Il collasso dei concetti.
Domanda: Come si traduce la non-dualità nella vita quotidiana? Come metto in pratica tutto questo?
Io credo che, nel momento in cui l’io personale legato al senso di essere una persona con un corpo e una storia svanisce, non c’è nessuna domanda e nessuna risposta, c’è solo ciò che c’è adesso, in un silenzio vivo e assordante.
Mauro: E’ proprio così. Non si può ‘mettere in pratica’, nella vita quotidiana, la realtà non-duale: primo, perché non c’è alcun ‘io’ separato in grado di farlo o meno; secondo, perché la realtà non-duale è la vita quotidiana, per cui non smette mai di ‘mettersi in pratica’!
Quando tutti i concetti collassano, compreso quello che scinde l’Assoluto dalla vita quotidiana, resta solo la meraviglia del nulla, che appare come tutto.
D.: Che cosa fa collassare il moto perpetuo del formarsi dei concetti ?
Mauro: Tutto accade da sé, spontaneamente e senza sforzo, compreso il collasso dei concetti. Ma anche di momento in momento essi appaiono e scompaiono nello spazio vuoto e luminoso della Presenza.
Quindi, ad ogni istante è possibile vedere la loro scomparsa e provare la vertigine del ‘vuoto’ che si fa evidente dietro e dentro ogni cosa.
Quando non resta più nessuno a vedere, ogni esperienza diventa autoluminosa e trasparente. Allora non importa più se i concetti appaiono o scompaiono, perché anch’essi diventano una semplice espressione della Presenza.
Mauro Bergonzi