La scienza dell’ Intenzione.

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La scienza dell’ Intenzione.

Il pensiero può influenzare la materia?
Come possono le nostre intenzioni modificare la realtà?

La scienza dell’intenzione cerca di mettere un ponte tra spiritualità e fisicità.
Vi state chiedendo cosa sia la scienza dell’intenzione?

Lynne McTaggart, esperta di scienze di frontiera e di medicina alternativa, ha raccolto ricerche e studi su quel campo della scienza che essa, ed altri, chiamano scienza dell’intenzione. Vi invito alla lettura del suo nutrito testo La scienza dell’intenzione, come usare il pensiero per cambiare la tua vita ed il mondo, per approfondimenti scientifici e ricerche sul tema.

Qui vi do un assaggio dei contenuti di questa scienza “ponte”.

Numerosi sono gli studi compiuti (Benson, Davidson, Krippner, Lazar, per citarne alcuni) su monaci tibetani e guaritori di talento capaci di compiere gesti dettati dall’intenzione, superando limiti di tempo, di distanza e dei cinque principali sensi.

L’intenzione, nel senso di attività mentale efficace, richiede una focalizzazione iniziale del pensiero, seguita da una sorta di abbandono, un lasciar andare tanto il sé quanto il risultato; insomma, l’intenzione per raggiungere il suo scopo deve essere privata dell’attaccamento e deve seguire una forte concentrazione di pensiero.

La forza dell’intenzione può essere una capacità espressa anche da semplici comuni mortali, cioè non solo monaci tibetani e guaritori di talento?

Tutto ciò che noi facciamo, dal movimento di una mano al pensiero, produce un movimento d’energia, un cambiamento del campo elettromagnetico entro cui siamo immersi, noi e tutto ciò che ci circonda. La fisica quantistica, quella che studia la materia a livelli subatomici, è stata molto chiara nel dirci che la materia e fatta di energia e che l’invisibile che ci circonda è energia.

Cosa può fare il pensiero all’interno di questo mondo fatto di energia?
Come possono le nostre intenzioni modificare il corpo fisico?

Gli esperimenti eseguiti negli Stati Uniti e citati nel libro della McTaggart evidenziano che il semplice pensiero è sufficiente a produrre le istruzioni neurali che servono a compiere l’atto fisico. Fantascienza?

Questa possibilità è stata verificata collegando, ad esempio, un gruppo di sciatori ad un’apparecchiatura che registra gli impulsi elettrici (EMG e EEG), durante le loro esercitazioni mentali: <<mentre si esercitavano mentalmente nelle discese, gli impulsi elettrici diretti ai loro muscoli erano esattamente identici a quelli che usavano per curvare e saltare mentre sciavano realmente in gara>> racconta la McTaggart.

D’altra parte è ormai consolidata la conoscenza che il training autogeno effettuato dagli atleti per prepararsi psicologicamente alla gara, migliora le prestazioni.
L’esercizio dell’intenzione focalizzata viene ritenuta potenzialmente utile anche come terapia per ogni malattia cronica; ossia visualizzare la lotta del proprio corpo contro la malattia (intenzione focalizzata) produce quelle attivazioni neurali, cioè ordini che il corpo fisico esegue.

Nel testo della McTaggart sono riportate interessanti esperienze al riguardo.

Angel Escudaro, un chirurgo di Valencia, Spagna, ha effettuato più di novecento interventi chirurgici complessi senza anestesia. Le telecamere della BBC, inviate nella sua sala operatoria, hanno catturato su pellicola una donna sottoposta a un’operazione alla gamba senza uso di anestetico, che non doveva far altro che mantenere la bocca piena di saliva e ripetersi continuamente: <<La mia gamba è anestetizzata>>.

<<Un’affermazione come questa è un’altra forma di intenzione. La bocca asciutta è uno dei primi avvertimenti mentali che segnalano un pericolo. Quando la bocca è mantenuta lubrificata, il cervello si rilassa, dà per scontato che vada tutto bene e spegne i suoi recettori del dolore, certo dell’avvenuta somministrazione degli anestetici.>> sottolinea la McTaggart.
Provate a riempire la bocca di saliva quando siete agitati e vedrete che ciò sarà sufficiente a calmare la mente.

D’altra parte tutti ormai conosciamo il significato dell’effetto placebo.
L’effetto placebo in medicina ha dimostrato che le credenze sono potenti, anche quando sono false. Il placebo è una forma di intenzione, un caso di stratagemma dell’intento. Il nostro corpo, infatti, non distingue tra un processo chimico e il pensiero di un processo chimico.

