Sharon Salzberg: La rabbia e la non-identificazione.

Per gestire la rabbia ci vuole la non-identificazione.

 

Molta della ricerca psicologica contemporanea ha dimostrato che, se si ha la tendenza ad arrabbiarsi per un nonnulla, ciò, col tempo, rende sempre più facile esprimere la propria rabbia: la collera diviene un’abitudine.

Secondo molte persone, abbiamo una certa quantità di rabbia dentro e, se non vogliamo tenerla lì, dobbiamo espellerla: in qualche modo, se è fuori, non sarà più dentro. La rabbia sembra una cosa solida. Ma se osserviamo attentamente, scopriamo che, di fatto, non ha fondamento. In realtà, è semplicemente una risposta condizionata, che nasce e muore.

È fondamentale per noi vedere che, quando ci identifichiamo con tali stati passeggeri come se fossero stabili e come se fossero la nostra vera identità, lasciamo che essi ci controllino e siamo costretti a compiere azioni che causano dolore a noi stessi e agli altri.

La nostra apertura richiede di riposare su una base di non identificazione. Riconoscere nella mente l’avversione o la rabbia come un fatto transitorio è molto differente dall’identificarci con essa, come se fosse la nostra vera natura e dall’agire su di lei.

Tratto da: “L’arte rivoluzionaria della gioia”, di Sharon Salzberg

Fonte: https://zeninthecity.org/letture/autori-vari/sharon-salzberg-per-gestire-la-rabbia-ci-vuole-la-non-identificazione/

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