Salvatore Brizzi: Per svegliarsi non basta la volontà.

Per svegliarsi non basta la volontà.

Credere di poter giungere a qualche sorta di risveglio, utilizzando unicamente una grande forza di volontà, rappresenta una beata illusione. Quelli che lavorano secondo l’equazione: più ore di meditazione = più possibilità di giungere all’Uno, non possono che farmi tenerezza (e lo dico senza alcuna ironia).

“Più medito… prima lo ottengo” è una formula che non è applicabile all’universo dello spirito. Non si può infatti progredire spiritualmente utilizzando gli stessi schemi di pensiero del mondo della dualità. Il risveglio è un istante d’intuizione fuori dal tempo, non l’effetto di precise cause.

Di questo argomento ho già trattato in altri post, ma la mia quotidiana esperienza “sul campo” – ossia, nei seminari e nei corsi – mi fa toccare con mano quanto ci sia bisogno di ribadire tali concetti.

Non importa se avete letto in qualche scrittura antica che la meditazione praticata a livello agonistico conduce all’illuminazione, perché nella realtà non è così. Se prima non sciogliete le cariche emotive che vi portate dentro da tutta la vita, non potete andare oltre un certo livello, anche se avete sviluppato la forza di volontà di Mike Tyson o Pietro Mennea (se non sapete chi sono questi signori, cancellatevi immediatamente dal mio blog; perché in ogni caso, come direbbe René Guénon… non avreste le qualificazioni necessarie ad evolvere spiritualmente!).

Non potete – in occidente e nel 2019 – intraprendere un percorso di risveglio che non tenga conto delle vostre istanze psicologiche irrisolte, perché rischiate di rimanere delusi o fare disastri nel vostro sistema nervoso. E tali nodi psicologici hanno dei tempi di soluzione ben precisi, diversi per ciascuno, che non dipendono dalla vostra “volontà di vincere”.

Do per scontato che possediate un grande volontà di espandere la vostra coscienza, ma che sia presente anche una ferma volontà di mettersi in gioco… è tutto da vedere.

Una carica emotiva irrisolta è come un blocco dove l’energia non scorre liberamente, per cui, se forzate il passaggio di questa energia usando la volontà, create nella vostra realtà quotidiana delle situazioni che corrispondono a tale forzatura.

Per esempio, non ho risolto il rapporto conflittuale con mio padre… ma invece di abbracciarlo e perdonarlo, mi voglio illuminare a tutti i costi applicando tecniche di meditazione; allora improvvisamente scopro che il mio partner mi tradisce. Se voglio proseguire sul mio percorso, adesso, oltre che abbracciare e perdonare mio padre, devo abbracciare e perdonare anche il mio partner.

Ma io di abbracciare qualcuno proprio non ne voglio sapere, voglio illuminarmi usando con ancora più vigore le mie tecniche di meditazione; allora il mio datore di lavoro darà una promozione a una mia collega che non se la merita, dopo che per tanto tempo l’aveva promessa a me. Adesso devo abbracciare e perdonare mio padre, il mio (ex) partner e il mio datore di lavoro!

Non sto affermando che sia indispensabile recarsi da un terapeuta – in quanto ognuno può scegliere se e da chi farsi aiutare lungo il suo percorso – bensì che sia indispensabile affrontare i propri demoni.

L’auto-osservazione, condotta in maniera costante e prolungata, sortisce gli stessi effetti d’una terapia; il punto è che quasi nessuno è in grado di auto-osservare le sfumature del proprio carattere in maniera sincera e prolungata, fino a fare emergere e poi portare a scioglimento i nodi che risalgono all’infanzia.

Un terapeuta – di qualunque genere, deve semplicemente essere quello giusto per voi – può fornire un valido supporto in questo percorso psico-spirituale, in quanto vi aiuta a tenere la focalizzazione sull’aspetto psicologico irrisolto.

Ho detto “percorso psico-spirituale”, poiché al giorno d’oggi non può esistere un percorso che sia unicamente spirituale o unicamente psicologico.

Buon lavoro a tutti.

Salvatore Brizzi

Fonte: http://www.salvatorebrizzi.com/2019/02/per-svegliarsi-non-basta-la-volonta.html

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