Tony Parsons: Questo è tutto quello che c’è.

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 Questo è tutto quello che c’è.

Solo la Sorgente appare. Tutto ciò che si manifesta è sempre e unicamente una espressione della Sorgente: l’universo visibile, il mondo, la storia della vita, il corpo-mente, le sensazioni, il senso di separazione, la ricerca dell’illuminazione.

E’ l’Uno che si manifesta come due, la nessuna-cosa che appare come ogni cosa. Il teatro della ricerca è assolutamente senza significato né scopo; è un sogno da svegli, non c’è un’intelligenza più fondamentale che tesse il destino, né scelta che si presenti a un qualunque livello. Niente nasce e niente muore. Non sopraggiunge niente. Ma questo, così com’è, invita il ricercatore apparente a scoprire la sua origine. Quando l’invito non è accolto da nessuno, allora viene visto che solo la Sorgente E’; stato di quiete senza causa, immutabile, impersonale, a partire dal quale sorge, come in una celebrazione, un Amore Incondizionato. E’ il prodigioso mistero.

D: Sono stato molto colpito quando avete detto che ogni cosa può semplicemente essere quello che è, perché nessuno è lì a prendere decisioni, o a scegliere una cosa diversa. Quando questo è visto chiaramente, una incredibile quantità di elementi mentali diventa, in modo evidente, senza significato. Infatti, nell’idea stessa di scegliere si cela il giudizio tra il bene e il male, o su un “me” che fa meglio o peggio, o su un qualcun altro che non agisce correttamente; così la mente si perde in queste idee. Mi sembra una visione chiara, che porta una semplificazione nel corpo-mente, verso un pensiero giusto, perché ogni pensiero su e ogni resistenza a Ciò che E’ appaiono chiaramente ridicoli. Potete confermare, nella vostra esperienza, questa semplificazione della mente?

T.P.: Si, assolutamente; è una maniera rivoluzionaria e fondamentalmente naturale di vedere la realtà. E’ ciò che la realtà è veramente. Il nostro condizionamento è credere che, da qualche parte, io non vado per niente bene, che anche il mondo non va bene e che dobbiamo fare qualcosa per cambiare tutto questo. E’ il condizionamento totale: le cose devono cambiare, migliorare e io devo diventare migliore. E’ rivoluzionario arrivare a vedere che, in realtà, non capita niente, niente è mai cambiato, e che è sempre la stessa cosa. Solo i colori cambiano. Non c’è da andare da nessuna parte e niente da fare. Non c’è da andare da nessuna parte perché non c’è nessuno che va da qualche parte, non c’è nessuna parte dove andare perché il paradiso è proprio qui. Il paradiso è sempre, continuamente, proprio qui. E’ una presa di coscienza rivoluzionaria che si situa, in questo modo, al di là del tempo e dello spazio e li ingloba totalmente. E’ incredibilmente semplice… e tutto si dissolve: tutte le nostre opinioni, le nostre concezioni su come dovremmo essere e su cos’è l’illuminazione. Tutto questo si dissolve semplicemente.

D: Si, allora vedo proprio una grande semplificazione. Tuttavia, dite che l’impulso della mente a funzionare prosegue anche dopo il risveglio o l’illuminazione, pur sapendo che questa sostanza mentale non siete voi. Può, sì, sorgere la collera, ma vedete chiaramente che non c’è nessuno ad essere in collera, così la collera si dissolve come fumo, perché, per un risvegliato, non c’è né attaccamento né identificazione. In seguito alla vostra esperienza, testimoniereste che rimane un movimento di resistenza residua a Ciò che E’ ? Nel senso che lo comprendete meglio, ma l’impulso è ancora lì; lo vedete, va, viene e continua ad apparire. Quell’impulso attraverso cui vedete, nel corso del tempo, si dissipa manifestandosi sempre meno?

