Salvatore Brizzi: Evadere dal carcere. Trasmutazione alchemica.

Evadere dal carcere in 10 passi – 8: Trasmutazione alchemica.

Abbiamo detto nelle lezioni passate che l’evasione dal carcere non consiste in una fuga, cioè nello spostamento da un luogo a un altro, bensì nella creazione di nuovi “occhi per vedere”, la cosiddetta apertura del Cuore, la quale consente un ribaltamento della nostra visione della realtà.

L’apertura del Cuore trasforma automaticamente la psico-prigione nella quale ci sembra di vivere, in un pianeta-scuola, che è la reale funzione della Terra.

Tale cambiamento di visione non riguarda unicamente un mutamento di pensiero, bensì la capacità di operare una trasmutazione alchemica all’interno della propria macchina biologica, affinché tale cambiamento sia effettivo e non solo pensato.

Ipotizzare che stiamo trascorrendo la nostra vita tra fastidi, preoccupazioni e ansie, solo perché non siamo capaci di vedere il mondo autentico, sembra assurdo e ci appare tanto più assurdo quanto più siamo presi nell’allucinazione e non riusciamo nemmeno a concepire un’esistenza fuori dallo stato di allucinazione.

In effetti, il lavoro su di sé è assurdo, è forse ciò che di più assurdo può essere concepito: esso dice che il mondo è splendido in ogni suo aspetto e che non lo percepiamo come tale solo perché lo guardiamo attraverso l’organo sbagliato: la mente. La mente è l’organo di percezione della personalità (la macchina biologica), mentre il Cuore è l’organo di percezione dell’anima.

Vedere il mondo in maniera mentale (giusto/sbagliato) genera delle emozioni negative all’interno della nostra macchina: rabbia, gelosia, ansia, ecc. Tali emozioni sono quelle che ci rendono impossibile la vita.

Se, ad esempio, stiamo provando rabbia, ciò vuol dire che la nostra macchina è pervasa della sostanza della rabbia sul piano emotivo, ossia nel corpo astrale. Al contempo, si produrrà immaginazione negativa sul piano mentale (pensieri ossessivi riguardo una certa persona o situazione) e vari fenomeni a livello ormonale, circolatorio e muscolare sul piano fisico (pressione, battito cardiaco, contrazioni muscolari).

Se noi ci sforziamo di osservare tali manifestazioni, imponendoci di essere presenti a noi stessi, nel qui-e-ora, ossia di “ricordarci di noi”, creiamo una certa dose di attrito rispetto alle reazioni meccaniche della personalità, questo attrito è un Fuoco che agisce sugli atomi sottili della sostanza emotiva prodotta dalla rabbia e fa in modo che da tali atomi si produca una nuova sostanza, che si cristallizza nel nuovo corpo in costruzione, il “corpo causale” o “corpo dell’anima”.

Nel nuovo corpo che si viene progressivamente a cristallizzare, questa non sarà più rabbia, bensì una specifica emozione superiore, che è risultata dalla trasmutazione alchemica della nostra rabbia.

Così come la personalità provava rancore quando si sentiva vittima di un’ingiustizia, allo stesso modo ora l’anima prova una nuova emozione superiore – qualcosa che concerne la compassione – di fronte allo stesso evento esterno, in quanto i suoi “nuovi sensi” sono in grado di cogliere il vero e non interpretano più come ingiusto quell’atto della vita.

In altre parole, per ogni manifestazione negativa che viene osservata coscientemente, in stato di presenza, si costruisce una sorta di “senso sottile” appartenente al corpo dell’anima, che l’anima utilizza come “occhio” per percepire nuovi aspetti di bellezza nel mondo e per provare nuove corrispondenti emozioni superiori.

Anche il piano mentale può venirci in aiuto. La personalità infatti reagisce con emozioni negative a certi eventi perché pensa: «Lui sta sbagliando, potrebbe comportarsi in un altro modo ma non lo fa. Questa situazione non è giusta! Perché è accaduta proprio a me e alla mia famiglia?» oppure pensa: «Io non sono all’altezza. Non sono capace. Non sono adatta. Così non vado bene. Sono sbagliata».

Mentre lavoriamo con la nostra inamovibile e instancabile presenza sulle manifestazioni emotive, possiamo lavorare anche sul piano mentale, sostituendo questi modi di pensare con altri, più utili per il nostro lavoro: «Se non sopporto una persona (compresa me stessa) o una situazione, quella persona e quella situazione non c’entrano. Il brutto e lo sbagliato fanno parte d’un mio difetto di percezione. La verità, sugli altri e su me stessa, mi può essere comunicata solo dalla visione del Cuore».

Il lavoro alchemico necessario a cristallizzare un nuovo corpo dentro di noi, di norma, si protrae per anni, a volte per decenni. Ma se non prendiamo la ferma decisione di cominciare subito… non finirà mai. E soprattutto chiediamoci: «Cos’abbiamo da perdere, se non le nostre catene?»

Salvatore Brizzi

Fonte: http://www.salvatorebrizzi.com/2018/02/evadere-dal-carcere-in-10-passi-8.html

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