Il potere nascosto.
Una stanza esiste solo se qualcuno si trova al suo interno, se in una stanza non c’è anima viva, quella stanza non esisterà fin quando qualcuno entrando ne partorirà l’immagine sulle basi di quanto impresso dalla coscienza sfruttando elementi stabili come il Carbonio 12 o qualunque atomo.
Siamo macchine che costruiscono realtà.
Gli elementi che compongono la realtà fisica non sono elementi stabili, nel senso che potrebbero anche trasformarsi, come nel caso del Carbonio 12 che diventa Carbonio 7; si tratta di una vera e propria trasmutazione.
Se prendiamo come esempio la telecinesi, in quesi casi in cui un oggetto viene mosso con l’ausilio della sola forza della mente, non sarebbe l’oggetto a spostarsi ma la mente stessa. Essa avrà modificato l’impostazione “stabile” della realtà rispetto a quell’oggetto, ricollocandolo altrove con la sola forza o versatilità della mente.
Ritengo che sviluppare la telecinesi equivalga al superamento di certe convinzioni che ci vedono impossibilitati rispetto a certe dinamiche poichè queste, secondo queste convenzioni, sono “paradossali” o “impossibili”.
Non dico che basti convincersi di questo per spostare un posacenere, ma sicuramente alla base di questo ragionamento si trova la chiave di volta per la realizzazione del salto quantico, comunemente detto “miracolo” o semplicemente di un potenziamento rispetto alla mediazione tra anima e realtà materiale.
Per naturale propensione l’uomo tende ad etichettare come impossibile tutto ciò che non riesce a fare o che non riesce a spiegarsi razionalmente, un pò come fece la volpe con l’uva nella celebre storiella.
Il potere dell’uomo è schiavo delle sue stesse convinzioni. Pertanto iniziando a comprendere che l’impossibilità altro non è che un pretesto per giustificare la realtà, quando questa può, in realtà, essere elusa, e col tempo magari potremmo vedere gli effetti di questo superamento. Non si tratterebbe di cambiare qualcosa nella realtà ma probabilmente si tratterebbe di cambiare qualcosa negli elementi di base che diventano meno pesanti e più eterei, partendo dalla coscienza di sè e dal presupposto che noi siamo quegli elementi e che la realtà, altro non è che proiezione astratta della coscienza, partorita momento per momento ed esterna alla vera essenza che si trova all’interno.
La coscienza è ovunque e il suo potere non ha confini ma solo limiti, messi lì da chi ne ha sentenziato i contorni.
Gabriele Sortino
Fonte: gabrielesortino.blogspot.it