T.P. : Si, e’ quello che succede durante ciò che a noi sembra appartenere al tempo: tutto diventa più armonioso e rallenta. Tutta quell’ansia, quell’angoscia, quelle enormi energie s’appianano. “Solleverò le montagne e alzerò le vallate”, diceva Cristo. Il risveglio non è altro che tutti quegli estremi che si riducono e si riducono sempre più. Quello non può vivere nella luce. Può, sì, sorgere la collera, ma non può mantenersi in quella luce, perchè non c’è più nessuno ad abboccare all’amo, o a mostrare un qualunque interesse. Non può dunque vivere sotto quella luce particolare.

D: Mi è sembrato, osservando la vita stessa, che la manifestazione non è veramente altro se non impulso e resistenza. Questa è la manifestazione; però Ciò che E’ veramente, non resiste assolutamente a niente. Questo è un po’ sorprendente. All’infuori di quella resistenza assoluta, o neutralità assoluta o amore assoluto, il fatto che la manifestazione dia impulsi e resistenze è fondamentalmente la vita.

T.P.: Si, è ciò che sembra, ma l’insieme della vita emana dall’Amore Incondizionato, che è totalmente neutro, completamente neutro.
La manifestazione parrebbe portare energie positive e negative in conflitto permanente, ma in effetti si equilibrano sempre esattamente. La totalità delle cose si equilibra. Tutto ciò che l’esistenza fa sembra essere in cambiamento e in progressione, ma, in realtà, tutto è totalmente neutro e in quiete. E’ un mistero.

D: In me prende forma una comprensione intellettuale che vede come necessario il dissolvimento del sistema di credenze in un’esistenza separata, affinchè possa sopraggiungere il risveglio. D’altra parte, però, ciò che sembra farsi più forte o manifestarsi più intimamente è la paura. La paura di lasciar andare o la paura della morte psicologica. Potete dirci qualcosa di più ?

TP. : Questo non si deve produrre. In qualche modo, la mente cerca ancora un processo temporale. Tony Parsons spiega che il ricercatore deve lasciar andare e che la nube deve svanire perché il sole sia presente, ma la mente, immediatamente, interpreta questo in termini di un processo che deve arrivare a un compimento. Secondo la mente, quindi, prima che il processo non si sia concluso, il risveglio non può avvenire. Pertanto, la mente elabora continuamente una lista di cose, anche in varie tappe, che devono giungere a compimento, prima che il risveglio possa arrivare. In effetti, non deve arrivare proprio niente. Ma in un modo o nell’altro la mente inganna la coscienza dicendo: < Bene, quello deve arrivare, di conseguenza dobbiamo instillare una sorta di paura su tutto ciò, per evitare quell’ “uscita” >. Per la mente ci sono molti modi per trovare una soluzione o per creare un problema nei riguardi del risveglio, perché essa non lo può capire. Ciò che la mente vede chiaramente è che il risveglio la caccerà dal suo trono. Perciò, non resistete all’idea che si devono superare delle tappe. E se si presenta la paura, questo è l’invito. L’invito si manifesta attraverso i sensi, e non parlo di un racconto sul risveglio, ma proprio della sensazione corporea della paura, che è Ciò che E’.

D: E’ in certo modo il genio dell’ego che fa il suo lavoro, suppongo.

T.P.: Si. Il guru mentale, come io lo chiamo. La mente farà di tutto per convincervi che vi porterà là; è così brillante che vi convincerà di potervi portare là, ma sarà sempre e comunque lei a condurvi. Quello non arriva mai, adesso, ma si potrà manifestare, comunque, un domani.

D: Vivo con un uomo che mi sembra essere nel deserto, e in quel deserto la sua sensibilità si esacerba. Il mondo, per lui, è fonte di una sofferenza sempre maggiore. E’ arrivato al punto della vostra stessa transizione, tra essere una persona e Essere e basta ?