Un recente studio di quarantaseimila pazienti cardiopatici, metà dei quali assumeva un placebo, ha fatto la stupefacente scoperta che i pazienti a cui veniva somministrato un placebo stavano altrettanto bene di quelli che prendevano il farmaco per il cuore.

Un’altra sperimentazione effettuata al Methodist Hospital di Houston da Bruce Moseley, specialista in ortopedia, coinvolse centocinquanta pazienti sofferenti di gravi osteoartriti al ginocchio e li suddivise in tre gruppi; i due terzi vennero sottoposti a interventi ed un terzo ad un’operazione fittizia. Nel corso dei due anni seguenti, durante i quali nessuno dei pazienti seppe mai chi fosse stato sottoposto alla vera operazione e chi avesse ricevuto trattamento placebo, tutti e tre i gruppi riportarono moderati miglioramenti nel dolore e nella funzionalità. Di fatto, il gruppo placebo riportò risultati migliori di alcune persone che avevano subito la vera operazione.

Morale: l’aspettativa mentale della guarigione fu sufficiente a schierare i meccanismi di guarigione del corpo. L’intenzione, determinata dall’aspettativa di un intervento riuscito, produsse il cambiamento fisico.

Essendo stato dimostrato che l’intenzione influisce sulla chimica del nostro corpo, dovremmo essere in grado di accelerare, rallentare o migliorare ogni processo fisiologico, migliorando la nostra salute, aumentando le nostre prestazioni in ogni area della nostra vita e forse addirittura influenzando il futuro.

<<L’intento>> afferma la McTaggart <dovrebbe essere un obiettivo o uno scopo estremamente specifico, che dovreste visualizzare con l’occhio della mente come se si fosse già realizzato mentre siete in uno stato di focalizzazione concentrata e di iperconsapevolezza>. Purtroppo, l’intenzione delle persone non sempre è positiva, allora <ogni volta che siamo assediati dalle più oscure intenzioni, potremmo proteggerci al meglio aggrappandoci al pensiero di ciò che siamo nati per fare> suggerisce la McTaggart, insomma, come aggrapparci alla roccia in attesa che passi l’onda.

Alcune ricerche, come quella di Dick Bierman, di William Braud e altri riportate nel testo della McTaggart, si spingono oltre, ipotizzando l’influenza dell’intenzione anche su eventi passati e futuri, un’influenza a ritroso; mah, qui entriamo in un campo minato e sarei più cauta, tuttavia non posso che essere d’accordo, se non altro perché stimolante, sull’affermazione della McTaggart: <Questa ricerca ritrae la vita come un unico gigantesco qui e ora diffuso, gran parte del quale – passato, presente e futuro – aperto alla nostra influenza in ogni istante. Ma ciò suggerisce l’idea più inquietante di tutte: una volta costruito, un pensiero è acceso per l’eternità>.

Altre teorie poi prendono in esame gli effetti dell’intenzione coerente di gruppo sugli eventi, ma le variabili sono talmente tante che anche i risultati positivi riportati lasciano il tempo che trovano.

Ma come si può generare nella pratica quotidiana un’efficace intenzione?

La ricerca scientifica suggerisce che per ottenere il massimo dell’effetto abbiamo bisogno di scegliere il momento giusto (quando ci sentiamo felici e in forma) e il luogo giusto, abbiamo bisogno di calmare la mente, imparare a focalizzare, collegarci all’oggetto della nostra intenzione e visualizzare l’intenzione come un desiderio che è già stato realizzato.

Dice la McTaggart <il miglior modo per inviare un’intenzione consiste nel visualizzare l’esito che desiderate con tutti i cinque sensi in tempo reale>
Per quanto riguarda la scelta del luogo giusto, le prove suggeriscono che l’intenzione di dominio della mente sulla materia (o psicocinesi) funziona meglio nei punti in cui l’attività geomagnetica è più elevata.

Naturalmente, se la vostra intenzione è quella di guarire una grave malattia, mi raccomando, affidatevi ad un medico e seguite i suoi consigli; contemporaneamente e a completamento focalizzatevi sull’intenzione di guarire.

Bibliografia:
Lynne McTaggart, La scienza dell’intenzione – come usare il pensiero per cambiare la tua vita e il mondo, Cesena, Macroedizioni, 2008

Fonte del Post: http://www.vitamine.altervista.org/index.php/fisica-chimica-a-co/218-la-scienza-dellintenzione.html

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