Salvatore Brizzi: Evadere dal carcere: Il ciclo della consapevolezza.

Evadere dal carcere in 10 passi – 4: Il ciclo della consapevolezza.

Il “ciclo della consapevolezza” o “ciclo dell’evoluzione” è una delle lezioni più importanti, in quanto spiega perché è indispensabile che esista il pianeta-scuola nel quale ci troviamo, anche se il rischio è che, per qualcuno, esso si trasformi in una vera e propria psico-prigione da cui cercare di evadere al più presto.

In principio c’era solo l’Uno – e, a ben guardare, anche adesso c’è solo l’Uno – ma quest’Uno era inconsapevole di sé.

Per farcene un’idea, possiamo immaginare l’assenza di coscienza che caratterizza il sonno profondo, cioè il sonno senza sogni: un vero e proprio vuoto di consapevolezza. Oppure, possiamo pensare alla coscienza d’un neonato o alla coscienza di un albero: sono espressioni dell’Uno onnipervadente, ma non sono consapevoli di esserlo.

Gli esseri appartenenti ai regni precedenti a quello umano – minerale, vegetale e animale – di norma non hanno sviluppato la consapevolezza di sé (senza offesa per il vostro gatto), ossia la consapevolezza di esserci. Lo stesso dicasi per gli esseri umani a uno stadio neonatale: i neonati sono ancora nell’Uno e inconsapevoli di esistere in quanto entità separate.

Affinché si sviluppi la consapevolezza di sé – quella che vi fa pensare (e sentire): «Io esisto» – è necessario che l’Uno si incarni e si identifichi con un individuo – una macchina biologica – in possesso di un “meccanismo” duale; esattamente ciò che possiamo trovare in un essere umano adulto.

Più lo spirito percorre il suo cammino dal mondo minerale a quello umano – e più si sviluppa come uomo nel corso della storia – più diviene separativo. Per esempio, popoli come gli indiani d’America o gli aborigeni australiani erano meno separativi di noi e più in contatto con la natura e lo spirito che la pervade, tanto che, per loro, non esisteva una “natura scientifica”, separata dalla concezione spirituale del mondo.

L’uomo moderno è riuscito a separare le due cose; ha cioè sradicato lo spirito dalla natura e lo ha relegato al mondo della religione. Per questi popoli, invece, la natura, la vita e lo spirito erano inseparabili.

Il punto è che solo diventando degli intellettuali occidentali che separano lo spirito dalla materia si può giungere a divenire davvero consapevoli di sé, del proprio esserci nel mondo. Più sei separato, più sei consapevole di essere “qualcuno”. E, per fare questo, era necessario che l’Uno si identificasse (e si perdesse) totalmente con un guscio biologico di natura duale.

Mentre gli animali e i neonati vivono in armonia con l’Uno, l’adulto umano si sente esistente solo all’interno del suo corpo e vede il mondo all’esterno come qualcosa di separato dalla sua coscienza e fonte di pericolo. Dio si guarda attraverso gli occhi di una macchina biologica e non si riconosce più!

Come ho già detto nella seconda lezione, la coscienza deriva dall’identificazione con uno strumento duale, capace cioè di dividere tutto in due:

interno/esterno
io/gli altri
caldo/freddo
giusto/sbagliato
mi piace/non mi piace
eccetera…

Questa è la cosiddetta “caduta dello spirito nella materia”.

La risalita, l’ascesa, la religione ( re-ligo = unisco di nuovo ), lo yoga ( = unione), il “ritorno a casa del Padre” … sono tutte espressioni che indicano la possibilità di passare dalla separazione all’Uno, risalendo quel cerchio che, per milioni di anni, abbiamo percorso in discesa.

Il risultato finale è la realizzazione del proprio essere Dio CONSAPEVOLMENTE, ossia senza perdere la consapevolezza di sé che si è acquisita in fondo alla discesa, nel punto più basso del cerchio.

I popoli citati prima, sono più vicini di noi al Dio primordiale, ma sono più lontani di noi dalla “consapevolezza di Dio”. Questo è un punto essenziale da comprendere, in quanto spiega cosa ci facciamo sulla Terra e perché c’è bisogno della manifestazione.

L’uomo nel corso dei millenni si è “individualizzato” sempre di più, passando da una coscienza “di branco” a una coscienza individuale, da un’anima collettiva a un’anima individuale. Ne consegue che pure i metodi di risveglio sono mutati nel corso del tempo.

Continua con la quinta lezione…

Salvatore Brizzi

Fonte: http://www.salvatorebrizzi.com/2017/12/evadere-dal-carcere-in-10-passi-4-il_65.html

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