Questioni morali.

Terra x Blog + Nero 2015

Questioni morali.

“Se non hai mai visto il diavolo, guarda il tuo Ego”.  Jalal Ad-Din Rumi

“Considerate unicamente l’Uno in tutte le cose; è il secondo che vi porta fuori strada”.  Kabir

Quando il mondo viene filtrato dalla coscienza individuale, tutto appare frammentato, suddiviso in io e l’altro, bene e male, sogno e risveglio, giusto e sbagliato, morale e immorale, ecc. L’Uno sogna se stesso come individuo e proietta su di esso e sui suoi presunti simili attributi di varia natura. Sogna di essere nel profondo dell’ignoranza o un illuminanto, l’ultimo o il primo, peccatore o santo, spirituale o demoniaco, ecc.

Sprofondato nel sogno dell’individuo e della dualità, l’Uno gioca a cercare un altro individuo che lo aiuti a trovare se stesso, un maestro, un guru, e pretende che egli collimi appieno con vari preconcetti riguardo a come dovrebbe essere un illuminato: essere colmo di perpetua gentilezza, amore universale, parlare con tutte le creature, essere visitato da stelle comete, compiere prodigi, resuscitare i morti, ecc.

Attorno ai grandi saggi dell’umanità è stata costruita un’immensa mitologia, espressione di seguaci bisognosi di affermarsi nel mondo come zelanti discepoli di una dottrina trasmessa dal più sapiente dei sapienti, dal saggio numero uno, l’unigenito figlio di Dio, ecc. Va da sé che le altre dottrine diventino, se non pura illusione o vie sicure per l’Inferno, percorsi religiosi di serie B. Il gioco della dualità diventa sempre più intenso e coinvolgente, fino a portare alle guerre di religione, al fondamentalismo, ecc.

L’Uno sogna e si identifica con un organismo corpo-mente, crea il senso dell’io e dell’individuo, crea il senso di separazione e di mancanza in esso, ed infine si cerca attraverso le più molteplici vie, spesso in conflitto reciproco. Ma è evidente, in questi termini, come qualsiasi via per trovare ciò che è “tutto ciò che è” non può che essere un ridicolo rompicapo per il sognatore. Il gioco si rompe quando l’Uno prende coscienza dei meccanismi, diventa conscio del sogno, e ritorna a se stesso.

Tutto ciò che esiste è l’Uno che sogna la manifestazione, in essa gioca a perdersi ed infine si ritrova, tornando a se stesso. E’ evidente che dalla realizzazione di ciò non può che emergere un senso di accettazione totale incondizionata dell’esistenza intera e con essa di tutto ciò che è. Questa accettazione è la resa dell’individuo alla Totalità, da cui è probabile che scaturiscano Amore, Celebrazione per la Vita, Compassione per tutti gli esseri. E’ probabile ma non certo.

Non esistono individui risvegliati, per il semplice fatto che finché c’è il sogno dell’individuo non c’è risveglio. Esiste solo l’Uno che prende coscienza di se stesso attraverso un organismo corpo-mente umano, la cui individualità e separazione sono del tutto illusorie.

Quindi perché fossilizzarsi su come si comporta o no il tal organismo corpo-mente, che è solo una minuscola pedina nell’immenso gioco della manifestazione? Tutto ciò che è, è perfetto in se stesso. Punto.

Per il saggio non esistono né santi, né peccatori, né carnefici, né vittime, né ignoranti, né illuminati. Non vede più le sue azioni come sue, ma come parte di un gioco vasto come l’universo intero. Esistono solo pensieri, esseri, oggetti, emozioni, sensazioni percepiti e pervasi da un’unica Coscienza Inqualificata. Tutto ciò che il saggio vede è l’Uno che gioca con se stesso.

Fonte del Post: https://nonduale.wordpress.com/2010/05/06/questioni-morali/

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