Riflessioni: Smettere di credere?

Big-Bang-21

Non credere a nulla, non credere a nessuno.

Il credere e il non credere, il mettere in dubbio tutto e tutti, compresi i nostri schemi di pensiero e il dialogo interiore, sono argomenti già più volte trattati in queste pagine di “riflessione”. Sento, però, che non è ancora abbastanza. Abbi pazienza, te ne prego.

Chi si documenta, studia, pratica e osserva, ritengo sia arrivato ad una presa d’atto simile a questa: siamo tutti infarciti di informazioni, dogmi, convinzioni – che si possono egualmente definire “credenze” – che ci sono state instillate fin da quando eravamo bambini piccolissimi, completamente sprovvisti di filtri discriminanti, ma, soprattutto, completamente innocenti e, per ciò, ingenuamente disposti a credere a tutto ciò che gli adulti – considerati alla stregua di supereroi – ci propinavano come verità indiscutibili. La nostra personalità, perché di questo stiamo ragionando, si è dunque plasmata su quanto ci è giunto dall’esterno, soprattutto in età infantile.

Forse, più che dire “giunto”, sarebbe più vicino al vero se ammettessimo che ci è stato “cacciato in gola”, molto spesso con la forza – non necessariamente o esclusivamente fisica – il ricatto, la punizione, la sopraffazione, la ridicolizzazione, l’esclusione. La cosiddetta strategia del bastone e della carota: se fai come ti dico… bene, ma se non lo fai sarai punito. Se riesci a tornare indietro con la memoria, sono certo che troverai innumerevoli episodi in cui tutto questo lo hai vissuto direttamente sulla tua pelle.

In un certo senso, pur nella loro innata innocenza Essenziale, i nostri primi aguzzini sono stati i genitori… esseri nati in cattività, da una progenie a sua volta nata in cattività – e così a ritroso nei millenni – ormai assuefatti ad un sistema che ha sempre preteso e che tutt’ora pretende si debba credere a ciò che afferma – attraverso la religione secolarizzata, la politica, la scienza, l’economia, l’informazione e i luoghi comuni – e che rigetta, combatte e, troppo spesso, elimina con violenza ed arroganza ciò che e coloro che mettono in dubbio le “tesi” istituzionali; un tempo, chi dubitava di talune verità proclamate era visto come un eretico e bruciato vivo. Al giorno d’oggi, invece, viene considerato un povero illuso, un disadattato o un complottista e, di conseguenza, ridicolizzato e screditato… quando gli va fatta bene. Ma la sostanza non è cambiata: Sei fuori! Non puoi più giocare con noi.

Quindi, da bravi ed educati animali addomesticati, i nostri genitori si sono dedicati alle prime cure della nostra personalità nascente. Vorrei comunque ricordare che nelle leggi di ogni nazione è sancita la possibilità, da parte dello stato, di togliere la potestà dei figli a coloro i quali non si comportano come le “leggi” impongono… dico questo, giusto per spezzare una lancia in favore di quei poveri cristi di genitori.

Come ben sappiamo, a 5 o 6 anni di età, i bambini, per obbligo di legge, devono essere inviati alla scuola, dove avranno modo di formarsi non già come individui integri, indipendenti, autosufficienti, cooperanti, liberamente pensanti e profondi conoscitori di se stessi, bensì come rotelle – sempre e comunque sostituibili – di un ingranaggio abnorme e mostruoso, esclusivamente progettato e proiettato per il tornaconto di pochissimi, a discapito della moltitudine. Schiavi moderni… ma attenzione… inconsapevoli di essere schiavi. Questa, sicuramente, è stata la trovata più geniale in assoluto… agghiacciante, ma geniale e ben riuscita. Basta guardarsi intorno per rendersene conto. Democrazia e diritto all’istruzione… bellissime parole, ma false molto più di Giuda, con tutte le mie scuse a Giuda, reo di complottismo, avverso al Cristo Gesù. * Nota: A proposito, hai mai letto il Vangelo di Giuda? Lo puoi trovare in rete… e credo che potrebbe essere una lettura veramente interessante… comunque, vedi tu.

Al termine della carriera – abominevole termine – scolastica il ragazzo, finalmente, può entrare a pieno diritto – si fa per dire – nel mondo del lavoro e tuffarsi nell’oceano del ricatto, del sopruso, dello sfruttamento, della competizione selvaggia, della delazione, del lecchismo e dare libero sfogo, se ha i numeri e le risorse, ad ogni ambizione, frustrazione, ipocrisia, invidia, forma di egoismo e presunzione, che potranno, teoricamente, portarlo fino ai vertici delle classi sociali in cui l’umanità viene mantenuta artificialmente e proditoriamente divisa. Gli altri, i meno dotati – non si sa in che senso – si dovranno accontentare delle briciole… quando vengono lasciate e ammesso che vengano lasciate… sul pavimento. Perché sempre di leccare si tratta: o deretani… o briciole.

