Jean Klein: Dall’osservazione alla meditazione.

Dall’osservazione alla meditazione.

Uno tra i fattori principali che favoriscono quella presenza di spirito tale da sostenere la meditazione è l’osservazione obiettiva – nel senso di neutrale – di una determinata circostanza o accadimento.

La maggior parte dei neofiti, quindi, si concentra sull’oggetto di meditazione attendendo che la mente si calmi e il processo del pensiero spontaneo si affievolisca, sino a dileguarsi pressoché del tutto. Tuttavia, questa spiegazione non illustra bene il vero intento, la finalità di siffatto esercizio… Leggiamo, dunque, come Jean Klein chiarisce l’argomento…

«Diciamo che lei vede una mosca nella sua stanza. Quando segue i movimenti della mosca nello spazio il suo sguardo è innocente, non calcolatore, perché non abbozza alcuna conclusione.

Semplicemente osserva la mosca. Se la sua attenzione è viva per lungo tempo, lei può arrivare a sentire se stesso che osserva. Può sentire se stesso in osservazione.

Questo eccita un senso di immensa libertà, nel quale si può sperimentare la presenza della corrente.

Il maestro non punta sull’assenza del processo mentale. Punta verso ciò che è dietro il processo mentale, dietro il pensiero e la percezione. Egli non pone l’accento sull’oggetto osservato – la mosca nello spazio – ma sull’osservazione stessa.

Generalmente vi è molta anticipazione nella vostra osservazione. Perché mentre osservate, proiettate già un risultato e focalizzate l’attenzione sull’oggetto del pensiero. Ma l’osservazione reale è un vedere senza che intervenga il pensiero di un risultato e perciò senza tensione tra osservatore e cosa osservata»

Jean Klein

Fonte: https://www.meditare.it/wp/risorse/dall-osservazione-alla-meditazione-jean-klein/

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