Con Amore …

Fai ogni cosa con amore e tutto andrà bene.

La consapevolezza genera quel tipo di intelligenza analitica, costruttiva di una felicità autentica per se stessi e gli altri .

Marco Aurelio, a proposito della consapevolezza, dice: “Fai ogni cosa con amore e tutto andrà bene”.

Sempre Marco Aurelio dice che la mente naturale (libera) non è capace di pensare al passato o al futuro; le sue operazioni sono sempre nel presente !!

Sempre lui dice: “Se ogni tua azione sarà libera dal tuo demone interiore e in armonia con la natura, decisa, naturale, vera, allora sarai felice e tutto andrà bene”.

Sulla consapevolezza del sé Jung, in tarda età, poco prima di morire, dice:

“Sono stupito, deluso e contento di me, sono afflitto, depresso ed entusiasta. Sono tutte queste cose insieme e non so tirare le somme. Sono incapace di stabilire se, alla fine, valgo o non valgo, non ho un giudizio da dare su me stesso e sulla mia vita. Non c’è nulla di cui mi senta veramente sicuro.

Quando Lao Tzu dice: “tutti sono chiari e io sono offuscato” esprime quello che provo io ora, nella mia vecchiaia e nella mia età avanzata.

Eppure ci sono così tante cose che mi riempiono: le piante, gli animali, le nuvole, il giorno e la notte e l’eterno che è nell’uomo.

Quanto più mi sono sentito insicuro di me stesso, tanto più è cresciuto in me un senso di affinità con tutte le cose. Anzi, è come se quel senso di alienazione, che per tanto tempo mi ha separato dal mondo, adesso si fosse trasferito nel mio mondo interiore, rivelandomi una insospettata estraneità a me stesso“. (Meraviglioso).

La maggior parte della gente non è consapevole e vive una vita da morti, da addormentati; perché? Perché è stata sottoposta ad un lavaggio del cervello da parte della famiglia, della società, dei costumi e cosi via. Sono soggetti ipnotizzati, che seguono mete fasulle !!

Il punto è che guardare in faccia la verità della nostra condizione… esserne consapevoli costa sofferenza ! Fino a che punto siamo disposti a farlo ? Fino a che punto siamo disposti a cambiare per guardare in faccia la verità?

Abbiamo paura di perdere le nostre false certezze !

In realtà, per l’essere spirituale, non c’è nulla di ignoto!!! Quando ci si abbandona alla consapevolezza si è sempre felici; ci osserviamo sempre di più e sempre di più distruggiamo quei meccanismi che ci fanno soffrire.

La mente originaria è pura e limpida, come lo spazio, come il cielo senza nuvole. Questo tipo di mente non ha contaminazioni; viene chiamata anche base universale o mente specchio, perché riflette la saggezza dell’universo.

Questa mente è pura perché è priva di ogni dualismo; è vuota anche di tutte le memorie accumulate in questa vita e in quelle precedenti. La mente originaria è la nostra piena potenzialità, per la nostra crescita e per l’illuminazione.

La vera natura della coscienza individuale è come lo spazio infinito del cielo: puro e senza limiti.

Risvegliare in noi questa mente è consapevolezza! La consapevolezza si trasforma in energia e l’energia in spirito. Questa consapevolezza è paragonabile alla luce. Comprende ogni cosa, ma non ne viene condizionata.

La personalità è controllata dai 5 sensi e non ha nulla a che fare con questa consapevolezza (mente originaria).

La mente originaria usa la personalità per fare esperienza ed accumulare saggezza. L’uomo ordinario si identifica con la sua personalità; il santo o l’illuminato si identifica con la coscienza originaria. L’uomo vero rimane ancorato a questa consapevolezza e, grazie a questo, non è condizionato dalle illusioni del mondo.

La coscienza originaria non va cercata: è sempre nel nostro cuore. Bisogna solo realizzarla!

Se comprendiamo che siamo questa coscienza, allora, arriva l’illuminazione, altrimenti continuiamo a reincarnarci (trasmigrazione). E’ il nostro intelletto che, ad un certo punto, riconosce chi siamo veramente. Si dice allora: “Si vive nell’amore e nella magia della coscienza originaria”.

Tutto è interdipendente; tutto è collegato a tutto e, allo stesso tempo, dipende da tutto. Niente, in questa realtà, è separato o possiede qualche cosa che lo rende indipendente dal resto della realtà. Quindi, ogni cosa passa e cambia continuamente; questo può anche darci un senso di pace rispetto alle difficoltà della vita.

Quando incominciamo ad essere più consapevoli, ci rilassiamo e non vogliamo più controllare tutto ad ogni costo. Anche questo atteggiamento ci porta vera pace. Il punto è vivere l’esperienza senza cercare di modificarla con la forza della mente o della nostra sofferenza. Semplicemente lasciare che le cose siano e seguano il loro corso naturale. Anche qui troviamo pace.

Osservando noi stessi sviluppiamo una sana conoscenza e una forma di saggezza; impariamo a trovare un amico dentro di noi. Anche questo ci porta pace.

Dentro di noi esiste una fonte di gioia naturale; è sempre lì; pronta che ci aspetta. Solo noi possiamo trovare i modi per toccare e vivere questa gioia sepolta nel nostro cuore; solo noi possiamo realizzare questa pace profonda.

Nel Confucianesimo la consapevolezza si praticava tramite il rito: I rituali, per i Confuciani, erano un mezzo per comprendere meglio la natura esteriore e quella interiore. Il piccolo (l’uomo) si avvicina al grande (universo). I riti si praticavano come forme di consapevolezza, per coltivare l’armonia interiore. I Li (riti) portavano armonia a tutti i livelli: Uomo, famiglia, società, stato.

Il rito veniva usato dall’uomo per scoprire il suo vero essere (centro) e la relazione con il tutto. La ritualità era un mezzo potente per educare gli istinti primari, per rafforzare il carattere e stabilizzare lo spirito. Durante la pratica del rito, l’uomo imita la Divinità e, in qualche modo, diventa quella Divinità, con tutte le sue qualità e difetti.

La virtù si coltiva tramite la visualizzazione e una gestualità sacra, che porta l’officiante a sentire i poteri della Divinità. Con il tempo realizza chiaramente che quei poteri non sono solo il frutto di una pratica esoterica, ma sono da sempre stati in lui. Lui è quella Divinità e tutte le Divinità dell’universo. Riconoscendo le proprie qualità divine, poi, le vive nella vita di tutti i giorni.

Si dice: ”Diventa un Leone d’amore”. Il Li (rito) apre il cuore dell’uomo, lo spinge verso la virtù più alta, lo spinge a fare cose che non avrebbe mai fatto. Il praticante sviluppa pace e rispetto per se stesso e, contemporaneamente, porta pace e rispetto all’esterno.

Si dice: ”La musica e i riti agiscono all’interno, ma poi prendono forma all’esterno”. I riti nascono dall’osservazione della natura, ecco perché, per i Confuciani, la loro origine è Divina.

La natura ha un ordine preciso e si comporta seguendo una ritualità straordinaria. La natura segue dei modelli comportamentali precisi; questi sono i riti naturali. La forza della creazione, l’amore cosmico, il suo linguaggio. Comprendendo e vivendo il linguaggio dell’amore impariamo l’unica lezione della vita: Amare!

Felipe

Fonte: https://divinetools-raja.blogspot.com/2019/04/fai-ogni-cosa-con-amore-e-tutto-andra.html

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