Stare da soli.

Terra x blog

Impara a stare da solo.

Cosa c’è in te se togli tutti gli ‘altri’ dentro di te? Cosa rimane dei tuoi pensieri, emozioni, desideri se togli tutto quello che ti hanno insegnato, tutto quello che hai appreso dal mondo ‘esterno’?

Ti sei mai chiesto chi saresti senza tutte le tue figure di autorità, i tuoi miti, i tuoi ‘devo’, le tue fedeltà e appartenenze? Hai mai guardato oltre la cerchia di persone che frequenti? Ti sei mai spostato oltre gli orizzonti della sicurezza personale, scrollandoti di dosso il rassicurante torpore dell’appartenenza?

Perchè, se ancora non l’hai fatto, ti sei perso una parte essenziale del tuo sviluppo, quella parte in cui una persona impara a stare da sola e a percepire cosa la solitudine veramente sia.

Un mago errante non può sviluppare potere se non impara a farlo da sè. E’ una regola imprescindibile. Puoi voler entrare in un gruppo per sentirti supportato, abbracciare un cammino in base a un ‘credo’ di altri per sentirti meno spaventato, per un pò puoi credere di appartenere a una tradizione o a un qualche ‘lignaggio’, perchè questo ti darà la sicurezza di essere su un cammino ‘giusto’. Ma prima o poi dovrai fare da solo, perciò deciditi.

Prima o poi la tua unicità e la tua grandezza spingeranno per farti uscire dal mucchio e ti manderanno in esilio a percorrere il tuo deserto. Non lo faranno con cattiveria, ma con la precisa missione di farti vedere chi sei davvero. E questo potrai farlo solo rinunciando al ‘noi’, al ‘voi’ e ai ‘devo’, che sono precisamente i messaggi che un qualsiasi gruppo prima o poi inizia a veicolare.

In effetti, in vita mia non ho conosciuto neanche un gruppo (famiglie comprese) che prima o poi non sia trasformato in gerarchia, pendolo, egregora, vincolo. Non conoscro nemmeno una situazione in cui due o più persone in relazione continuativa e sotto l’egida dello ‘sviluppo’ interiore non abbiano prima o poi generato rapporti di potere, dipendenza, manipolazione ecc ecc. Questo accade sempre e sempre accadrà con i gruppi.

Ogni gruppo è un pendolo come dice anche il buon Zeland. E secondo me si cresce davvero quando si impara l’arte di stare da soli e bastare a se stessi. Si diventa maghi erranti il giorno in cui si capisce di non aver più ‘bisogno’ di qualcun’altro (partner, amico, figlio, amante, ecc..), e di poter scegliere di stare con qualcuno liberamente. Il che non significa che diventi un eremita dentro una caverna, nè significa che non avrai mai più relazioni continuative con l’esterno; significa unicamente che quando hai imparato a stare da solo non avrai più dipendenza, non sarai più influenzato da nessuno, e in particolar modo non sarai più attratto dalla leggenda metropolitana del lavoro in gruppo, e del fatto che da soli si può poco, ma insieme si può molto di più.

Nella solitudine e nel silenzio si impara ad ascoltare la propria confusione interna, il proprio caos emozionale, il turbinio della mente e a rilasciarli. Nella solitudine si può apprendere a generare forza per sè stessi, energia per sè stessi, si può imparare a concentrarsi, a ‘esserci’.

Rinunciando allo strapotere degli ‘altri dentro di noi’ si guadagna uno spazio di ‘riposo’ nel quale è possibile coltivare i propri talenti, la propria grandezza, e soprattutto in quello spazio è possibile finalmente imparare ad amare davvero gli altri per ciò che sono davvero e non per ciò che noi crediamo debbano essere o per ciò di cui abbiamo bisogno. Inoltre nello stare da soli, nel percorrere il proprio ‘deserto’ si impara a percepire la propria vera voce. La voce che era lì da sempre ma era stata sempre oscurata dal maestro di turno, dal compagno di turno, dall’amico del cuore, dal fidanzato del momento; quella voce messa a tacere da tutti quanti i ‘devi’, dal buon senso, dal ‘così fanno tutti’. Quella voce della quale si fa fatica a fidarsi, a meno che non ci sia una conferma là fuori in qualche libro, in qualche colta citazione o in qualche complicato studio esoterico. Quella voce che è il contatto diretto con l’internet spritual\metafisica che è sempre a nostra disposizione, ma che si palesa soltanto quando buttiamo a mare tutte le influenze esterne, compresi i nostri libri sacri e tutto quello che veneriamo come ‘necessario’ alla nostra crescita.

Imparando a stare (e a fare) da soli ci si da il permesso di crescere e l’autorizzazione a fare senza aspettare che altri siano d’accordo, che il guru ci dia l’iniziazione, o che qualcuno venga con noi. Perchè è questo che molti di noi fanno, smettono di crescere in attesa che qualcuno li approvi, li rassicuri, o li accompagni. Può essere la figura di un papà che non c’è mai stato che proiettiamo sul maestro spirituale, o la famiglia che non abbiamo avuto che cerchiamo di compensare entrando in un gruppo di pratica, fatto sta che tutto questo prima o poi diventerà un denso e appiccicoso stagno che ci impedirà di proseguire per la nostra strada costringendoci a rimanere laddove non abbiamo più nulla da imparare, e manterrà la nostra energia ed evoluzione ai livelli medi che gli altri potranno sopportare.

Eh già, perchè diventare grandi farà saltare su tutte le furie tutti i pendoli a cui vi agganciate, e molti degli ‘altri’ (guru compresi) che vi attorniano non sono interessati a farvi crescere quanto piuttosto a tenervi a un livello di mediocrità nel quale possono gestirvi meglio, quindi anche loro si incazzeranno quando vi troverete a mettere in discussione i loro agganci su di voi.

Ma tant’è che questa è una strada necessaria, per quanto difficile e quando scoprirete la risorsa illimitata di energia che potete attingere nel silenzio e nella solitudine non avrete più dubbi sul fatto che imparare a stare da soli e bastare a sè stessi è il primo passo per lo sviluppo del proprio potere personale.

Pubblicato da Andrea.
Fonte del Post: http://quantum73.blogspot.it/2014/10/impara-stare-da-solo.html

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