La vera guerra.

La vera guerra.

La vera guerra si cela dentro. E le guerre percepite all’esterno non ne sono che il riflesso… in un passaggio del libro rosso di Jung, l’anima apostrofa la disperazione del suo cercatore (Jung stesso) durante l’attraversamento di un deserto (esistenziale? Simbolico?) con una frase terribile eppure definitiva:

“Non sai che la via verso la verità si apre solo a chi lascia da parte ogni intenzione?”

In questo sta il nostro conflitto primario: nella nostra mancanza di fede nell’esistenza. Soffriamo perchè vogliamo, in qualche modo, controllare la realtà e dirigerla, come ho cercato di fare anch’io per anni (con qualche buon risultato, a dire il vero).

Eppure, le cose migliori della mia vita non sono mai emerse da volontà, intenzioni, ma dal vuoto di idee, quando non avevo speranze ne’ possibilità. E allora mi sono arreso… e qualcosa è successo.

Dice uno dei dodici passi dell’ Ho’oponopono:

“io sono l’io.. io avanzo dal vuoto verso la luce, io sono il respiro che nutre la vita. Io sono quel nulla, quella vacuità che va oltre tutta la coscienza”.

E’ da lì che escono tutte le soluzioni, dal vuoto. E molti pensano e insegnano ancora che l’ho’oponopono sia ‘creare la vita che desideri’, senza mai chiedersi chi è che desidera e perché.

La vera guerra è interiore, è quel conflitto che origina dal volersi affidare a quell’io più grande che è nel vuoto e avanza verso la luce, di cui, fino a un certo momento, non abbiamo alcun sentore, volendo però mantenere le fissazioni e i desideri di quell’io piccolo attraverso cui guardiamo il mondo, magari definendoci pure ‘spirituali’ perché quell’io piccolo si è identificato in un maestro, in una scuola o in una pratica.

Si crede che il percorso sia unicamente una scalata da A a B, fatta di esercizi, meditazioni, rituali, per arrivare definitivamente da qualche parte. A pochi è chiaro che la via diviene trasformativa solo nella misura in cui quell’io piccolo rinuncia gradualmente a sé e alle cose che crede di volere e di essere. A pochissimi va di farlo e anche a chi ha iniziato, spesso, sorge il dubbio (come a Jung nel libro rosso, e a me una infinità di volte) se non stia facendo una stupidaggine, perché quale uomo sano di mente rinuncerebbe al controllo sulla realtà, alle sue idee, ai suoi concetti di giusto e sbagliato?

Soffriamo essenzialmente per l’incapacità di vedere oltre le nostre sfocature e creiamo conflitti per il tentativo di difenderle a spada tratta, senza accorgerci che sono solo storie che ci raccontiamo. E per difenderle faremmo guerra a chiunque le minaccia.

Prendi un qualunque spiritualista e prova a mettere in discussione ciò in cui crede, magari portando anche esperienze reali e vedrai con quanta violenza cercherà di difendere il suo guru, la sua ideologia.

Ecco perché abbiamo conflitti. Esterni, o interni importa poco. La guerra interiore può terminare solo se, finalmente, la smetto di difendere l’io piccolo con i suoi dogmi e gli infiniti intellettualismi (anche e soprattutto spirituali) e inizio ad accettare che sono più di quello, quel di più a cui Jung ha voluto dare il nome di ‘anima’, del quale nulla possiamo sapere se, prima, non c’è un certo grado di rinuncia alle proprie certezze, un riconoscimento di quanti strati ci compongono.

La guerra cessa quando inizio ad accettare che posso non avere il controllo di tutto, che tutte le mie teorie sulla realtà possono essere errate o approssimative e che comunque c’è un disegno, un senso, che inizia a farsi percepibile nella carne e non più solo come teoria. E questo appare proprio quando rinuncio a tutto questo marasma di cose che credo di sapere.

A quel punto, quando saprò, comprenderò e sentirò questo, non avrò più bisogno di difendere alcunché, né avrò bisogno di dimostrare. Permetterò alla vita e alla realtà di darmi conferma o smentita di ciò che è davvero la cosiddetta ‘verità’. Solo a quel punto guerre interne ed esterne cesseranno.

Quel giorno, probabilmente, quando saremo capaci di dire ‘sia fatta la tua volontà, non la mia’ cesserà questa sofferenza che ci portiamo dietro come esseri umani.

Andrea Panatta

Fonte: http://maghierranti.blogspot.com/2018/06/la-vera-guerra.html

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