, che l’Amore o è incondizionato, o non è più Amore e non resta più nulla dell’Amore, dal momento che Amore o è “presente” o è assente, punto. Non è possibile, infatti, amare qualcuno o qualcosa e non amare qualcun’altro o qualcos’altro. Il cosiddetto amore condizionato o “selettivo” non è per nulla Amore, ma una presa per i fondelli, è l’inganno dell’egoismo, della convenienza, dello sfruttamento, del bisogno, oltre che un pernicioso attentato all’Essenza più vera e profonda di un Essere umano.

Ma potresti anche esserti accorto che ho appena scritto che Amore è “presente” o è assente; perché “presente” è scritto tra virgolette? In effetti, si tratta di un giochetto per l’intuito: in un senso sta a significare che Amore o c’è o non c’è, ma in un altro senso, apre alla dimensione temporale della nostra quotidianità.

In quale tempo viviamo… e Tu, in quale tempo vivi?

La mente è inserita nel tempo lineare, quello che va dalla nascita alla morte, quello finito, essendo incapace di conoscere l’eterno e l’immutabile. In questa dimensione fisica, o della percezione della fisicità come di una realtà realmente esistente – perdona il gioco di parole – tutto è transitorio, impermanente, in continuo cambiamento. Questa è un’esperienza che tutti possiamo condividere, che ci accomuna tutti, in ogni angolo del pianeta, indipendentemente dalla razza, nazionalità, classe sociale, cultura, tradizioni, eccetera. La mente lineare, o associativa, o esperienziale… chiamala come ti pare, non solo è inserita nel tempo lineare, bensì è la sorgente stessa del tempo, come lo si conosce e lo si utilizza praticamente. Il tempo è dunque un concetto della mente umana, che lo ha diviso, per praticità, in passato, presente e futuro. Se dal lato pratico quotidiano tale suddivisione è di innegabile utilità – come potremmo, altrimenti, fissare un appuntamento per trovarsi domani, alle ore X, nel luogo Y ? – dal lato psicologico o dell’Essere, tale suddivisione è inesistente, illusoria, ingannatrice, cioè è falsa. L’unico tempo che c’è è il Presente, che, come Amore e Libertà, o è integro, incondizionato e scevro da ogni concetto o, semplicemente, non è, punto.

Allora abbiamo visto insieme che Amore, Libertà e Presente hanno tantissimo in comune, talmente tanto da essere la stessa identica cosa. Da qui possiamo argomentare facilmente che “Amore è” quando è assente qualsiasi tipo di condizione o condizionamento, cioè quando è presente Libertà assoluta, in assenza di ammuffite memorie di un tempo ormai passato, nonché di illusorie proiezioni mentali che immaginano un ipotetico tempo a venire.

Cosa significa?

Prova a “vedere” le comunissime frasi che sto per scrivere alla luce di quanto abbiamo appena visto insieme…

“Non posso amare una persona che non sia fatta così o cosà… L’amore comporta sempre dei compromessi… Se mi ami devi/non devi fare questo o quello… Ieri ci amavamo, ma poi è finito tutto… Un giorno troverò l’amore della mia vita… Ti amo, ma sono geloso e quindi non mi fido… Ho paura di perderti e questo mi fa soffrire… Se mi ami devi dimostrarlo… Amare non basta, ci vuole anche altro… “.

Ti bastano? A me sì.

In conclusione?

Siamo nati in cattività, in una specie di zoo, da genitori a loro volta nati nello stesso zoo e in identica cattività, nati a loro volta da genitori che… La storia dell’umanità si ripete in tal modo da sempre. Siamo nati nel tempo, viviamo nel tempo, condizionati sia dal mondo intorno a noi, sia dal modo in cui siamo stati allevati; ci portiamo dietro ogni genere di credenze, di convinzioni, di tradizioni, di dogmi… quelli dell’intera umanità che ci ha preceduti, sommati a quelli derivanti dalle nostre personali esperienze di vita, quindi condizionati pesantemente da un passato che ci porta a temere un futuro inconoscibile, ma che vogliamo a tutti i costi imbrigliare in uno schema di apparente sicurezza e controllo.

Cosa possiamo mai saperne noi di Libertà, di Amore e di Presente? E cosa ce ne potremo mai fare di una pur enciclopedica nozionistica riguardo tali vocaboli, se non ne viviamo l’Essenza? A cosa serve parlarne, tentando di imporre una ragione ad un’altra, discettando su questo o su quel significato, su questa o su quella definizione? Non sarebbe allora più dignitoso, sincero e responsabile ammettere di non saperne quasi nulla e smettere di ingannare se stessi ed ogni “altro” con cui entriamo in relazione?

Ma, soprattutto, ci poniamo mai l’interrogativo essenziale, su chi o che cosa abbia costruito e continui a costruire tutti i concetti, le immagini, le interpretazioni, così infelicemente limitanti, ingannevoli e che conducono persino ad uccidere?

Come sempre, se ti va, a queste domande puoi rispondere solamente Tu.

Con affetto, Sid… Love*

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