Ignoranza, illusione e divisione.

L’Ignoranza Crea Illusione E Divisione. Divide Et Impera.

 

Che cosa realmente divide noi esseri umani gli uni dagli altri?

Nulla, a parte l’ignoranza, che dà vita all’illusione, che a sua volta crea divisione. Divide et impera.

Dobbiamo chiederci infatti, come mai, dopo migliaia di anni di cosiddetta cultura e civiltà, il genere umano rimane ancora brutalmente diviso nella differenza ideologica tra bianchi e neri, ricchi e poveri, cristiani e musulmani e via dicendo… che cosa in realtà ci divide?

Il maggior ostacolo verso la creazione di un unico mondo di fratellanza universale è rappresentato dalla tendenza che l’uomo ha di identificarsi con coloro che gli sembrano simili a lui. Tutto questo ha portato inevitabilmente il genere umano a suddividersi in un considerevole numero di gruppi di appartenenza.

Che siano religiosi, nazionali, etnici, linguistici, politici e ideologici, poco cambia. E ciascuno di questi gruppi, spesso e volentieri, vive in antagonismo con gli altri gruppi o sottogruppi di appartenenza, proprio perché ha un proprio interesse da salvaguardare.

Il desiderio del singolo essere umano di appartenere ad un gruppo, nasce proprio dal senso di sicurezza che quella stessa appartenenza gli fa provare. Ma, paradossalmente, proprio questa divisione tra gruppi ha generato una grandissima mancanza di fiducia nel prossimo, nel connazionale, nell’altro, in chi ha un colore della pelle diverso, religioni diverse, ideologie diverse, orientamenti sessuali diversi e tanti altri ancora. Sfiducia che si trasforma, presto, in insicurezza che, a sua volta, sfocia in questo pianeta attraverso guerre, tumulti, rivalità e competizioni. Gli uni contro gli altri, divisi. Divide et impera, appunto.

Se consideriamo attentamente questo fenomeno, ci accorgiamo che la divisione tra le persone ha origine dalla sensazione che NOI siamo separati da LORO, sensazione che, a sua volta, nasce dalla percezione di essere diversi.

Chiedete, ad esempio, ad un esponente della lega nord se si sente uguale ad un immigrato appena sbarcato a Lampedusa, chiedete ad un israeliano se si sente uguale ad un palestinese, oppure chiedete ad un americano se pensa di essere uguale ad un russo. Ma la questione è: siamo veramente diversi o lo immaginiamo soltanto?

L’essere umano, per natura, possiede un corpo ed una coscienza. E a questo punto, viste le premesse, c’è da chiedersi se siamo veramente differenti nel corpo e nella coscienza dagli altri esseri umani!

Se chiediamo ad un biologo o ad un medico se esistono realmente delle differenze di corpo significative tra NOI e LORO, ci dirà che si tratta di qualcosa di molto superficiale, come la differenza del colore della pelle, dei capelli, degli occhi, ma sotto la pelle, tutto sommato, siamo simili. Il sangue, il cuore, il fegato, i polmoni sono esattamente gli stessi.

Il sangue può essere donato e ricevuto in tutto il mondo, indipendentemente dalla provenienza geografica o dalla religione delle persone. Quindi è facile intuire che non esiste una reale diversità tra i nostri corpi, se non appunto, nell’aspetto esteriore e nei nostri tratti estetici.

Lo stesso vale per la coscienza. Infatti, proviamo a riflettere se la nostra coscienza è diversa da quella degli altri. O se, invece, sono le nostre idee ad essere differenti. Ma le idee sono aspetti che noi acquisiamo dalla nostra specifica cultura, ed è per questo ci sentiamo diversi l’uno dall’altro, quando, in realtà, potremmo non esserlo.

La coscienza è forse diversa per i poveri e per i ricchi, per gli induisti, i musulmani e gli ebrei, per gli americani o gli indiani? Certo che no, perché, se ci riferiamo a ciò che siamo in realtà e non a ciò che abbiamo raccolto o accumulato, scopriamo che ogni essere umano prova gli stessi sentimenti di paura, odio, insicurezza, solitudine, desiderio di avere successo, di essere qualcuno.

Ogni essere umano ha degli attaccamenti verso qualcuno o verso qualcosa e soffre quando questi si spezzano, così come ogni essere umano ha desideri che si sforza di appagare o gestire.

In che modo siamo in realtà diversi? C’è chi desidera una cosa e chi un’altra, chi pensa una cosa e chi un’altra, chi ha delle tendenze e chi altre, ma non è questo che può renderci diversi e divisi. Pensiamo di essere diversi, ma in realtà siamo come delle onde dello stesso oceano, ognuna si sente diversa dalle altre onde, per altezza, per forma, per velocità, ma se ci rendessimo conto dell’immensità dell’oceano, comprenderemmo la poca importanza di tali differenze.

Così funziona anche tra gli esseri umani della terraferma; ognuno ha dato notevole importanza ad aspetti per lo più superficiali e pensiamo quindi di essere diversi gli uni dagli altri. Se fossimo consapevoli della profondità della nostra coscienza, di quello che siamo come esseri umani, se non ci fermassimo, dunque, alle idee superficiali e alle conoscenze della mente conscia, ma ci rendessimo conto dell’interezza del nostro essere, allora riusciremmo a capire che queste differenze provengono soltanto da una nostra visione molto frammentaria, ristretta, limitata e superficiale del Tutto.

Non sono i fatti e la realtà a dividerci, ma le illusioni che le nostri menti partoriscono continuamente. La divisione è creata dalla nostra stessa mente, perché non sa vedere oltre l’apparenza delle cose, fa delle congetture a tal riguardo, ha delle opinioni, molti pregiudizi e preferenze associate a ciò che osserva.

