Semplicità e consapevolezza di Thich Nhat Hahn.

Semplicità e consapevolezza di Thich Nhat Hahn.

“Le pratiche di Thich Nhat Hahn sono leggere come soffi di vento che ti accarezzano e cambiano le tue percezioni. E’ speciale nella sua semplicità, nella sua capacità di coinvolgere con dolcezza”.

Resoconto di un’esperienza.

Il respiro non l’ha di certo inventato lui. Le sue tecniche sono semplici, immediate, per qualcuno anche sin troppo poco elaborate. La sua proposta non ha un’intensità “devastante” oppure un’elevata ascesi, come in altre pratiche si trova. Eppure Thich Nhat Hanh colpisce, coinvolge, cattura.

Nei suoi discorsi, spesso, ripete gli esempi, cita qualcosa che ha già altrove citato. Eppure tutto appare, ogni volta, nuovo, come se fosse sempre la prima volta che lo si ascolta. L’interesse non viene per nulla sminuito dal fatto che sia un qualcosa di già ripetuto. E questo è notevole: porgere cose anche già dette, già pronunciate, come se fossero sempre fresche di novità.

In questo modo, ogni suo video, ogni suo discorso in cassetta, o dal vivo, è sempre una
scoperta, è come innaffiare ogni volta un seme, già piantato nel terreno, per dare splendidi fiori, o frutti.

Cattura anche per la sua semplicità, quasi disarmante. Un uomo dalla statura piccola, dal viso rotondo, ben lontano dal modello di Maestro che noi ci poniamo (alto, austero e simili). Questo uomo, dalla struttura minuta, diviene “grande” quando appena lo si vede.

E colpisce il suo portamento gentile, il suo modo dolce e deciso ad un tempo di porsi di fronte alle persone. Colpisce anche per la sua proposta. Salta subito all’occhio, e non potrebbe essere altrimenti, la centralità del Gruppo nella sua pratica. Non più, quindi, l’asceta solitario (tipico di parte della tradizione Induista), non più il Gruppo solo monastico (come nel Buddismo antico), ma la comunità dei praticanti. Il Sangha (appunto la comunità di chi pratica) assume qui un ruolo centrale.

Attraverso il Sangha si cambia, attraverso il Sangha ci si trasforma. Il Sangha, insomma, è la vera forza di crescita. A tal punto da divenire “occhi ed orecchie” del praticante che, per dirla con le parole del Maestro, vede e sente quello che non vede e sente il praticante, costituendone, quindi, la possibilità di reale visione allargata.

Un Sangha che, però, non è esclusione della volontà e dell’identità del singolo. Anzi, al contrario! Ne costituisce la forza, la possibilità di guardare oltre i propri limiti, di vedere con più chiarezza sé stesso. Una possibilità di visione profonda, di miglioramento attraverso il Gruppo.

Un Sangha che è profondo al punto tale da rendere marginale la figura del Maestro. Infatti, nei ritiri, nei gruppi, è il Gruppo stesso che organizza (Il Maestro rimane importante negli insegnamenti, ma la sua presenza non è necessaria). Nei ritiri, ogni Sangha, a turno, organizza e guida le giornate. Nei singoli Sangha, chi porta la lettura su cui si fa condivisione (un altro fondamentale momento nella Pratica: lo scambio profondo di esperienze), conduce lui la serata.

Non si demanda, quindi, a un’autorità esterna, ma si rimane profondamente radicati in sé, e nel Sanghakaya (il Corpo del Sangha) che aiuta a vedere le cose con occhi nuovi.

Ma Thich Nhat Hanh è anche guardare il vecchio con occhi nuovi e più luminosi. Sua la grande capacità di modificare pratiche del passato, di rivederle, per renderle più adatte all’oggi. Per lui, infatti, il Dharma (l’insegnamento) non è qualcosa di statico, ma di dinamico, che si muove, che cresce.

Il Dharma (per dirla ancora come lui) è un albero che muta e si trasforma. Questo permette di non rimanere ancorati a regole e precetti oggi non più efficaci e validi. Conservando, comunque, il profondo Spirito e il valore della proposta: cambiano solo le modalità.

Le sue pratiche sono semplici: meditazione seduta, camminata, toccare la terra (per mettersi in contatto con l’elemento generatore) e altro ancora. Tutto in consapevolezza profonda.

Thich Nhat Hanh, infatti, vede nella Presenza Mentale la chiave di tutto. Essere consapevoli di ogni istante, al 100%, come modo per vivere appieno. Per non fare in modo che la Vita accada mentre siamo impegnati a fare progetti.

Questo è il suo profondo messaggio, probabilmente. Ed è tracciato il percorso per ottenerlo. Un percorso fatto di semplicità, di simpatia, di sorriso del Cuore, di Amore. Senza pretese eccessive, ma con grande bellezza e leggerezza. Per riscoprirsi davvero in profondità. Ringraziando chi ci ha offerto questa possibilità di trasformazione.

Sergio Ragaini

Fonte: http://www.amadeux.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=20467

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