Thich Nhat Hanh: La brama è un vincolo.

Il primo vincolo è la brama.

La nostra sofferenza deriva principalmente dalla nostra mente e da come vediamo il mondo. Nella tradizione buddhista parliamo dei dieci tipi di vincoli, samyojana, che ci legano e ci privano della libertà. La parola sanscrita samyojana si può tradurre come «nodi» e tali vincoli sono come nodi stretti dentro di noi. Ci spingono a fare e dire cose che non vogliamo fare né dire. Sono molto potenti. La nostra consapevolezza, concentrazione e saggezza devono essere anch’esse potenti per scioglierli.

Il primo vincolo è la brama.

Il suo rischio è che ci convinciamo che l’oggetto della nostra brama sia ciò che davvero vogliamo, ciò che può davvero donarci la felicità. Quindi non vediamo il pericolo di inseguire l’oggetto della nostra brama. Ma quando in noi si risveglia la brama, non siamo più tranquilli. Non siamo soddisfatti di ciò che abbiamo e di chi siamo.

L’insegnamento del Buddha riguarda il vivere felicemente adesso, nel presente. Ma quando dentro di noi c’è la fiamma della brama, non abbiamo più la capacità di farlo. Crediamo di non poter essere davvero felici senza l’oggetto della nostra brama, così perdiamo totalmente la pace e la capacità di essere felici qui e ora. Come possiamo sciogliere questo vincolo?

Il Buddha ha usato numerose immagini per illustrare la brama, per esempio quella in cui la persona che ne è vittima è come qualcuno che stringa una torcia e proceda controvento: la fiamma gli brucerà la mano.

La seconda immagine presentata dal Buddha è quella di un cane che mastica un osso spolpato. Per quanto lo rosicchi non sarà mai soddisfatto, perché non vi sono rimasti né carne né succhi. Oggigiorno l’osso potrebbe essere fatto di plastica. L’oggetto della brama è così. Non può mai soddisfarci.

La terza immagine è quella di un amo con l’esca, che getti nel fiume. Quando il primo pesce vede l’esca la giudica molto allettante e vuole inghiottirla, ma non sa che al suo interno si cela un amo. L’oggetto della nostra brama è così: il pericolo è nascosto. A volte l’esca è di plastica e il pesce non può nemmeno mangiarla. Eppure risulta estremamente invitante e il pesce la inghiotte e finisce preso all’amo.

Quindi dobbiamo guardare a fondo per discernere la vera natura dell’oggetto della nostra brama. Se lo vediamo chiaramente, perderà la sua appetibilità, dopo di che saremo liberi. Ecco perché dobbiamo guardare a fondo, per vedere i pericoli nascosti negli oggetti della nostra brama.

Tratto da: “Le quattro verità dell’esistenza”, di Thich Nhat Hanh

Fonte del Post: http://www.meditare.net/wp/buddhismo/il-primo-vincolo-e-la-brama-thich-nhat-hanh/