Quando sono presenti tutte queste divisioni, allora c’è bisogno di un’ennesima illusione, come ad esempio il progetto “Unione Europea”, un’illusione che ci riunisca. Ma si tratta soltanto di un altro inganno, che può solo temporaneamente suscitare un senso di unità, ma non ha niente a che fare con la reale unità.

Ad esempio, il fatto di frequentare un tempio, una sinagoga o una chiesa è motivo di divisione? No, significa solamente che ci si reca in edifici diversi. C’è chi si inginocchia, chi sta in piedi, chi si toglie le scarpe, chi le tiene, ma tutto ciò non può dividere! Dunque, i fatti non dividono e, se non c’è divisione, non c’è nemmeno bisogno di integrazione.

Invece, ultimamente, si sta cercando in tutti i modi di integrare ciò che è diviso, diverso, ma si dovrebbe prima considerare se tale divisione è un fatto o se quella stessa divisione è un’illusione. Perchè se è così, allora la fine dell’illusione determinerà pure la fine della divisione. Di conseguenza, non c’è bisogno di integrazione, poiché non vi è separazione!!

Per questo motivo, la cosa più importante, evidenziata dai grandi personaggi e saggi della storia dell’umanità, è che l’essere umano deve dissipare l’ignoranza e uscire da una visione superficiale che abbiamo gli uni dagli altri. È l’unica soluzione per liberarsi del divide et impera che ci domina da secoli.

A questo punto, mi sento in dovere di citare il grande Martin Luther King: “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli”.

Insomma, la lezione più importante e forse anche quella più semplice, non è stata ancora imparata. Questo accade perché, sfortunatamente, siamo stati educati al pregiudizo. Uso il termine “educazione” non solo in riferimento a quanto apprendiamo a scuola, ma anche a tutti gli altri aspetti che influiscono sulla formazione dei figli: l’influenza della famiglia, della società, della televisione, eccetera.

Veniamo educati con dei pregiudizi che sono perpetuati dall’enorme inerzia della società umana. Stiamo crescendo la generazione dei più giovani a nostra immagine e somiglianza. Ci potrebbero essere qua e là alcuni piccoli cambiamenti nelle idee, nella visione del mondo, ma, nell’insieme, si può constatare che la generazione dei più giovani è creata ad immagine e somiglianza di quella dei più vecchi, il che significa che stiamo trasmettendo con successo ai nostri figli e nipoti tutti i nostri pregiudizi.

Inconsapevolmente, stiamo autoalimentando questo sistema del divide et impera, messo in atto da chi, questo sistema, lo governa.

Pensiamo di amare i nostri figli, di fare il loro bene, ma è necessario interrogarsi prima. Chiedersi se è il caso di non accettare il nostro sapere e la nostra conoscenza come fonte di verità da trasmettere. Le nostre intenzioni possono essere buone, ma, se l’educazione è basata sull’ignoranza, allora significa che è falsa e rischiamo pertanto di danneggiare i nostri figli, quando li educhiamo in base a quello che NOI consideriamo corretto.

E come potrà mai cambiare il mondo? Le stesse divisioni di oggi continueranno ad esistere, magari con sfumature diverse, ma i pregiudizi continueranno ad essere trasmessi dalle vecchie alle nuove generazioni, proprio a causa della mancanza di consapevolezza. In realtà non ci si rende neanche conto che si tratta di pregiudizi. Perché, se ne fossimo consapevoli, non vorremmo trasmetterli ai nostri figli, non vorremmo modellarli a nostra immagine.

È arrivato il momento di chiedere alle nuove generazioni di NON uniformarsi ma di indagare. Perché, fino a quando si vivrà nell’ignoranza (per ignoranza intendo il “non porsi le domande”, ma fidarsi delle risposte altrui!), le illusioni continueranno a vivere e porteranno inevitabilmente a delle divisioni fra gli esseri umani.

Un modo illuminante di approcciarsi alla vita è quello in cui, ciascuno di noi, dice a se stesso: “desidero scoprire quello che è vero, quello che è giusto, desidero vedere e non guardare” e ripeterlo come un mantra ogni mattina, davanti allo specchio. In questo modo possiamo diventare tutti studenti della vita, fruitori di una crescita personale forte.

Sono le domande che uniscono, non le risposte. Pensiamo ai cristiani che hanno le loro risposte, come pure gli ebrei e i musulmani. E, nonostante abbiano le risposte, non sono uniti. Non è importante vivere con le conclusioni, bensì con la ricerca, con un profondo senso del mistero, con l’umiltà che deriva dal sapere che non conosciamo. Dobbiamo accettare che non conosciamo e coltivare il desiderio di investigare.

Proviamo a guardare indietro nel tempo e vediamo quante delle nostre idee e delle nostre opinioni sono cambiate con il passar degli anni. Come possiamo esser certi che non cambieranno ancora? Perché, quindi, dovremmo attaccarci, adesso, ad una nostra particolare opinione o convinzione?

Con questo, non sto dicendo che non dobbiamo avere opinioni, ma, sicuramente, i fatti sono più vicini alla realtà delle opinioni stesse. Perciò, atteniamoci ai fatti e dubitiamo qualche volta delle opinioni, adottandole provvisoriamente, sapendo che possono derivare dall’ignoranza. E convinti che, se ci attacchiamo alle nostre opinioni, credenze e pregiudizi, queste creerebbero soltanto divisione nel mondo.

“L’ignoranza è l’origine di tutti i mali.” Socrate

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“In ogni cosa è salutare, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato.” Bertrand Russell

Tragicomico

Fonte: http://www.tragicomico.it/divide-et-impera-ignoranza-potere/

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