E, fino a qui, direi che non c’è nulla di nuovo; è tutto già stato detto. Ma allora, perché riprendere il tema del credere? Vorrei stupirti con effetti davvero molto speciali, ma mi sa tanto che non ne ho.

Quello che vorrei sottolineare è che il mondo intorno a noi ci “obbliga” a guardarlo… lo ripeto… ci obbliga a guardarlo!!! E tutti quelli che lo abitano ci ricordano incessantemente che è tutto vero, indiscutibilmente vero, reale al 100%. Non ha alcuna importanza che i nostri sensi siano più che limitati e che possano percepire un’inezia di quanto, presumibilmente, possa esistere al di fuori della loro scala di funzionamento; non ha nessun significato che la mente umana venga utilizzata, dall’umano comune, per una frazione infinitesimale delle sue reali potenzialità… no, no, non ha alcuna importanza! Noi siamo i dominatori della terra, mica quisquiglie, come diceva Totò.

Il mondo ci costringe ad osservarlo e ci induce, con l’inganno, a credere che sia tutto come appare e che dietro le apparenze non ci sia nulla di che. Meno male che qualcuno, non si sa bene come e perché, si è accorto che esistono sia la Materia Oscura, che l’Energia Oscura – definizioni per altro inquietanti – e che stia provando ad indagare. Non che intenda parlare di fisica o astrofisica, cosa che non sarei in grado di fare, ma, per analogia, voglio dire che almeno qualcuno si è accorto che, dietro la manifestazione e l’organizzazione fisica della materia, c’è ben altro, anche se non si vede e non si tocca.

In molti, oramai, sta nascendo il sospetto – e a volte ben più di un semplice sospetto – che a monte della fisicità, del mondo della materia, ci sia “qualcosa” che gioca un ruolo fondamentale nella determinazione degli eventi di questo mondo. Non so se sia in atto o meno una “riorganizzazione” cosmica o, magari, divina, ma certo è che a un numero crescente di individui sta cominciando ad andare piuttosto stretta quella che viene definita come “realtà”. Possibile, quindi, che il paradigma della realtà stia venendo messo in discussione? Parrebbe di sì… e potrebbe diventare un’onda, o meglio, uno tsunami in grado di travolgere millenni di condizionamento, disumano e disumanizzante.

Credo che a tutti noi sia capitato di leggere pagine e pagine su quello che viene definito il “risveglio” dell’umanità. Si parla di eggregore, di massa critica, di salto quantico, di cambiamento vibrazionale, di ascensione, di dimensioni superiori, di riallineamenti, di mutazione del DNA, di fratelli della luce in procinto di svelarsi, di Amore universale… e chi più ne ha, più ne aggiunga a questa lista. In tutto questo bel parlare, possiamo includere le profezie di ogni tempo e di innumerevoli santi, veggenti, indovini, suore, contadini e persino di sofisticati software e algoritmi. Ma mi dici che cosa ce ne possiamo fare? Mi sapresti dire come si potrebbe mai ricapitolare ogni informazione ricevuta, fino alla sua fonte? E se anche fosse possibile… la fonte di tanto sapere… sei tu o è qualcun altro? E se non è nostra diretta esperienza… non credi che anche in questo caso l’unica possibilità che resta è quella di crederci… o non crederci, che non fa nessuna differenza? Anche questo, mi dispiace tanto, è condizionamento, dal momento che: credere è sempre un lasciarsi condizionare da altri, allorquando non si sia gli artefici della presa di consapevolezza o della scoperta di qualcosa che, precedentemente, era sconosciuto. Non lasciamoci ingannare, soprattutto dalla “nostra” mente.

Il “sistema”, o la “Matrix”, com’è in voga chiamarlo, comprende sia l’informazione mainstream, sia l’informazione alternativa, come pure la controinformazione. Tutto fa parte di esso… è così straordinario vederlo? Quello che intendo portare all’attenzione è che l’importante, per il sistema, è che lo si guardi, qualunque sia l’aspetto che viene guardato e qualunque “colore” si preferisca guardare… purché sia sempre ed esclusivamente un aspetto del sistema. Punto. Non si deve guardare altro, non si deve volgere lo sguardo in nessun’altra direzione. Il sistema vuole che lo consideriamo reale e che non ne mettiamo in discussione la realtà, o, in altre parole, afferma che quello che vediamo fuori è reale, mentre quello che percepiamo dentro è fantasia.

Il sistema vuole assolutamente che ci limitiamo a guardare tutto ciò che è manifestazione materiale – uomini, cose, mondo, eventi – e che ci perdiamo letteralmente in essa. Il sistema non vuole assolutamente che rivolgiamo la nostra attenzione a ciò che determina tale manifestazione materiale… tutt’al più ci elargisce generosamente la “legge dell’attrazione”, in modo che qualcuno possa ritenersi un piccolo dio, il più delle volte incapace e frustrato dalla sua incapacità, facendoci comunque continuare a guardare ai soli aspetti materiali dell’esistenza… ricchezza, successo, fama, appagamento sensoriale, eccetera. Deve bastarci questo.

