Il Dharma e La legge di causa-effetto.

Il Dharma e La legge di causa-effetto: Karman. «Nella remota antichità, in India, un principe, fin da bambino, veniva affidato alle cure di un maestro perché innanzitutto lo istruisse sul Dharma e questo tipo di istruzione doveva precedere tutte le altre, comprese quelle specifiche delle arti marziali, relative alla casta dei guerrieri a cui apparteneva, affinché le sue azioni potessero … Continue reading

Charlotte Joko Beck: La migliore occasione…

La migliore occasione per osservare noi stessi. «La sofferenza ha origine dal falso senso dell’io, un io concettuale. Assegnando realtà all’io e scambiando per verità i concetti che lo formano, avvertiamo il bisogno di proteggerlo e di esaudirne i desideri. Se pensiamo che la cucina debba essere uno specchio, ci diamo da fare per obbedire al dettato, anche passando sopra … Continue reading

Alan Watts: Futilità delle pratiche ascetiche.

Futilità delle pratiche ascetiche. Ecco quale fu l’esperienza del risveglio del Buddha: dopo sette anni di ascetismo portato agli estremi (digiunando, giacendo su letti di chiodi, dormendo su pietre appuntite e così via), avendo svolto tutte queste pratiche per spezzare l’egocentrismo, per acquisire il distacco e per annientare il proprio desiderio di vita, egli si rese conto della futilità di … Continue reading

Lama Thubten Yeshe: La natura di ciò che si prova.

Meditare sulla natura di ciò che si prova. Parliamo spesso di come sprechiamo la nostra vita, seguendo gli otto dharma mondani: l’attaccamento alla felicità temporale, il desiderio di possedere beni materiali, di essere lodati e avere una buona reputazione e l’avversione per i loro opposti: il disagio, non avere ciò che vogliamo, essere criticati, oppure oggetto di chiacchiere. Ogni volta … Continue reading

Charlotte Joko Beck: La terza via.

La terza via, tra conformismo e anticonformismo. Molti approdano a un centro zen perché delusi da precedenti esperienze religiose. L’etimologia della parola ‘religione’ è interessante: viene dal latino religare, ‘legare, ricollegare l’uomo agli dèi’. Che cosa ricolleghiamo? Prima di tutto noi a noi stessi, perché la separazione esiste persino in noi. Poi noi stessi agli altri e a tutte le … Continue reading

Semplicità e consapevolezza di Thich Nhat Hahn.

Semplicità e consapevolezza di Thich Nhat Hahn. “Le pratiche di Thich Nhat Hahn sono leggere come soffi di vento che ti accarezzano e cambiano le tue percezioni. E’ speciale nella sua semplicità, nella sua capacità di coinvolgere con dolcezza”. Resoconto di un’esperienza. Il respiro non l’ha di certo inventato lui. Le sue tecniche sono semplici, immediate, per qualcuno anche sin … Continue reading

Hishiryo: Il non-pensiero.

Il non-pensiero. La parola giapponese shiryo (accento sulla ‘o’) vuol dire ‘pensiero’, il suffisso hi funziona come alfa privativo, perciò hishiryo vuol dire non-pensiero o non-pensare. L’illuminazione è molto facile; ecco come la spiegano i testi zen: La vuota illuminazione illumina se stessa. Non vi è bisogno del benché minimo sforzo mentale. E’ la realtà del non-pensare (hishiryo). Una realtà … Continue reading

L’ultimo discorso del Buddha.

L’ultimo discorso del Buddha. Sotto gli alberi di sala a Kusinagara, appressandosi la fine, Buddha rivolse queste ultime parole ai suoi discepoli: “Fate di voi stessi una luce. Contate su voi stessi e non siate dipendenti da nessun altro. Lasciatevi guidare dai miei insegnamenti, come da una luce. Fate affidamento su di loro e non legatevi a nessun’altra dottrina. Considerate … Continue reading