Sugli obiettivi.

Terra x Blog + Nero 2015

No Target.

La coscienza identificata, egoica, è continuamente a caccia di obiettivi, traguardi, orizzonti che possano dare un senso all’agire ed al vivere. Accade così che si sacrifichi l’intensità di ogni istante in relazione a un concetto astratto, proiettato nel futuro. Si apre un conflitto tra ciò che stiamo vivendo e ciò che dovremmo vivere al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato. Non ci possono essere nè pace, nè gioia in una vita popolata da finalità ed obiettivi. Non si vive, si lotta.

Bisogna tuttavia prendere atto che ciò che ci porta a lottare e produce ansia non è tanto la presenza di obiettivi in sè ma il fatto di ritenere che solo raggiungendoli potremo essere felici e realizzati. Inventiamo dei traguardi, lottiamo per raggiungerli, ci disperiamo se questo non accade e ne inventiamo invece di nuovi nel caso essi siano stati raggiunti per riprendere il gioco dall’inizio. E’ come bere acqua salata. Più ne bevi e più la sete cresce.

Quando smascheriamo l’assurdità di questo movimento, generatore di competizione, ansia e conflitti, ci riapriamo a quell’intensità del vivere che ci sconcerta nei bambini, che possono giocare un’intera giornata senza mai stancarsi, godendosi il gioco istante per istante, che passano ore e ore a costruire meticolosamente un castello di sabbia per poi distruggerlo placidamente.

Perchè? Perchè per loro il gioco non ha altra finalità che non sia il gioco stesso. Se chiediamo a un bambino qual’è il senso del suo giocare è molto probabile che non capisca la domanda. Qualsiasi questione riguardo al senso infatti è tipica di quella coscienza egoica “avanzata”, astratta, soffocante e frammentaria, tipica dell’età adulta.

Che cosa è successo?

La Coscienza, identificandosi con un corpo, inizia a credersi un punto nello spazio. Non è più Spazio ma un oggetto che si muove nello spazio. E questo oggetto inizia dunque ad aver bisogno di direzioni, di orientamenti, di sensi di marcia per orientare il proprio movimento.

Allora ci inventiamo religioni, filosofie, ideologie che possano dare senso al nostro agire, senza tuttavia renderci conto di quanto sia innaturale questo processo sin dalle sue premesse. E’ come se l’oceano, credendosi onda, cercasse disperatamente dei motivi trascendenti per orientare il proprio movimento. Per l’oceano questo gioco dell’identificazione con un’onda può essere eccitante per un po’ ma alla lunga non può che rivelarsi deprimente e soffocante.

Tutto in questo universo si muove in perfetto ordine senza porsi alcuna questione riguardo al senso. Solo nell’essere umano queste domande emergono in virtù dell’identificazione con un corpo che produce la coscienza egoica, la coscienza personale, auto-coscienza. Solo per l’onda le domande di senso possono assumere un qualche significato. Per l’Oceano, per la Totalità esse non hanno alcun significato. Ed ancor meno per l’acqua, che compone sia l’onda che l’Oceano.

Quando ci risvegliamo alla nostra vera natura, cessiamo semplicemente di crederci un punto nello spazio assetato di direzioni. Torniamo ad essere Spazio Incondizionato.

E questo non può che portare al dissolvimento di tutte le questioni riguardo al senso, al significato, agli orizzonti grazie ai quali orientare il vivere. Torniamo a vivere le cose nella loro naturale intensità perchè non ci sono più frammentazione, sacrificio dell’oggi per il domani.

Il senso della Vita torna ad essere il vivere stesso. Così come il senso della Relazione il relazionarsi, il senso della danza il danzare, il senso dell’Amore l’amare, ecc. E in questo riscopriamo coscientemente una pace, una gioia, una pienezza a lungo dimenticati a causa dell’esilio illusorio nella terra straniera dell’identificazione.

Fonte del Post: https://nonduale.wordpress.com/2011/06/29/no-target/

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