Il sistema vuole che, da una parte, si guardi alle guerre, al terrorismo, alle crisi economiche, alla violenza dilagante, alla malattia, alla povertà, all’ingiustizia, alla corruzione imperante, alla distruzione del pianeta, al surriscaldamento globale o alla glaciazione, al NWO e così di seguito; dall’altra parte propaganda e induce a rivolgere lo sguardo verso il lusso, i privilegi, il potere, i piaceri più disparati, in un’orgia irrefrenabile di desideri e ansie da prestazione. Il sistema vuole che ci sentiamo continuamente in pericolo, continuamente in conflitto con qualcuno o con qualcosa, bisognosi di sicurezza e di protezione da qualcosa di spietato, troppo forte e troppo grande per noi. Stiamo parlando di un processo che produce esclusivamente sofferenza, paura, conflitto, egoismo, invidia… ma soprattutto confusione e disorientamento. Ti torna?

E che cosa hanno in comune tutti questi oggetti di percezione? Sono là fuori, nel mondo, appartengono al mondo e provengono dal mondo.

Il sistema ha voluto e continua a volere che noi crediamo che la vita sia semplicemente la mera quotidianità “fenomenica”, o in parole diverse, che la vita sia solamente ciò che i “nostri” sensi limitati riescono a percepire, ciò che la “nostra” mente finita riesce a concepire. Come se qualcosa di finito e limitato potesse riuscire nell’impresa di concepire ciò che non ha né inizio, né fine, né limite alcuno.

Ora, che cosa, invece, non dovremmo mai guardare? Per cosa sono stati e tutt’ora vengono ridicolizzati, o perseguitati, o addirittura uccisi gli “scrutatori” di orizzonti diversi da quelli proposti, conosciuti e accreditati?

Non dovremmo mai guardare dentro noi stessi, non dovremmo mai osservare i meccanismi della “nostra” psiche – se non sul lettino di un professionista accreditato – non dovremmo mai cercare di comprendere come funzioniamo e che cosa fa sì che possiamo “funzionare”, diversamente da quanto accade ad un cadavere. Non dovremmo mai accorgerci delle disarmonie interiori, che ci parlano attraverso il corpo, manifestandosi con quella che il sistema chiama malattia. Non dovremmo mai renderci conto di come sorgono in noi le emozioni e i sentimenti. Non dovremmo mai indagare a fondo sulle ragioni che generano così tanta sofferenza in noi e che ci accomunano ad ogni “altro” Essere Vivente. Non dovremmo, mai e poi mai, indagare su cosa sia la coscienza e su cosa possa essere la consapevolezza. Non dovremmo porci mai domande sulla realtà, se questa possa effettivamente essere una realtà reale, oppure no. Non dovremmo, per nessun motivo, indagare in noi stessi, ricercando le risposte in noi stessi, attraverso le nostre innate sensibilità e autorevolezza, pur se attualmente piuttosto assopite. Non dovremmo, per nessuna ragione al mondo, esimerci dal chiedere a qualcun altro – preti, falsi guru, guide prezzolate, egomaniaci del carisma e via dicendo – che cosa possiamo fare e come possiamo farlo, ma, soprattutto, non dovremmo assolutamente porci il quesito dei quesiti… se, cioè, possa veramente essere questa la Vita.

Già, la Vita… quella con la V maiuscola. E il sistema… che non è altro che un sistema di credenze… le “nostre” credenze. Che non se ne sta lì, fuori di noi, ma che è inseparabile da ciò che “noi” siamo.

Ai nostri sensi sembra che esista veramente un mondo intorno a noi, fuori di noi e che noi stessi, intesi come corpi-pensanti, viviamo in esso, ma comunque diversi e separati da esso. Questo è il paradigma della “nostra” realtà, il paradigma sostenuto e rafforzato in ogni maniera dal sistema stesso e da “tutti” quelli che in esso vivono. Questa è – o è stata – la “nostra” credenza più incrollabile ed auto ipnotica. Lo sai già, vero?

Ma siamo proprio sicuri che sia esclusivamente la nostra quotidianità, una quotidianità limitata al mondo materiale, quella cosa che, in buona fede, chiamiamo vita e che la mente ha fatto a pezzi, riducendola a milioni di definizioni? O potrebbe essere altro, qualcosa che nemmeno immaginiamo, qualcosa a cui non abbiamo dato quasi mai l’attenzione che si merita e che, analogamente all’Energia Oscura, non si vede, non si ode e non si tocca, ma che si potrebbe “intuire”? E il sistema, quello che sembra che ci inganni e ci perseguiti… cos’è, com’è, dov’è… ed è poi così tanto diverso dal “me”, o dal “noi”?

Potrei andare avanti ancora per ore, ma qui mi fermo; credo comunque che uno spunto sia già stato offerto e, come dico sempre… a queste domande, se vuoi, puoi rispondere solamente tu. Grazie.

Con affetto, Sid… Love*

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