Rupert Spira: Esistiamo, con assoluta certezza.

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Esistiamo.

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“La prima cosa che sappiamo con assoluta certezza è che esistiamo. […] Il senso di essere è la nostra esperienza più intima, diretta e familiare. […] In altre parole, essere presenti è una qualità intrinseca al nostro sé. […] Il nostro essere, il nostro essere presenti, è evidente in questo preciso istante. […]

Se qualcuno ci chiedesse: «Sei presente?», forse ci prenderemmo un attimo di tempo e poi risponderemmo: «Sì». In questa pausa entriamo in contatto con l’esperienza più intima e più diretta di noi stessi, ed è da questa esperienza che proviene la certezza della nostra risposta. […]

È la nostra esperienza più intima e diretta il fatto che ‘io’ sono non solo presente, ma anche consapevole. Per questo motivo il nostro sé è anche definito consapevolezza, ovvero presenza consapevole. […]

Dimenticare il fatto che siamo è ciò che sta dietro a tutti i nostri pensieri, sensazioni, azioni e relazioni […]. Ma cos’è che dimentica il semplice fatto di essere, che dimentica la consapevolezza consapevole di se stessa? Ovviamente non è il nostro essere, perché questa conoscenza non è qualcosa che facciamo: è ciò che siamo. È il pensiero che oscura, apparentemente, questa semplice conoscenza e ci fa credere che il nostro essere sia qualcosa di diverso dalla presenza consapevole. […]

La prima caratteristica che attribuiamo al sé, al semplice sapere di essere, è l’idea che il nostro essere risieda nel corpo-mente, sia costituito dal corpo-mente e limitato al corpo-mente. Lo consideriamo interno al nostro corpo-mente, mentre tutto il resto è all’esterno. Questa è la credenza di fondo responsabile del presupposto alla base di tutta la nostra cultura: la divisione dell’esperienza in due parti. Da una parte un soggetto interno, separato, il sé che percepisce e conosce, e dall’altra un oggetto esterno, anch’esso separato, che viene percepito e conosciuto. […]

Il nostro sé essenziale è la presenza consapevole, sempre presente, che conosce pensieri, sensazioni, immagini, ricordi, emozioni e percezioni, ma che non è niente di tutto questo. Perciò è definibile come ‘vuoto’, […] ma in realtà piena di presenza e consapevolezza. […]

Lo spazio non oppone nessuna resistenza agli oggetti che contiene o alle attività che vi si svolgono, perché in esso non c’è alcun meccanismo di resistenza o di rifiuto. […]

Il sé […] è un vuoto e aperto ‘sì’ a tutto ciò che si manifesta. […] Il sé è quindi intrinsecamente pace, una pace che non dipende da nulla di ciò che si manifesta. Assiste a qualunque agitazione, […] e questa assenza di resistenza o di agitazione è l’esperienza della pace. […]

Se riconosciamo la vera pace che è il sé, presente in tutte le situazioni, allora il corpo, la mente e il mondo ne saranno profondamente influenzati e sempre più permeati, iniziando così a risplendere della pace della nostra vera natura”.

Tratto dal testo:  “La presenza consapevole”, di Rupert Spira.

Fonte del Post: http://www.meditare.it/wp/risorse/esistiamo-rupert-spira/

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