T.P.: Ah, si. Non è stato in quel modo per Tony Parsons. Non deve essere un deserto per tutti. Non dovete passare per la notte oscura dell’anima perché questo si produca. La gioia può passare ad una gioia maggiore. Per Tony Parsons fu così. Ed è così anche per altri. A Londra conosciamo persone che non sono più persone: per alcune di loro si è manifestata una gioia che si è trasformata in una gioia ancora più grande e per altre è stato un passaggio nel deserto. Ce ne sono atre per le quali la comunicazione con le persone “comuni” diventa insopportabile perché la sensibilità si è affinata. La sensibilità cresce e tutto sembra diventare sempre più spiacevole e più minaccioso; per un momento, sì. Evidentemente sorge un altro effetto, una lotta sempre più violenta in quelle che sono apparenze di stati nevrotici nell’apparenza del corpo-mente. La mente non vuole che il risveglio arrivi e attaccherà certuni con tutto ciò che possiede; ma per altri questo non accade.

D: Potete dirci qualcosa in più sull’invito?

T.P.: D’accordo. Prima che questa grande avventura cominciasse – benché, in effetti, non sia mai cominciata, nè mai finirà –  per la mente era una storia su cui dormirci sopra. Dunque, prima di ogni inizio, ci siamo riuniti. Noi, puri esseri, ci siamo riuniti in comitato e abbiamo deciso di giocare al gioco della manifestazione. Beninteso, vi abbiamo incluso, all’unanimità, l’idea illusoria della separazione. Così abbiamo deciso di dividerci in piccoli frammenti, per poi affermare di essere entità separate, orfane del contatto con la Sorgente. Però, fu anche deciso che, a partire da un certo punto in quell’avventura, avremmo desiderato di ritornare a casa. Abbiamo perciò pensato: “bene, come torneremo a casa? Qual è il modo migliore di garantirci un passaporto per tornare a casa?” E abbiamo così convenuto che tutto ciò che si sarebbe manifestato sarebbe stato un invito al ritorno a casa. Sto facendo un lungo giro per esprimere il fatto che ciò che guardate in questo momento è la Sorgente di tutto Ciò che E’. E non è solo questo: è quello, è il muro, è il pianoforte; tutto viene dalla Sorgente dell’Essere, dall’Assoluto. Tutto viene dall’Amore Incondizionato, tutto è “ Un essere due”.
Tutto ciò che è manifestato proviene dalla Sorgente della luce o dall’Amore e, di conseguenza, nella sua natura originale è la nostra casa. E’ la Sorgente, è ciò che siete. E dunque, ciò che vedete… siete voi stessi che vi state manifestando come un fiore o come un muro. E nella separazione, se diventate intimi con Quello – qualunque cosa sia Quello – siate il vostro posteriore seduto sulla poltrona, o il gusto del tè che state assaporando, o l’auto che passa per la strada. L’intimità con Quello è la dissoluzione del sé separato ed illusorio. In quell’intimità, il sè separato può morire… è come fare l’amore. Possiamo fare l’amore e sparire; si, può succedere. Ed è la stessa intimità con ogni cosa: col muro, col suolo, con un rumore, con le sensazioni nel corpo. Tutto è come l’invito di un innamorato: ritorna a casa. Tutto è semplicemente l’Innamorato, poichè la sua ragione d’essere è quella di invitare il separato, in apparenza, a ritornare a casa…

Così, viviamo in un invito totale! Poco importa quale sia la sua natura. Può essere una sofferenza emozionale, o un pensiero non necessariamente spirituale uscito dalla mente. Tutto è sacro, tutto è invito, non c’è niente che non sia invito, che non sia l’Innamorato. Perciò non potete sfuggire alla vostra liberazione, o sfuggire all’unità, perché è ciò che voi siete. Evidentemente, il ricercatore viene invitato, ma quando il ricercatore non c’è più, l’invito non è più necessario.
Allora tutto è celebrazione.

Tony Parsons

Fonte:  www.dionidream.com

Parzialmente rivisto da: UnicaCoscienza.

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