Sulle nostre emozioni.

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La forza delle emozioni.

La forza delle emozioni

Le emozioni ci colorano la vita e permettono di esprimere i diversi aspetti della nostra personalità. Se le viviamo appieno, spesso esse ci aiutano a prendere decisioni e ci permettono di risolvere conflitti interiori.

Nel corso dell’esistenza, le nostre emozioni possono diventare… le nostre peggiori nemiche. Una dopo l’altra, danno tono alle giornate: Saremo allegri? Saremo tristi, preoccupati, frementi di rabbia? A chi tocca stabilirlo? A noi? Agli eventi? Agli altri? E se, invece di essere vittime passive, avessimo la possibilità di scegliere? Conoscere le emozioni, capirle, metterne a nudo la struttura può essere utile proprio per scegliere quelle che ci sono utili.

Un’emozione è un’informazione fisica che permette di esperire e quindi di dare un senso a ciò che si vive. Per la maggior parte del tempo, ci accorgiamo a malapena di quelle che ci attraversano. Secondo ciò che udiamo o vediamo, esse vengono suscitate dagli stimoli. In genere, però, quando una di esse ci domina troppo di frequente o si dimostra spropositata, non viene suscitata dal presente, bensì riattivata dal passato. Le emozioni infatti sono memorizzate nell’inconscio, e sono sempre pronte a tornare in superficie.

La collera.
La collera indica che il nostro territorio è stato invaso, che si è stati umiliati o si ha subito un’ingiustizia. La collera è naturale ed è possibile trovare un modo di esprimerla al meglio. Può anche risultare utile, se la trasformiamo in azione. Per esempio, chiediamoci quale potrebbe essere la reazione più giusta. Se riconduciamo le emozioni negative al bisogno che esse esprimono, spesso risulta più facile soddisfarle.

La paura.
La paura avverte che ci si trova in terra sconosciuta o che rischia di verificarsi un evento incontrollabile. La paura è vitale per la nostra sicurezza. Se tuttavia essa ci imprigiona, la possiamo risolvere trasformandola in stress positivo, per mettere in moto le nostre energie di fronte alla difficoltà che sopraggiunge.

Il piacere.
Il piacere non pone problemi, a parte quando mette in pericolo o a rischio di conflitti psicologici. Le persone dipendenti (alcolizzati, tossicodipendenti, giocatori d’azzardo ecc.) sacrificano il piacere futuro a quello immediato. Si esce dai conflitti interiori scegliendo ciò che si dimostra più utile a lungo termine.

La sofferenza.
La sofferenza può condurre a interrogarsi sul senso della vita, per trovare una strada migliore. Un licenziamento, un rovescio di fortuna non sono condanne definitive, sono crisi da superare: l’arte di essere umani è quella di trasformare i vicoli ciechi in vie da percorrere.

Identificare e orientare le proprie emozioni.
Possiamo identificare e dare una nuova direzione alle nostre emozioni. Non si tratta di controllarle né tantomeno di mettere loro la museruola, bensì di lasciarle esprimere al momento giusto, per un motivo giusto e con la persona giusta. Imparare a individuare la strada presa dalle nostre emozioni, il fattore che le suscita, il modo in cui esse si diffondono richiede solamente qualche settimana di attenzione. Con il tempo, riusciremo ad affinare le percezioni e potremo reindirizzarle rapidamente.
In primo luogo va considerato che non esistono emozioni giuste, vere, corrette, ma semplicemente emozioni che proviamo. Esse non vanno giudicate, bensì osservate in maniera obiettiva. Per prendere più facilmente delle decisioni, esaminate:

• le emozioni che avvertite in questo momento;
• le emozioni che desiderate provare;
• le emozioni che proverete se prenderete questa o quella decisione.

Per ognuna di queste emozioni, ponetevi le seguenti domande:

• È vero? Sto esagerando? È vero che sono abbandonato? Da chi? Sempre? Che cosa posso fare per porvi rimedio?
• È vero che sono inutile? Agli occhi di chi? A causa di cosa? Che cosa posso fare per modificare questa percezione?

Imparare a porci queste semplici domande significa non essere più vittima delle nostre emozioni, ma imparare a usarle come alleate nelle nostre scelte di vita.

Saper riconoscere le proprie emozioni.

Saper riconoscere le proprie emozioni

Per avvertire un’emozione, in genere occorre dirsi qualcosa, vedere qualcosa, udire qualcosa o pensare a qualcosa. Le emozioni generano sensazioni diverse nel corpo: freddo, caldo, tensione, contrazione, distensione. Il respiro si modifica: più rapido, più lento, più profondo, più superficiale. Provate ad accentuare queste sensazioni per identificarle meglio. Constaterete senza dubbio che un aspetto prevale sugli altri. Utilizzatelo come segnale d’allarme: “Quando avvertirò calore in viso, starò in guardia…”, “Quando il respiro diventerà un po’ ansimante, dovrò fare attenzione…”, “Quando mi suderanno le mani, vorrà dire che temo mi stiano mentendo…”.

Viviamo le emozioni in funzione delle nostre credenze, le quali producono abitudini di pensiero. Queste, a loro volta, creano dei filtri che colorano gli avvenimenti. Pensate alle vostre tre canzoni preferite. Che emozioni suscitano? Canticchiate per intensificare queste emozioni: gioia, amore, romanticismo, nostalgia ecc. Perché sono gradevoli? Pensate ai vostri tre libri preferiti, ai tre film che vi piacciono di più, a tre amici, a tre momenti piacevoli. Quali sono le emozioni contenute in quello che, per voi, è il meglio della vita? O la cosa più significativa? Confrontate ciò che avvertite in due situazioni opposte: mi ha fatto infuriare/mi ha entusiasmato. Confrontate anche un’unica situazione che, a seconda del vostro umore, vi ha lasciato indifferenti, vi ha innervosito, vi ha divertito ecc. E ancora: raccontate in maniera coinvolgente una giornata banale, descrivete un comune oggetto come se si trattasse di una meraviglia e così via.

Potete anche confrontare le tre canzoni più orribili, i tre peggiori film, tre brutti momenti, tre persone che non vi piacciono. Oppure potete leggere il giornale con un tono brioso, declamare solennemente gli ingredienti di un pacchetto di biscotti, provare la gioia, l’entusiasmo, l’impazienza, la concitazione, la tenerezza ecc. Tutto questo permette di mettersi in ascolto delle proprie percezioni, per evitare almeno in parte le situazioni spiacevoli. Cosa più importante, consente di individuare le emozioni che ci frenano. Ad esempio, la paura di subire un rifiuto impedisce di chiedere, la paura di un’umiliazione fa evitare il conflitto, la paura della frustrazione impedisce il desiderio. Nella maggior parte dei casi, questi freni sono stati posti da lungo tempo ed è possibile rivederli uno per uno in modo da capire se oggi sono ancora utili.

Le nostre credenze non sono obiettive e tantomeno lo sono le nostre emozioni. Sì, siamo noi a influenzare le nostre emozioni. Al limite, si può dire che il mondo esterno è neutro. Siamo noi a tingerlo entrando in contatto con lui. A parte alcune situazioni assai penose (stanchezza, accumulo di problemi, salute ecc.), quasi tutte sono in genere gestibili. E persino nelle situazioni penose si verificano delle schiarite. Abbiamo a nostra disposizione uno scrigno, da cui tiriamo fuori ciò che ci sembra adatto. Certo, qualche emozione giunge dall’esterno, ma possiamo agire sul modo in cui la “filtriamo”. Non siamo impotenti e condannati a subire. Siamo liberi, responsabili in buona parte di ciò che proviamo.

Tratto dal libro: “Scegliere le proprie emozioni”, di Bernard Raquin.

Fonte dei Post: http://www.liberidileggere.com/2011/10/la-forza-delle-emozioni/
http://www.liberidileggere.com/2015/03/saper-riconoscere-le-proprie-emozioni/

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